UDINE. «All’origine di diversi recenti incendi verificatisi in Friuli c’è l’errata realizzazione o ristrutturazione della canna fumaria, che troppo spesso non è adeguatamente isolata o distanziata dal tetto in legno». A dirlo sono i vigili del fuoco di Udine che, attraverso le parole del funzionario Valmore Venturini, invitano alla riflessione e, soprattutto, al controllo diretto delle abitazioni.
«Abbiamo notato - spiega Venturini dal comando di via Popone - che, in alcuni casi, le fiamme si sono sviluppate perchè i lavori relativi alla canna fumaria (isolamento, distanze...) non sono stati effettuati a regola d’arte. Così ci è capitato di spegnere incendi divampati in case costruite da poco o appena ristrutturate. E quasi sempre i danni sono stati rilevanti, così come i disagi sopportati dai proprietari».
L’invito a porre maggiore attenzione alle modalità di costruzione del tetto e della canna fumaria riguarda anche le abitazioni realizzate secondo le tecniche della bioedilizia. Anzi, queste case sono quelle più a rischio, in quanto il fuoco potrebbe aggredire, oltre al tetto (che quasi sempre è in legno) anche le pareti in legno. Proprio come è accaduto pochi giorni fa in una mansarda seminuova della montagna friulana, rimasta gravemente danneggiata.
«I sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione - sottolinea ancora l’esperto - devono essere eseguiti con la massima attenzione e nel rispetto delle normative vigenti. Dunque, chi si trova a dover acquistare una casa nuova, dovrebbe verificare anche questi aspetti, magari rivolgendosi a un tecnico. Il punto critico è sempre quello in cui la canna fumaria attraversa il tetto in legno».Spesso il problema si pone anche per gli installatori di stufe o caminetti che - pur non realizzando il camino - dovrebbero comunque verificare di collegare i loro dispositivi a un impianto sicuro.
In inverno gli interventi dei pompieri per camini che vanno a fuoco sono sempre numerosissimi, quasi giornalieri. E, in molti casi, solo l’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco consente alla famiglia di evitare il peggio, ossia la distruzione della casa. Ma, secondo gli addetti ai lavori, basterebbero pochi accorgimenti per abbattere di gran lunga il rischio-incendi.
Prima di tutto, bisognerebbe effettuare le operazioni di manutenzione e pulizia più di una volta all’anno. Secondariamente, si dovrebbe verificare che le parti metalliche della canna fumaria non vadano a toccare quelle in legno dei solai: in tal caso, basterebbe un surriscaldamento per dare il via al fuoco.
«Quando ci sono fessurazioni, la fiamma e il calore - chiarisce ancora Valmore Venturini, portavoce del Comando provinciale di Udine -possono investire le parti combustibili dell’abitazione. Insomma, lo ripetiamo, i lavori devono essere davvero eseguiti a regola d’arte, altrimenti - prosegue - si creano inevitabilmente situazioni di pericolo. Tanti i casi che lo provano. Ricordo, per esempio, che qualche anno fa andò distrutto un attico in pieno centro storico. La perizia che ne seguì rivelò che c’era un contatto tra le parti metalliche della canna fumaria e il tetto in legno. In sostanza, l’isolamento non era stato fatto bene. Stesso discorso, solo poco tempo fa, per un agriturismo friulano che poi ha dovuto rimanere chiuso per giorni».
C’è poi l'altro argomento-chiave, la pulizia. «Inutile dire - conclude Venturini - che è indispensabile liberare i camini dalla fuliggine e dalle altre sostanze che possono depositarsi sulle pareti e finire per ostruire i camini».
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