Sequals-Gemona, Pdl e Lega ai ferri corti
La frizione emersa in Provincia si estende al Comune. E Bolzonello ritrova la sintonia con Zanolin
Ex alleati che si ritrovano vicini, e alleati che si allontanano. La mozione sulla Sequals-Gemona rianima il consiglio comunale di Pordenone: crea le prime crepe tra Pdl e Lega Nord e vede Gianni Zanolin e Sergio Bolzonello amici ritrovati. La discussione avviata l’altra sera – ma non conclusa – porta a pensare che la mozione, che si oppone alla realizzazione di un’autostrada che costeggi il Tagliamento, passerà.
Lega vs Pdl. Sergio Bolzonello, in qualità di presidente del Consiglio comunale, ha chiesto che l’argomento venisse rinviato così come chiesto dal capogruppo del Pdl, Franco Dal Mas, che ha dovuto lasciare la seduta prima che si arrivasse alle mozioni. Un rappresentate per gruppo è stato chiamato a esprimersi: i partiti di maggioranza hanno votato a favore, quelli di minoranza pure. Tranne la Lega che, con Riccardo Piccinato, ha fatto lo sgambetto – involontario? – agli alleati. Così la discussione è partita ma non si è chiusa in serata.
Ambiente. A presentare la mozione è stato Gianni Zanolin del Ponte che, con proiezione di cartina, ha mostrato a tutti quali sarebbero i danni ambientali di quell’autostrada a quattro corsie: squarcerebbe il bosco di Valeriano (nel comune di Pinzano) «separerebbe i paesi del Friuli dal loro accesso al Fiume e rovinerebbe la curva del Tagliamento, uno dei paesaggi più belli e assolutamente unici dell’intera regione». Ma c’è anche una questione di utilità: «Il futuro economico non sarà più segnato da grandi volumi produttivi per cui anche il bisogno di strade va ridimensionato». Non solo: «Le grandi opere non hanno mai fermato lo spopolamento della montagna, anzi. E una montagna abbandonata crea problemi non li risolve». Lucia Amarilli della civica Del Ben, rafforza il concetto: «In questo modo si sottrae altro territorio, si aumentano traffico e inquinamento. Con quell’opera verrebbero deturpate aree che invece rappresentano una grande opportunità, anche economica».
Bolzonello. L’ex sindaco non solo si ritrova con l’ex amico e braccio destro – «ricordo quando andavamo a funghi in Austria e ci auguravamo un collegamento più veloce» – sostenendo che quell’opera, che «ha vent’anni di gestazione » e che «è stata sostenuta sia da Illy che da Tondo», non è più necessaria, ma fa le prove generali per la Regione. Spiega la strategia del suo partito («ricordo che Pd e Serracchiani sono contro»), fa riferimento ai dubbi dello stesso governatore uscente – «in un’intervista una radio Tondo ha detto di essere dilaniato dai dubbi» – smonta la sostenibilità economica. «Non solo non ci sono i soldi pubblici per realizzarla, ma un project financing per stare in piedi avrebbe necessità di pedaggi insostenibili per rientrare dell’investimento in 55 anni. Senza contare che quell’opera toglierebbe traffico dalla A 4 Trieste-Venezia facendo diminuire i flussi di traffico – è stato l’affondo di Bolzonello – che sono alla base del piano finanziario della terza corsia visto che l’ampliamento dell’autostrada sarà pagato con i pedaggi».
L’alternativa. E allora la linea tracciata dal Pd è quella di «migliorare il collegamento esistente tra Dignano e Udine Nord, abbandonando l’ipotesi autostrada». Il dibattito è comunque aperto. La mozione tornerà in aula per essere votata.
Tensioni nel Fiume. La serata di lunedì è stata sicuramente segnata da Sergio Bolzonello che, in qualità di presidente, non ha fatto volare una mosca in aula gestendo intemperanze senza troppi convenevoli. Pienamente nel ruolo del presidente, secondo alcuni pure troppo, visto che ha bacchettato più volte anche il suo capogruppo Mario Bianchini. Quando il capogruppo ha espresso disponibilità a rinviare la mozione «per tutelare le minoranze», la replica di Bolzonello è stata gelida: «Poteva risparmiarsi la battuta».
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