Dallo Stato neanche un soldo all’Unirr
La denuncia durante la commemorazione della campagna di Russia. «Invece restano i contributi alle associazioni d’arma»

POZZUOLO. «L’Unirr, ente morale riconosciuto, non avrà più il sostegno economico dello Stato, mentre le associazioni d’arma mantengono i contributi». Una palese ingiustizia secondo Guglielmo Biasutti, presidente della sezione friulana dell’Unione nazionale reduci di Russia, intervenuto alla cerimonia dell’Unirr.
Biasutti ha fatto riferimento al dettato costituzionale, che rifiuta la guerra, per denunciare la discriminazione di cui a suo parere è oggetto l’Unirr, 2 mila iscritti di cui 200 in Friuli, che svolge compiti analoghi alle associazioni d’arma nel custodire le memorie di chi si è sacrificato in guerra. «Tagli che sono una realtà figlia della crisi – ha aggiunto –, ma è incomprensibile l’esclusione di un ente morale. L’Unirr affronterà l’emergenza finanziaria facendo appello oltre che al consueto sostegno dei reduci, sempre in minor numero, e alle loro famiglie, anche a tutte le persone sensibili.
Raggiunto dopo la manifestazione, Biasutti, che dell’Unirr nazionale è vice presidente, aggiunge: «Gli eredi non sono così sensibili come i reduci, dobbiamo fare conto quasi soltanto sulle tessere annuali, 20 euro. Poi ci sono le offerte libere per i libri sulla storia di Russia e sul tempio messici a disposizione dagli editori. Abbiamo spese quali oneri per la stampa degli inviti in occasione delle manifestazioni e l’invio per posta, da poco abbiamo lucidato il monumento davanti al tempio».
La presidente nazionale Unirr, Luisa Fusar Poli, contattata mentre in pullman rientrava a Milano dopo l’intensa cerimonia: «Non appena saputo delle nuove disposizioni normative, ho scritto una lettera di reclamo per l’azzeramento dei contributi al ministro e ne ho anche incontrato il segretario, ma senza poter smuovere alcunché. Taglieremo sul notiziario, ridurremo tutte le spese che sono riducibili. Ma le celebrazioni no: il medagliere dell’Unirr sarà sempre presente comunque». Il che significa rimetterci di tasca? Non nega, Fusar Poli, ma il discorso va oltre: «A Cargnacco vorremmo fosse terminato il museo, ci teniamo molto. Lì ci sono il bravo presidente Biasutti la signora Marisa Casale che si dà tanto da fare».
La quale a sua volta s’infervora a riferire sulla vicenda riguardante la mostra fotografica itinerante sulla campagna di Russia, cruccio e passione della sezione friulana, che l’ha voluta in carico. «Ce la chiedono a Treviso, la vorrebbero gli Alpini per l’adunata nazionale di Pordenone il prossimo anno – spiega la neo segretaria -; ci piacerebbe esporla a Udine ma non si trova un posto. Magari nella chiesa di S. Antonio». L’Unirr Friulana è stata in quest’ultimo periodo in forte disagio per la mancanza di una sede, persa quando sono iniziati i lavori di ristrutturazione del museo nell’ex chiesa parrocchiale e fermi a causa del patto di stabilità, nonostante un contributo regionale già assegnato.
Da poche settimane il Comune di Pozzuolo ha concesso una stanza accanto all’ufficio Onorcaduti, a Cargnacco in via Manzoni 1. Il presidente Biasutti progetta di aprire anche un centro di lettura sui libri riguardanti la campagna di Russia, di approfondimento e ricerca, e magari promuovere qualche iniziativa, come la presentazione di libri e conferenze su questi temi.
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