Furti di accessori di alta moda: arrestati, patteggiano in tre
Avevano colpito due volte alla Mabi, portando via merce per oltre 300 mila euro
Christian Seu
Ionut Lucian Mechea Popescu era indiscutibilmente la mente dell’organizzazione.
Era lui, per l’accusa, a pianificare i colpi, a decidere quali aziende e negozi saccheggiare, a scegliere gli uomini da schierare come vedette e quelli a cui affidarsi per eseguire materialmente i furti.
Quando, nel febbraio scorso, i carabinieri l’hanno arrestato, il comando delle operazioni è passato in capo ad Andrei Stefan Ungureanu.
Colpivano così: rubavano auto e furgoni (una quarantina in pochi mesi, tra il Friuli, la Lombardia, la Toscana e l’Emilia Romagna) e li utilizzavano nei loro raid, che prendevano di mira aziende produttrici e importatrici di articoli di alta moda.
Popescu, quarantunenne romeno, ha patteggiato tre anni e due mesi e si è visto infliggere una multa di 3 mila euro dal giudice per le udienze preliminari Roberta Sara Paviotti, davanti alla quale si è presentato assieme ad altri due componenti del commando, il trentaduenne Costel Alin Lupu e il quarantatreenne Leon Bata, suoi connazionali, che a loro volta dovranno scontare rispettivamente tre anni e sei mesi e tre anni.
L’operazione aveva portato all’arresto di nove persone, che a vario titolo avevano collaborato con il sodalizio criminale, che aveva messo nel mirino anche il borsettificio Mabi di San Daniele.
Il 25 novembre di un anno fa il colpo nello stabilimento di via Pirona: dopo aver sfondato il cancello d’ingresso e abbattuto la porta blindata del caveau con una vettura utilizzata a guisa di ariete, avevano rubato borsette marchiate Chanel per un valore complessivo di 352.332 euro.
Poche ore prima erano spariti da Dignano, Sesto al Reghena, San Vito al Tagliamento e San Daniele due furgoni e due Alfa Romeo Giulietta, utilizzate per il colpo, anche per bloccare le strade d’accesso.
Quattro mesi dopo, il 15 febbraio, ci avevano riprovato, questa volta senza successo: il blitz alla Mabi, già colpita più volte negli ultimi anni, non era riuscito.
Identico il copione messo in scena due giorni dopo: prima il furto di quattro Giulietta e due furgoni Iveco nel Bolognese, poi il blitz all’outlet The Mall di Reggello, in provincia di Firenze. All’inizio del mese lo stesso canovaccio era stato utilizzato per tentare l’assalto al polo logistico di Prada, nella zona di Arezzo: anche in questo caso l’arrivo delle forze dell’ordine aveva scompaginato i piani del gruppo.
A Castelfranco Piandiscò, sempre in provincia di Arezzo, l’operazione va in porto il 24 febbraio: a essere preso di mira è un magazzino da cui la banda (questa volta non c’è Popescu) riesce ad asportare centinaia di borse Prada, per un valore di oltre 150 mila euro.
Qualcosa però va storto: i carabinieri fermano per un controllo uno dei furgoni rubati e Ungureanu scappa ad alta velocità, lanciando addirittura un estintore per tentare di rallentare l’inseguimento della gazzella. L’ultimo colpo il 6 marzo a Camburzano (Biella), che vede ancora tra i protagonisti Lupu: dal lanificio Cesare Gatti spariscono 3.066 sciarpe marchiate Louis Vuitton, Gucci e Ferragamo, per un valore complessivo di 88 mila euro.
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