Jančar, Malaguti e Melchiorre sono i tre finalisti del Premio Latisana
La scrittrice Ginevra Lamberti si aggiudica il riconoscimento Coop Alleanza 3.0 La cerimonia di assegnazione sabato 15 aprile al Teatro Odeon
Martina Delpiccolo
«Una primavera che porta l’estate» nella scelta della data del 15 aprile per la cerimonia di assegnazione del Premio Letterario Internazionale “Latisana per il Nord-Est”. Ad annunciarla Simone Ciprian, presidente di Bottega Errante che cura organizzazione e regia della serata.
«Premio che ha in sé un valore simbolico e di prospettiva – ha sottolineato Piero Mauro Zanin, presidente del consiglio regionale -. Simbolico perché è l’apice di un percorso di formazione e invito alla lettura che le biblioteche svolgono quali giacimenti di gemme che consolano l’anima e fanno crescere la comunità.
Di prospettiva perché è un esempio di “glocal”, realtà locale, legata alle radici, e globale, che sa aprirsi. Una finestra che permette a chi è dentro di guardare fuori e a chi è fuori di entrare nel nostro territorio».
A portarci tra tematiche e riflessioni dei romanzi, la professoressa Cristina Benussi, presidente della giuria tecnica. «La montagna o le zone a margine sono al centro di quest’edizione, il cui tema è il destino, in mano agli uomini, fortemente connesso al luogo che abita l’uomo e non viceversa». In “Tutti dormono nella valle” (Marsilio) di Ginevra Lamberti, Premio Coop Alleanza 3.0 scelto dalla giuria dei lettori, emerge «il bisogno delle ultime generazioni di rompere le convenzioni, fuggire dalla valle, ma senza avere un altrove sicuro.
Ed ecco il ritorno obbligato del tempo su sé con la consapevolezza di averci provato». Così spiega Cristina Benussi, entrando poi nella terna dei finalisti: “Il Duca” (Einaudi) di Matteo Melchiorre, «un romanzo tradizionale-ottocentesco che mostra il sentimento istintivo dell’odio, attraverso un furto di legname, emblema del potere, perché se l’amore è cieco, l’odio è astuto e mira a vincere».
In “Il Moro della cima” (Einaudi) di Paolo Malaguti, la Grande guerra è vista con gli occhi di Agostino Faccin, “Il Moro”, guardiano del nuovo rifugio sul monte Grappa.
«Dal romanzo emerge la manipolazione ideologica che la montagna ha subìto, causandone la trasformazione ambientale. La natura è divenuta lastra di pietra, sacrario su cui lavarsi la coscienza».
Infine “E l’amore anche ha bisogno di riposo” (La Nave di Teseo) di Drago Jančar, che riprende nel titolo un verso di Byron. Cristina Benussi svela: «Non montagna ma ancora un luogo al margine, di frontiera». 1944, Maribor. «Il destino di questi luoghi coincide con quello dei Balcani che innescano la memoria retroattiva sulle guerre. L’amore, veicolato dalle donne, stenta a dirimere le spaccature dell’odio. L’autore ci invita a non prendere per buona nessuna ideologia forte, a non esaltare un vincitore violento, ma a meditare».
La premiazione, condotta da Claudio Moretti sabato 15 aprile alle 20.45 al Teatro Odeon di Latisana, sarà trasmessasul canale YouTube del Comune di Latisana. Il vicesindaco Ezio Simonin ha ripercorso la storia del premio, giunto alla 30a edizione, che dal Friuli si è aperto al Triveneto e poi ad Austria, Slovenia e Croazia, mentre Martina Cicuto, assessore alla Cultura, ha ricordato che il premio vive tutto l’anno anche grazie alle sue «profonde radici culturali».
I commenti dei lettori