Francesco Bearzatti interpreta De Andrè in chiave jazz: «Adorava il genere»
Il musicista tra gli artisti protagonisti del disco tratto dallo spettacolo firmato da Luigi Viva e Luigi Masciari
LUCA A. D’AGOSTINOAndato in scena palla fine del 2022, con sold out a Milano e Roma (con una splendida anteprima a JazzAscona, ma anche Umbria Jazz Winter e Südtirol Jazz Festival), il concerto/racconto “Viva De André” firmato da Luigi Viva e Luigi Masciari è ora su disco (Jando Music/Via Veneto Jazz) e vede fra i più che noti musicisti il pordenonese Francesco Bearzatti.
«Fra il ’56 e il ’60 Fabrizio De André – racconta Luigi Viva – fece parte, come chitarrista, del Modern Jazz Group diretto dal pianista Mario De Sanctis e composto da Luigi Tenco, Attilio Oliva, Alberto Cameli, Carlo Casabona e Corrado Galletto. L’interesse per il jazz nacque nel 1956 quando acquistò l’album Jimmy Giuffre 3, rimanendo affascinato dal grande Jim Hall, maestro della sei corde.
Non a caso, moltissimi anni più tardi (1996), Fabrizio decise di ispirarsi a Jimmy Giuffre per una parte delle musiche di quello che sarebbe stato il suo nuovo lavoro, mai completato (I Notturni).
Ecco perché ho pensato di riproporre la sua musica in chiave jazz, potendo contare sulla abilità di Luigi Masciari, autore degli arrangiamenti e direttore musicale dell’intero progetto.
Insieme abbiamo allestito una formazione in grado di fondere, con il jazz, linguaggi e contaminazioni differenti, proprio per meglio adattare, rispettandole, musiche diventate dei classici della nostra musica.
Un quintetto, il nostro, composto fra i migliori musicisti italiani e non solo, quali Francesco Bearzatti, Giampiero Locatelli, Pietro Iodice, Alfredo Paixão e lo stesso Luigi Masciari.
Prima di entrare in sala, abbiamo ricevuto l’adesione di due dei più straordinari giovani talenti dell’attuale panorama americano: Giulio Carmassi, noto per aver fatto parte del Pat Metheny Unity Group e Michael League leader degli Snarky Puppy. Anche grazie a loro, al sostegno di Dori Ghezzi e Giandomenico Ciaramella, siamo riusciti a condurre in porto il nostro progetto»
Anche con Francesco Bearzatti abbiamo scambiato due parole per farci raccontare questa esperienza.
A poco tempo dal successo ottenuto a Roma e a Milano, con lo spettacolo “Viva de André”, ci può raccontare come è nata questa bella esperienza che ti vede sul palco, ma anche su disco, con accanto gli amici Luigi Masciari, Giampiero Locatelli, Francesco Poeti, Pietro Iodice?
«Sono entrato in contatto con Luigi Viva molti anni fa grazie alla stima reciproca ed abbiamo cominciato a frequentarci in Friuli, a Roma e un po' dove capitava. Con Masciari ho collaborato al suo primo disco, mentre il resto della band l’ho conosciuta grazie a questo bellissimo progetto su De André. L'idea di mettere insieme questo gruppo di persone nasce dai due luigi ed è un bellissimo modo di portare in scena l'ultima fatica di Viva, il libro Falegname di parole».
Quanto Faber amava il jazz e quanto Francesco ama Faber?
«Fabrizio adorava il jazz, ed è proprio da questo che prende spunto tutto lo spettacolo. Gli inizi lo vedevano come un grande estimatore di Jim Hall, che tentava di imitare nel tocco e nello stile, fino a quando comincio a scrivere canzoni per poi diventare quel gigante cantautore che tutti conosciamo. Personalmente ho cominciato ad apprezzare Faber molto tardi e ancora di più da quando sono stato coinvolto in questo lavoro. Questo perché quando ero giovane ero molto più attratto da sonorità più ritmiche tipo soul/ jazz / rock, come Lucio Dalla, Pino Daniele, ecc... Ascoltare la sua voce e i suoi testi ora, mi sconvolge per il coraggio e mi illumina per la profondità di pensiero».
Mi sembra che nel disco ci siano anche Giulio Carmassi e Michael League (e Alfredo Paixao al basso)...
«Nel disco c’è una vera e propria parata di musicisti fenomenali che grazie alla stima per Luigi Viva hanno accettato di partecipare. Questo aggiunge lustro e prestigio al disco.
Luigi Viva e Luigi Masciari: ci vuole raccontare di loro?
«Sono persone che frequento e con cui collaboro da più di 10 anni. Con Viva abbiamo radici friulane comuni per cui capita di incontrarci anche dalle nostre parti. Con lui parliamo tanto di musica ma non solo, condividiamo anche tanti pensieri di attualità politica e sociale. Di Masciari, oltre ad un ironia comune sempre in agguato, che ci fa ovviamente molto divertire, apprezzo moltissimo la musicalità e la scrittura. È un chitarrista e arrangiatore molto preparato, che tende a stare in secondo piano ma che quando decide di farsi sentire, porta la musica molto in alto.
A Roma c’è stato anche David Blamires...
« David è una persona solare, diverte e generosa. Spero che dopo la sua partecipazione a Roma ci sarà modo di collaborare insieme, il suo apporto è stato spettacolare».
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