Enrico Rava duetta con Fred Hersch: «E dopo il concerto voglio scoprire il Friuli»
Il musicista sarà stasera sul palco del Pasolini a Cervignano. «Faremo alcuni brani dell’ultimo disco e improvviseremo»
VALERIO MARCHI
La lunga e distopica pandemia, alcuni seri problemi di salute... poi però, finalmente, ecco l’uscita dall’incubo, come una rinascita: Enrico Rava duetta con il grande musicista statunitense Fred Hersch in alcuni splendidi concerti che palesano una sintonia immediata, un dialogo magico fra due strumenti – il flicorno e il pianoforte – e due spiriti diversi ma perfettamente complementari. Ebbene, oggi, martedì 21, alle 20.45, al Teatro Pasolini di Cervignano, nell’evento organizzato da Euritmica, quella magia potrà incantare il pubblico. Sentiamo in proposito Rava (che per inciso è torinese d’adozione, ma nativo di Trieste).
Quando è nata la collaborazione con Hersch?
«In tempi recenti. Ovviamente prima conoscevo la sua musica, ma ci siamo incontrati solo nel 2021: abbiamo fatto un concerto a Pescara in estate, poi altri, finché, stimolati dalla Ecm Records, abbiamo deciso di incidere “The Song is You”, uscito lo scorso settembre».
Il suo rapporto con la Ecm è di lunga durata…
«Inizia nel 1975, ma c’è stata una pausa dal 1982 al 2004, quando abbiamo ripreso i contatti. Da allora ho fatto parecchi dischi con loro, alcuni dei quali sono tra i miei preferiti».
C’è un titolo su tutti?
«Senz’altro “Easy living”, a mio avviso un bellissimo lavoro, con Bollani, Bonaccorso, Gatto e Petrella. È stato anche un notevole successo».
Ed è un successo anche “The Song is You”.
«In effetti è stato votato quale miglior disco Jazz dell’anno per “Top Jazz”, il referendum di “Musica Jazz”».
Oggi però non è facile che il pubblico ascolti un intero Cd, purtroppo.
«Già, c’è stato un cambiamento a mio avviso tremendo: pochi comprano i Cde pochi li ascoltano per intero. Molti ormai comprano un pezzo o due, e così il lavoro fatto per costruire un’opera organica, con un suo senso compiuto, si perde».
Il concerto in programma a Cervignano ha una struttura definita?
«Eseguiremo certamente brani da “The song is you”, ma anche altri. Comunque decideremo lì per lì: vedremo com’è il pubblico, com’è l’acustica e come ci sentiamo noi, adattandoci al momento. In genere decidiamo il primo pezzo, poi si prosegue…».
Ma “The Song is You”, che unisce diversi “standard” e brani nuovi, come è nato concretamente?
«Quando siamo entrati in studio avevamo già deciso alcuni pezzi quali “Retrato em Branco e Preto” e “I’m Getting Sentimental Over You”; altri però no, ad esempio “Misterioso” e la stessa “The Song is You”. Non era neppure previsto che Fred suonasse da solo “Round Midnight”, e poi c’è un pezzo totalmente improvvisato – “Improvisation”, per l’appunto” – che pochi hanno capito ma che a mio avviso è il brano clou, il più interessante».
Ma veniamo a Enrico Rava e il Friuli: cosa lo lega a questa terra?
«Le dico solo questo: dopo il concerto a Cervignano ho a disposizione tre giorni prima di andare a suonare a Piacenza. Ebbene, in quei giorni rimango in Friuli per visitare i luoghi che amo, in primis Aquileia e Palmanova, e per godere della vostra cucina. Ma le dico anche questo: il papà di mia moglie era di Sacile».
Ci sono però anche legami artistici, giusto?
«Sì, sono amico di musicisti friulani straordinari: ad esempio U.T. Gandhi, che è stato la colonna portante di uno dei miei gruppi che ho amato di più, gli Electric Five, in cui c’era anche Giovanni Maier. Ma ho suonato anche con altri, come Glauco Venier e Francesco Bearzatti».
E Mirko Cisilino?
«Con lui purtroppo non ho mai collaborato, ma ho avuto la fortuna di ascoltarlo e lo ritengo il trombettista più interessante oggi in Italia».
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