
UDINE. Sette vini friulani entrano nella classifica del Biwa, il Best italian wine awards che premia ogni anno le 50 migliori etichette d’Italia. Podversic, Skerk, Zidarich, Gravner, Jermann, Livio Felluga e i Clivi della famiglia Zanusso sono nella top fifty degli enologi. Se il podio è una lotta a due fra Toscana e Campania, con il Brunello di Montalcino Cerretalto 2010 dell’azienda agricola Casanova di Neri al primo posto, seguito dal Furore Bianco Fiorduva 2014 delle Cantine Marisa Cuomo e dalla Sassicaia 2013 della Tenuta San Guido Bolgheri, basta scorrere fino al settimo posto per trovare la prima bottiglia del Friuli Venezia Giulia.
È il Bianco Kaplja 2012 di Damijan Podversic che il Biwa esalta: «L’etichetta di vino biodinamico qui è superflua, soprattutto se il sorso condensa il carattere di una terra, tradotto grazie a toni di cedro, bergamotto, mango, thè, e cardamomo».
Il tredicesimo posto è occupato dalla Malvasia 2013 di Skerk: «La macerazione sulle bucce non è solo uno stile produttivo, ma un metodo per esprimere al meglio la complessità di un vitigno, che qui sa di agrumi, pesca sciroppata, iodio e mandorla», recita il commento tecnico. Ventitreesimo posto per la Vitovska Kamen 2014 di Zidarich, caratteristico per essere «vinificato in tini di pietra e affinato in legno - scrive il Biwa -. Profumi asciutti e un po' austeri. Bocca intensamente agrumata, a tratti marina e dal finale speziato di cardamomo e coriandolo».
Un gradino più sotto troviamo il Bianco Breg 2008 di Gravner: «Se lo vedete ambrato sappiate che il colore è giusto - osserva il comitato tecnico internazionale composto da giornalisti, critici ed esperti -. Profumi intriganti e insoliti, ma al tempo stesso coerenti con lo stile che il produttore ha scelto per il suo vino. In bocca noce, sale, cedro, thè, erbe aromatiche e camomilla».
La Vintage Tunina 2014 di Jermann conquista il 29° gradino grazie al suo «mix di uve bianche. L’ensemble suona bene in bocca, ovviamente molto sul frutto, nello specifico agrumi e frutta a pasta bianca, in questa fase giovanile del vino.
Finale fumè e tanta vita davanti», sottolineano gli esperti. Livio Felluga guadagna il 38° posto con Rosazzo Terre Alte 2013, un «tris di uve per un vino che sa essere complesso ma non complicato, perché caratterizzato da uno svolgimento molto ben ritmato». Il Brazan
2014 di Clivi chiude la classifica regionale al 48° posto: «Un bianco profondo e complesso che basa la sua ossatura gustativa sulle asprezze degli agrumi, sia quelli più morbidi come il limone di costiera sia quelli più aspri come il bergamotto, ma anche sulla dolcezza della mela cotogna».