Fissata per l’11 settembre la prima grande protesta
Meno 8. Otto giorni a quello che si profila come un incontro cruciale per il destino dello stabilimento Ideal Standard di Orcenico. L’11 settembre alle 10,30 a Roma, al ministero dello Sviluppo...

PORDENONE. Meno 8. Otto giorni a quello che si profila come un incontro cruciale per il destino dello stabilimento Ideal Standard di Orcenico. L’11 settembre alle 10,30 a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, si riaprirà il tavolo sul piano industriale del Gruppo in Italia piano che, com’è noto, passa attraverso la chiusura del sito pordenonese, il trasferimento degli impianti a Trichiana, il licenziamento di 450 dipendenti.
«In quella sede - ribadiscono i segretari provinciali di Femca, Filtcem e Uiltec, Franzo Rizzo, Giuseppe Pascale e Maurizio Sacilotto - ci attendiamo che l’azienda ritiri ufficialmente l’annuncio di chiusura. In caso contrario - è la promessa - siamo pronti, insieme ai lavoratori, 0a occupare lo stabilimento».
Ideal Standard «ritiene di risolvere i suoi problemi dismettendo questa fabbrica - considerano i sindacalisti - e assegnando ad altri gli impianti. Non è una scelta accettabile e faremo in modo che non diventi possibile».
Rispetto al precedente piano che individuava sei scenari (il trasferimento dei volumi di produzione negli stabilimenti italiani da alcune fabbriche estere, il ridimensionamento delle tre unità produttive in Italia, l’uso di ammortizzatori sociali, il lavoro part time per tutti i dipendenti di Ideal Standard industriale, la riduzione della sovraccapacità produttiva attraverso la chiusura di uno stabilimento e infine la cessione di uno stabilimento a un imprenditore in grado di fornire tutte le necessarie rassicurazioni relative al mantenimento degli stessi livelli occupazionali), «alla fine del processo di analisi nessuno dei primi quattro scenari, anche combinati, si sono dimostrati in grado di assicurare un equilibrio tra i volumi in calo e i costi di produzione, determinando quindi perdite economiche di lungo periodo e rendendo di fatto l’attuale presenza in Italia non sostenibile» aveva spiegato l’azienda. Per sopravvivere, Ideal Standard deve aumentare la competitività riducendo i costi fissi e concentrando la produzione, “salvando” così due fabbriche su tre e chiudendo quella meno competitiva. Orcenico, appunto,
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