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Corruzione, giudice arrestato

Multe “sospese”, ai domiciliari il capo del circondario dell’ufficio di pace

3 minuti di lettura

È agli arresti domiciliari il coordinatore dei giudici di pace del circondario di Udine Pietro Volpe, 53 anni (avvocato che esercita la professione a Trieste).

Secondo il tribunale di Bologna, il magistrato onorario, attraverso una serie di relazioni e facendo leva su entrambi i suoi ruoli, ha “pilotato” decine di ricorsi presentati da autotrasportatori stranieri, per lo più ucraini, multati dalla polizia stradale per i loro viaggi senza autorizzazione e con rilevanti sovraccarichi.

Accuse al giudice di pace

Il Gip emiliano Bruno Perla, accogliendo la richiesta presentata dal pubblico ministero Morena Plazzi, ha ipotizzato nei confronti di Volpe le accuse di corruzione in atti giudiziari, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e minaccia a pubblico ufficiale.

Tre denunciati

Altre tre persone, come reso noto ieri da una nota diffusa dal Compartimento di polizia stradale di Trieste, risultano denunciate in stato di libertà: si tratta di Antonio Traverso, già giudice di pace di Pontebba (ora in pensione) per le ipotesi di concorso in falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e corruzione in atti d’ufficio in quanto, in costante contatto con l’avvocato Volpe, «ha emesso, seppur incompetente per territorio, provvedimenti urgenti e immediatamente esecutivi per il dissequestro dei furgoni, consentendo così ai conducenti di portare a termine un illecito, con conseguente danno per l’Erario»; dell’ex sottufficiale triestino Gennaro Turco ritenuti collaboratore di Volpe e dell’avvocato udinese Andrea Tascioni (entrambi per il solo concorso in abuso d’ufficio).

Perquisizioni

Le residenze e gli uffici degli indagati ieri all’alba sono stati perquisiti dagli agenti della Sezione di polizia stradale di Amaro che hanno lavorato insieme ai colleghi della sezione di Udine sotto il coordinamento dell’ispettore capo Sandro Bortolotti. Nella sede del Giudice di pace di Udine, in viale XXIII marzo, i poliziotti hanno sequestrato interi armadi in cui sono custoditi numerosissimi fascicoli. Tutto il materiale sarà vagliato nelle prossime settimane.

Avvio dell’indagine

L’attività investigativa è cominciata circa un anno fa, dopo un esposto presentato da una ditta di trasporti udinese, la Hermes express. Nello stesso periodo ci sono state anche segnalazioni di anomalie provenienti dalla Prefettura di Gorizia e da altri magistrati onorari.

Il “traffico dei pacchi”

Nel 2013 da accertamenti della Polstrada emerge che lungo l’autostrada A4, nel tratto Venezia-Trieste, transitano ogni settimana, in particolare la domenica, 5-600 furgoni ucraini che portano merci per conto terzi dall’Italia all’Ucraina. Ciascun pacco, in media, pesa una quindicina di kg per un totale di 3mila kg di merce alla settimana per ogni furgone, più o meno il doppio rispetto al peso massimo consentito dalla legge.

Giro d’affari ed evasione

Chi spedisce paga 1,5-2 euro al kg. E così, secondo i calcoli degli inquirenti, il giro di soldi è di 4.500 euro a furgone ogni settimana, per un totale di 2.700.000, se si considera il transito stimato di 600 furgoni. Il volume d’affari sottratto al Fisco si aggira, dunque, intorno ai 120 milioni l’anno.

Anomalie e primi sospetti

Solo nel 2012 vi sono 80 ricorsi presentanti dall’avvocato Volpe al Giudice di pace di Pontebba per verbali fatti ad autotrasportatori stranieri fermati a Porpetto, Gorizia, Trieste, Pordenone, Venezia e Padova.

Perchè tutti a Pontebba?

Nei ricorsi si ipotizzava la competenza territoriale del giudice di Potebba in quanto i veicoli entravano in Italia da Tarvisio. Secondo gli investigatori, tuttavia, ciò rappresenta una falsità perchè solitamente i mezzi ucraini passano per Ungheria e Slovenia ed entrano in Regione da Fernetti o dal valico di Sant’Andrea. Se passassero da Tarvisio allungherebbero di 150 km. Ma, a prescindere da ciò, le irregolarità contestate non si concretizzano certo in entrata, quando i furgoni sono vuoti, bensì quando vengono caricati abusivamente (cioè troppo) ed eseguono il trasporto senza autorizzazione (art. 46 legge 298/74). I limiti di competenza territoriale appaiono evidenti alla polizia.

Il meccanismo

Ecco il copione che si ripete: la polizia stradale ferma un veicolo per trasporto abusivo di merce e contesta, in base al già citato articolo 46, una violazione amministrativa che comporta una contravvenzione da 4.130 euro e il fermo amministrativo del mezzo per 3 mesi. In alcuni casi, già il giorno dopo, l’avvocato Volpe esibisce un decreto emesso dal Giudice di pace di Pontebba di sospensione della sanzione con rinvio del giudizio. In altri casi la multa viene ridotta al minimo, 2065 euro e il furgone dissequestrato. Il trasportatore, quindi, ha spesso la possibilità di portare a termine il suo viaggio.

Sentenza prima dell’udienza

Il 6 marzo 2013 agenti della polizia municipale di Rimini si presentano nella sede del giudice di pace di Pontebba per discutere di 8 ricorsi. Prima dell’udienza e del dibattimento, chiedono di poter vedere i fascicoli e dentro ognuno trovano un dispositivo di sentenza con scritto “rigetto il ricorso determinando la sanzione nel minimo edittale 2065 euro” firmato giudice di pace Traverso. Gli agenti fotografano tutto e segnalano l’accaduto.

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