Spilimbergo accoglie la Filologica friulana: il congresso che sogna il ritorno alla normalità
Si rinnova per la 99esima volta il tradizionale appuntamento. Un numero unico e la consegna del Premio Ermacora
Federico Vicario
Domenica 2 ottobre, la Società Filologica Friulana si dà appuntamento a Spilimbergo per celebrare il suo 99° congresso sociale. La giornata si aprirà alle 9 con la messa in lingua friulana nel Duomo di Santa Maria Maggiore, celebrata da don Italico Gerometta e accompagnata dai cori Tomat di Spilimbergo, San Marco di Pordenone e dalla Cantoria del duomo di Venzone Alle 10 ritrovo in piazza Duomo per l’accoglienza degli sbandieratori e tamburini spilimberghesi. Alle 10.30 al Teatro Miotto si apriranno i lavori: dopo il saluto delle autorità si terrà la premiazione della VI edizione del Premio “Chino Ermacora” - Scuele e marilenghe, il concorso per progetti didattici sul Friuli riservato alle nostre scuole. Interverranno poi Federico Lovison, con la relazione “Spilimbergo. Secoli di bellezza in un’antica città del Friuli” e Angelo Bertani, che presenterà la figura e l’opera dei due grandi protagonisti dell’arte friulana Italo Zannier e Nane Zavagno. Seguirà la presentazione del numero unico “Spilimberc”, a cura di Gianni Colledani e Marco Salvador. A illustrare il congresso è Federico Vicario, presidente della Società Filologica Friulana.
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Novella Cantarutti ha definito i cittadini di Spilimbergo gent da la grava, dove la ghiaia del greto del Tagliamento nasconde per larghi tratti l’acqua del fiume e va a costuire elemento primario e ineludibile del paesaggio: un fiume di ghiaia e non di acqua, un fiume di sassi grandi e piccoli, di tante forme e colori, portati giù dalle montagne e in viaggio verso il mare.
È la bella definizione che Gianni Colledani e Marco Salvadori richiamano nella premessa del volume Spilimberc, l’opera editoriale che la Società Filologica Friulana dedica alla città affacciata sulle sponde del fiume, di quella grande acqua che fa da cerniera e che collega le genti friulane di ca e di là da l’aghe.
Questo volume, ampio e impegnativo, va ad arricchire la collana dei Numeri Unici, che raccontano la cultura, le tradizioni, l’identità e la vita delle comunità che ospitano i congressi sociali del sodalizio.
Con la consueta polifonia di autori e di temi (68 autori per ben 76 contributi), rigoroso nell’impianto di redazione e ricchissimo di immagini, Spilimberc racconta ancora una volta la città, affascinante e incantata, e il rapporto così speciale che la lega alla Società Filologica, accogliendola per la quarta volta tra le sue mura e dispensando generosamente a tutti gli ospiti le straordinarie memorie della sua storia e della sua bellezza.
Proprio Spilimbergo è stata la sede nel 1926 del primo congresso di là da l’aghe della Filologica, come annunciava con un certo compiacimento l’allora presidente Pier Silverio Leicht, e a Spilimbergo si torna nel 1946, a discutere del futuro del Friuli, sconvolto dai lutti e dalle ferite ancora aperte della seconda guerra mondiale.
Il congresso sociale del 1984, il terzo della serie, è il congresso di Novella Cantarutti, figlia di questa terra, la voce più pura della lirica friulana di ogni tempo, una voce che ci invita all’appuntamento di domenica.
Il congresso sociale vive dei suoi tradizionali momenti di incontro, di confronto, di festa e di cultura. Dopo la santa messa in friulano nel Duomo di Santa Maria Maggiore alle 9, celebrata da don Italico Gerometta con la partecipazione del coro Tomat di Spilimbergo, della corale San Marco di Pordenone e della cantoria del Duomo di Venzone, i congressisti raggiungono il teatro Miotto per ascoltare le relazioni di Federico Lovison sul patrimonio storico-artistico della città, di Angelo Bertani in ricordo di Italo Zannier e Nane Zavagno, e la presentazione del Numero Unico a cura di Gianni Colledani e Marco Salvadori.
Dopo il pranzo sociale il programma prevede la visita guidata alla città e alla Scuola mosaicisti del Friuli, autentica eccellenza della nostra terra.
Accompagnano la manifestazione di domenica altri appuntamenti di sicuro interesse: la sera di venerdì 30 settembre si è tenuta la premiazione del concorso Zâl par furlan (IX edizione), dedicato alla narrativa in marilenghe; sabato primo ottobre, abbiamo avuto un interessante concerto a Palazzo Tadea di musiche di compositori friulani del Novecento; martedì 4 ottobre, infine, la presentazione del numero unico.
La pandemia ha colpito duramente le nostre sicurezze e i nostri stili di vita. Spilimbergo è il congresso che segna, lo speriamo tutti di cuore, il ritorno alla normalità, una normalità che siamo in grado di apprezzare adesso più di sempre, una normalità non scontata, che richiede l’impegno e la buona volontà di tutti.
Questa è la dimensione della cultura friulana in cui crediamo, la cultura della passione e del lavoro, la cultura che, nella pluralità delle sue manifestazioni, trae dai suoi borghi più belli, e tra questi sicuramente Spilimbergo, le ragioni della sua identità e del suo orgoglio. In un percorso che, ne siamo sicuri, ci porta lontano.
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