Siria, Turchia e Kiev: Pordenone Docs Fest getta lo sguardo sul contemporaneo
Presentata la rassegna: 50 documentari da 28 Paesi. Tra gli ospiti il giocatore Nba, Enes Freedom, e Giulia Blasi
Paola Dalle Molle
Un osservatorio speciale sulla contemporaneità per aggiornare lo sguardo sul mondo e le sue sfide. Considerato come uno dei festival più importanti sul documentario e, da quest’anno, anche il più green d’Italia, prende il via Pordenone Docs Fest organizzato da Cinemazero, in programma dal 29 al 2 aprile a Pordenone.
Il programma della XVI edizione si presenta da record sotto diversi aspetti: cinque giorni con 50 proiezioni, di cui 25 anteprime nazionali e tre prime visioni assolute, 28 Paesi rappresentati, sei premi e una giuria d’eccezione tutta al femminile presieduta dalla regista cilena Valeria Sarmiento, proiezioni per le scuole e un cineconcerto esclusivo come finale. A presentare la rassegna ieri, Marco Fortunato, presidente di Cinemazero e Riccardo Costantini, curatore del festival. A partire da una domanda: il documentario può cambiare il mondo? «Ce lo chiediamo spesso – afferma Riccardo Costantini – è ovviamente un’ambizione eccessiva e una provocazione ma d’altra parte siamo convinti che, visti gli esiti delle nostre attività, un ruolo sociale questo genere di cinema, lo abbia, e in questo, anche il nostro festival».
E mai come quest’anno, Pordenone Docs Fest mette al centro della sua programmazione alcuni valori considerati centrali in questo momento storico raccontati con i migliori documentari del mondo selezionati seguendo il criterio della qualità sia nella forma cinematografica sia nella profondità di analisi.
Mercoledì 29 marzo alle 17.30, primo evento del Festival, la cerimonia per la consegna del Premio speciale Images of courage a Caesar, nome in codice che protegge l’identità di un ex fotografo siriano che per anni ha documentato per conto dei servizi di sicurezza, le migliaia di corpi torturati e senza vita usciti dalle carceri di Damasco.
A seguire, in anteprima nazionale, “The lost souls of Syria” con la partecipazione dell’autrice Garance La Caisne, giornalista indipendente francese specializzata in Medio Oriente. A seguire, “The art of silence” di Maurizius Staerkle Drux, il primo documentario sulla vita di Marcel Marceau, proposto in collaborazione con Ente Nazionale Sordi di Pordenone e con Louis Chevalier, ballerino, nipote di Marceau.
Tra i numerosi ospiti di Docs Fest, grande attesa per il giocatore Nba di basket turco, ora cittadino americano, Enes Freedom, paladino della libertà di espressione e candidato al Nobel per la Pace 2021. Inoltre, nel segno dell’inclusività giovedì 30 marzo alle 17, la proiezione del film in anteprima nazionale “White balls on walls”, di Sarah Vos che offre lo spunto per una tavola rotonda sulla comunicazione inclusiva con la scrittrice Giulia Blasi. Le donne saranno protagoniste di questa edizione del festival: dalla giuria al femminile alle registe ospiti fino alla retrospettiva, Donne con la macchina da presa – curata da Federico Rossin in collaborazione con i principali archivi italiani – che ripercorre le origini del documentario femminista italiano. In conclusione, gran finale affidato al cineconcerto “Arrivederci, Berlinguer! ” in anteprima assoluta, domenica 2 aprile alle 20 e 45, con musica di Massimo Zamboni e il girato di alcuni tra i maggiori cineasti italiani del politico italiano a quasi 40 anni dalla sua scomparsa.
Tutto il programma: www. pordenonedocsfest. it.
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