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Il Cai: le mountain-bike solo su sentieri predisposti

Dopo le polemiche della commissione interviene anche il presidente Zambon: «La legge regionale 22 aiuterà a classificare i tracciati destinati alle biciclette»

1 minuto di lettura

TOLMEZZO. Una regolamentazione al transito delle mountain bike sui sentieri di montagna era stata chiesta dalla commissione Giulio Carnica del Cai pena l’impossibilità di garantire la manuitenzione degli stessi tracciati, già messa seriamente in difficoltà dalla carenza dei fondi assegnati dall’associazione dalla Regione. La forte presa di posizione però era stata criticata da sindaci, albergatori, consorzi turistici. E ora tocca al presidente regionale del Cai, Antonio Zambon, abbassare i toni e tendere la mano a tutti coloro che amano la montagna, escursionisti in mountain-bike compresi.

«Regolamentiamo il transito sui sentieri alle biciclette - spiega - mettiamoci tutti attorno a un tavolo, ma con l’obiettivo principale di non allontanare dai monti quanti davvero amano la montagna».

«L’utilizzo della mountain bike in montagna - continua il presidente -, se correttamente condotta è ecologicamente compatibile e rappresenta un’occasione importante per il turismo lo sviluppo del ciclo-turismo è una forte spinta alla destagionalizzazione delle stagioni turistiche».

Secondo Zambon, tuttavia «l’uso non responsabile della mountain bike può portare a gravi danni al fondo dei sentieri e disagi agli alpinisti ed escursionisti ed è questo il senso della lamentela della nostra Commissione Giulio Carnica Sentieri che si trova a fare manutenzione su sentieri in forte pendenza, a volte percorsi da biciclette e dove poi le piogge provocano la distruzione degli stessi».

«È ovvio - precisa il presidente - che il transito lungo strade forestali e quelle transitabili con mezzi agricoli, non rappresenta il problema in quanto la loro larghezza è compatibile con le dimensioni della bicicletta e solitamente il fondo è ben consolidato e battuto. Nessuno vuole negare l’importanza della bicicletta e l’importanza dei percorsi ciclotuiristici laddove le caratteristiche morfologiche del terreno e le dimensione dei sentieri lo permettono».

Il Cai dunque non vede come una cosa negativa il positivo affollamento della montagna, ma i turisti devono rispettare le regole. «In questo senso la nuova legge regionale 22 che tratta le strutture alpine, stabilisce che si dovranno indicare con apposite segnaletiche, i sentieri Cai dove è possibile andarci a piedi e in Mtb e dove invece è opportuno separare i ciclisti e gli escursionisti o i cavalli. Questo avviene nei paesi dove il turismo lo fanno bene e il turista che arriva apprezza, per fortuna c’è spazio per tutti, e tutti cercano ristoro e soddisfazioni nella natura e nelle montagne».

Il Cai dice insomma di «non proporre riserve indiane, con i suoi 18 mila soci in Regione, di cui molti e attivi proprio in area montana, controllando 5 mila km di sentieri tutti in quota e si propone di contribuire alla crescita socio- economica della montagna.

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