Ideal Standard, a casa in 450 Friuli in crisi / L'analisi
di Giuseppe Ragogna E' finita. La sentenza non lascia più scampo: “Chiudiamo lo stabilimento di Orcenico”. Troppo blande le promesse del Governo sulla cassa integrazione in deroga. Soltanto ipotesi senza firma, probabilmente senza copertura finanziaria.

PORDENONE. Sentenza di condannana dall’odierno vertice al ministero dello Sviluppo economico.
In assenza di certezze sulla cassa integrazione in deroga, che il Governo si era impegnato a ottenere, Ideal Standard ha annunciato l’intenzione di far partire la procedurà di mobilità.
Dal primo gennaio, quindi, chiusura della fabbrica di Orcenico e 450 lavoratori licenziati.
Nella assemblee di giovedì mattina la decisione sarà annunciata ai dipendenti. Pressochè scontata la mobilitazione immediata.
L’azienda in un comunicato ha così motivato la decisione: «Ideal Standard in Italia soffre di una sovraccapacità produttiva strutturale di circa 800 mila pezzi annui. Questo eccesso di capacità produttiva ha un impatto diretto sui costi di produzione unitari e sulla competitività in Italia e costringe quindi l’azienda ad affrontare il 2014 con un assetto produttivo definito e capace di riportare in pareggio l’attività aziendale, con l’implementazione del piano triennale proposto».
«Ai sensi delle normative vigenti, quindi – ha proseguito l’azienda – che prevedono un periodo di tempo definito per la negoziazione con le organizzazioni sindacali, l’azienda avvierà questo giovedì la procedura di mobilità per i dipendenti dello stabilimento di Orcenico. Pur nella consapevolezza del significato di un tale gesto l’azienda ribadisce che questo è un atto necessario, ma rimane aperta a proseguire nel dialogo e nel confronto per identificare assieme alle parti sindacali e istituzionali, sia a livello locale che nazionale, una soluzione che minimizzi le ricadute di questa situazione sui lavoratori e sui territori».
«L’atteggiamento dell’azienda è stato irresponsabile» ha dichiarato dal canto suo a Roma il vicepresidente e assessore alle Attività produttive del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello, al termine della riunione tenutasi al Ministero dello Sviluppo economico.
«Di fronte alla dichiarata disponibilità del Governo di assicurare le risorse per la cassa integrazione in deroga - ha proseguito Bolzonello - la totale chiusura dell’azienda a proseguire il dialogo costituisce un atto gravissimo, che esprime assoluta indifferenza sociale e scarsa considerazione del ruolo istituzionale degli interlocutori».
Secondo Bolzonello, «quanto accaduto rappresenta un pessimo episodio di relazioni industriali, anche perché l’azienda ha confermato che esiste una manifestazione di interesse nei confronti dello stabilimento di Zoppola, e far partire le lettere di mobilità in queste condizioni significa voler fuggire bruciandosi i ponti alle spalle, e tanto peggio per i lavoratori».
La Camera di Commercio di Pordenone, intanto, vista la situazione di queste ore, ha approvato le linee strategiche 2014, destinando 5 milioni di euro al finanziamenti di bandi mirati all’innovazione, alla internazionalizzazione e a quanti decidono di investire sulle start up.
«Abbiamo deciso di attingere a tutte le riserve di cui l’ente dispone - ha spiegato il presidente Giovanni Pavan - nella consapevolezza del ruolo proattivo che le categorie economiche della provincia di Pordenone possono concretamente esprimere per la salvaguardia del territorio», in un momento particolarmente critico a causa delle crisi di Electrolux e Ideal Standard.
Elena Del Giudice
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