Tecnico della Ravanelli rapito in Libia
L’uomo che lavora per la società “Enrico Ravanelli” di Venzone al momento per la Farnesina risulta irreperibile

VENZONE. Un tecnico della società di costruzione “Enrico Ravanelli” di Venzone, il veneto Gianluca Salviato, è scomparso ieri dalla zona di Tobruk, che si trova nella parte orientale della Libia. In quell’area l’azienda friulana è attualmente impegnata a realizzare opere di urbanizzazione.
Alla Farnesina, nella tarda serata di ieri, l’uomo risultava «irreperibile». Tuttavia, secondo le prime informazioni filtrate dalla polizia libica, l’uomo potrebbe essere stato sequestrato a scopo di estorsione.
A Venzone, in azienda, e soprattutto nella zona di Venezia, dove Salviato abita, la tensione e la preoccupazione sono altissime perché nell’auto del tecnico idraulico – che è diabetico – è stato trovato, insieme ai suoi effetti personali, anche il kit con la sua riserva di insulina e altre medicine. Si teme, dunque, per la sua vita.
«Da quello che abbiamo saputo, Gianluca si era recato in città, a Tobruk, per alcuni collaudi– ha riferito al telefono un portavoce della Ravanelli nella tarda serata di ieri – e, a mezzogiorno, era atteso in cantiere, come al solito. Ma nessuno l’ha visto rientrare. L’allarme e le ricerche sono scattate immediatamente. Abbiamo avvertito le forze dell’ordine di Tobruk e tutte le autorità libiche. L’intera cittadina si è mobilitata per ritrovarlo – riferisce ancora il rappresentante dell’azienda di Venzone –, ma purtroppo, per il momento, è stata individuata solo la sua vettura». E aver trovato solo l’auto non è stata una buona notizia perché, come detto, nell’abitacolo c’erano i farmaci salvavita di Salviato. «Lo stanno cercando strada per strada - dicono ancora dalla Ravanelli -, mentre noi da qui siamo in collegamento costante con il cantiere. Ma sono tutti fuori, appunto nella speranza di rintracciarlo al più presto».
La “Enrico Ravanelli Spa” di Venzone è una società di costruzioni impegnata dall’ottobre 2012 nei lavori per la ricostruzione degli impianti idrici e fognari di Tobruk, nella regione Cirenaica, culla della rivoluzione della primavera del 2011 che portò alla rivolta contro Muammar Gheddafi. Da allora quella zona è rimasta la più turbolenta del Paese nordafricano. Il controllo delle forze di Tripoli è ridotto. Nell’area spadroneggiano miliziani che non riconoscono le autorità centrali.
La Farnesina, che ha più volte sconsigliato «di recarsi per qualsiasi motivo in Cirenaica e nel Sud del Paese» (l’ultimo avviso è di ieri), sta seguendo «con il massimo impegno» la situazione, in stretto contatto con l’Unità di crisi e l’ambasciata italiana a Tripoli. Lo scorso 17 gennaio, due operai calabresi, Francesco Scalise e Luciano Gallo, di 63 e 52 anni, erano stati rapiti vicino a Derna, sempre in Cirenaica, poi liberati venti giorni.
A tre anni dall’inizio dei bombardamenti occidentali contro le forze di Gheddafi, la Cirenaica resta in preda al caos, teatro di rapimenti (il più delle volte a scopo di estorsione) e scontri tra ex rivoluzionari e forze libiche che non riescono a controllare il territorio, diventando quasi quotidianamente l’obiettivo di attentati e uccisioni. La regione è stata dichiarata «autonoma» da un ex rivoluzionario Ibrahim Jadran che guida l’Ufficio politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica). È lo stesso gruppo che da mesi blocca i porti e i terminal petroliferi dell’est e che, nelle scorse settimane, ha tentato di esportare greggio «in proprio», stivandolo in una nave battente bandiera nordcoreana, in barba alle autorità di Tripoli. La petroliera “Morning Glory” è stata poi intercettata domenica scorsa al largo di Cipro da Navy Seal che ne hanno preso il controllo. Riportata in acque internazionali al largo di Tripoli la nave cisterna è stata riconsegnata ieri dalla marina Usa alle autorità libiche.
@RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori