
UDINE. È impensabile che l’Italia sia in grado di accogliere ogni migrante, ma all’interno del Paese – prima ancora di andare a pretendere flessibilità economica e aiuti concreti all’Europa – le istituzioni devono dimostrare solidarietà reciproca.
Debora Serracchiani – ospite a Cernobbio della 15ª edizione del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione – sul tema dell’immigrazione va dritta al punto e spiega come per quanto sia giusto e corretto premere sull’Unione europea ci si debba presentare, a Bruxelles, con la consapevolezza di aver svolto in anticipo “i compiti a casa”.
«Gli immigrati non sono tutti uguali e non tutti potranno restare – ha spiegato la presidente –. Abbiamo la necessità di compiere delle scelte. Non siamo di fronte a un’invasione visto che i numeri sono ancora controllabili e non va dimenticato come ci sia una dimensione demografica ed economica di cui dobbiamo tener conto guardando al futuro. È un dato di fatto evidente di cui molti imprenditori possiedono un quadro molto chiaro».
Analizzando la situazione interna al Paese e le prospettive comunitarie in materia, quindi, Serracchiani ha evidenziato come «prima di tutto siamo chiamati ad applicare un principio di solidarietà diffusa al nostro interno, fra istituzioni territoriali, e poi possiamo andare a chiedere con forza all’Europa di fare la sua parte considerato come sia vitale evitare il rischio di battere i pugni sul tavolo ottenendo, come unico risultato, quello di slogarsi i polsi».
La presidente, infine, ha analizzato nel dettaglio i prossimi appuntamenti cui è attesa l’Ue, a cominciare dalle elezioni in Spagna e in Austria, sottolineando che «anche se ci sono continuamente problematiche che rinviano le grandi decisioni, non possiamo permetterci di farci dettare l’agenda da
altri» perché «anche in questo caso si tratta di compiere delle scelte, non di subirle passivamente» e il discorso vale anche per il cronoprogramma applicato a Brexit «la cui tempistica non può essere regolata in base alla convenienza della Gran Bretagna».©RIPRODUZIONE RISERVATA