Park rilegge Hitchcock e ci tiene fino in fondo con il fiato sospeso
Decision to leave è l’ultimo film del regista sudcoreano. Premiato a Cannes, miscela thrilling con sentimenti
GIANMATTEO PELLIZZARI
Alfred Hitchcock abita, da sempre, dentro il cuore e dentro gli occhi di Park Chan-wook. Una matrice più spirituale che stilistica, d’accordo, ma non certo timida quando sceglie di affiorare: è successo nel 2013 con “Stoker”, dove Park ha rielaborato “L’ombra del dubbio”, e succede oggi con l’enorme “Decision to leave”, dove Park sembra rileggere “Vertigo”.
Il cinema asiatico accende ancora la vostra diffidenza o, peggio, la vostra riluttanza, nonostante le muraglie abbattute da “Parasite”? Fatevi un regalo: date una possibilità a “Decision to leave”. E non dimenticate che, molto prima di “Parasite”, quelle muraglie hanno vacillato sotto i colpi furiosi di Park e del martello di “Old Boy”!
Furioso, appunto, e divisivo, inquieto e imprevedibile, il gigante coreano sfida il conformismo artistico da oltre vent’anni e difficilmente sbaglia mira.
Difficilmente delude le aspettative di chi, come noi, adora “Sympathy for mr.Vengeance” (scusate, non riusciamo proprio a chiamarlo “mr. Vendetta”!). Esistono due opere tanto lontane fra loro quanto “Sympathy“ e “Decision to leave”?
No, forse no, e non serve altro per raccontare Park: virtuoso dell’eccesso, virtuoso della sottrazione. Mai stanco di esplorare i generi e di forzarne i limiti.
“Decision to leave” è un noir hitchcockiano e, al tempo stesso, è un melò di Wong Kar Wai. È un mystery glaciale e, al tempo stesso, è l’incandescenza di una regia che ha folgorato Cannes...
Tutto ruota attorno alla morte sospetta di un uomo, alla seducente ambiguità di una vedova (Tang Wei) e all’indagine di un poliziotto (Park Hae-il) che perde il controllo della “giusta distanza”.
Qual è la verità? Quali sono le conseguenze di un’ossessione? Lasciatevi sedurre dalle geometrie di Park. Lasciatevi inghiottire, poco a poco, da questa elegantissima vertigine.
Decision to leave. Regia di Park Chan-wook. Con Tang Wei, Park Hae-il (Corea del Sud, 2022).
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