Chitarre distorte ed energia riecco i Brût & Madone
Brût & Madone, supergruppo nostrano, nato dall’incontro tra musicisti già attivi in altre formazioni come Slowmotion Apocalypse, Rumors of Gehenna e Rabiosi, si confermano un punto di riferimento per chi ama la musica decisamente robusta prodotta in Friuli. Avevano inaugurato il 2020 con alcuni memorabili concerti, a Manzano e a Faedis, e con la promessa di una nuova produzione, dopo l’esaltante prova di “Amîs Bire Casin” del 2018. Durante la pausa forzata del lockdown primaverile non hanno tradito quelle aspettative e si sono dati da fare per produrre il loro secondo disco. Si tratta di una nuova raccolta, in cui la band nata nell’autunno del 2006 - quando riempì di ruggiti e distorsioni il Palamostre di Udine, nella serata finale di quell’edizione del Premi Friûl organizzato da Radio Onde Furlane - conferma la qualità e la potenza della sua proposta musicale. Emblematico il brano che dà il titolo all’ep, “Welcome to the cjôt”, un autoironico invito al pogo selvaggio e allo stage diving, con la trasformazione in porcile di quello che gli americani chiamano “mosh pit” (la zona sotto il palco dedicata alle atletiche e ruvide danze abbinate ai suoni e a ritmi dell’heavy metal e dell’hardcore punk). Interessanti anche le altre proposte, a partire da “Voi Bastarts”, “Scjafoiaments” e “Il Cjâf”, i cui contenuti si possono ascoltare e in qualche modo guardare su internet dove l’offerta del canale Youtube dei Brût & Madone si è ulteriormente ampliata, con la messa in rete di un nuovo estratto dalla raccolta, intitolato “Ruvida”. —
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