Imprenditore triestino sulla cupola di San Pietro: Papa, aiutaci tu
Quarto blitz di Maurizio Di Finizio, titolare di un locale pubblico: «Non sono un eroe, ma un disperato»

TRIESTE. Per la quarta volta è riuscito ad eludere la sicurezza e a «scalare» la cupola di San Pietro. L'imprenditore triestino Marcello Di Finizio è salito di nuovo sulla basilica, dalla quale ha lanciato un messaggio di aiuto a papa Francesco e al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Presidente Napolitano per l'amore di Dio fermatevi, ci state ammazzando tutti - è scritto sullo striscione che è riuscito a srotolare da una delle finestre della cupola -. Papa Francesco aiutaci tu».
«Non sono un santo nè un eroe, sono solo un piccolo imprenditore che difende la sua casa e il suo lavoro. Anche a rischio della vita», scrive sul suo profilo Facebook a pochi minuti dall'ennesima protesta.
Di Finizio, titolare del celebre locale «La Voce della Luna» sul lungomare di Trieste, è ormai una «vecchia conoscenza» della gendarmeria vaticana. I suoi blitz sulla più celebre delle cupole romane hanno ormai scadenza ciclica.
Il primo risale al 30 luglio 2012, quando protestò contro la direttiva Bolkestein che, a suo dire, danneggerebbe la sua attività imprenditoriale.
Il 10 ottobre dello stesso anno replicò l'iniziativa, questa volta per manifestare contro il governo Monti e le multinazionali. «Help!!! Basta Monti, basta Europa, basta multinazionali. Ci state ammazzando tutti. Sviluppo??? Questa è solo macelleria sociale», aveva scritto sul solito lenzuolo bianco.
Il 20 maggio 2013, nonostante il divieto del questore a ritornare nella Capitale, Di Finizio riesce comunque a mettere a segno l'ultima «scalata», ancora una volta contro l'euro e la «macelleria sociale». Dopo quasi 30 ore sulla cupola, si convinse a scendere con la promessa di un incontro con i ministri al turismo e alle politiche europee. «Mi hanno mentito per tre volte - ribadisce invece oggi, al suo quarto blitz a San Pietro - ma non darò loro la soddisfazione di suicidarmi, io combatterò sempre per difendere la mia casa e il mio lavoro fino all'ultimo respiro. Se vogliono ammazzarmi (ammazzare la gente) lo devono fare davanti a tutti, affinchè sia chiaro che questi non sono suicidi, ma omicidi di stato. Mi hanno portato via tutto, ma non mi porteranno via anche la dignità».
Le proteste di Di Finizio hanno inizio ormai molti anni fa, quando il locale di sua proprietà venne distrutto da un incendio.
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