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Milano celebra Helmut Newton, il “bad boy” della fotografia mondiale

In occasione del centenario della nascita a Palazzo Reale (sino al 25 giugno) in mostra 250 sue fotografie

Emanuela Minucci
Aggiornato alle 3 minuti di lettura

Creato da

Milano rende omaggio a Helmut Netwon con una grande retrospettiva, ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita del fotografo (Berlino, 1920 - Los Angeles, 2004) e posticipata a causa della pandemia: apre al pubblico nelle sale di Palazzo Reale da venerdì 24 marzo.

La mostra «Helmut Newton. Legacy», visitabile fino al 25 giugno 2023, mira a dare uno sguardo nuovo all’unicità, allo stile e al lato provocatorio del lavoro del  «bad boy» della fotografia mondiale. La mostra è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore artistico de «Le Stanze della Fotografia a Venezia», e ripercorre attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video l’intera carriera di uno dei fotografi più amati e discussi di tutti i tempi.

Accanto alle immagini iconiche, un corpus di scatti inediti,presentati per la prima volta in Italia, svela aspetti meno noti dell'opera di Newton, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali. Polaroid e «contact sheet» permettono di comprendere il processo creativo che si cela dietro alcuni dei motivi più significativi del lavoro di Newton, mentre pubblicazioni speciali, materiali d'archivio e dichiarazioni del fotografo consentono di ricostruire il contesto nel quale è nata l'ispirazione di questo straordinario artista. Lungo un percorso articolato in capitoli cronologici, i visitatori possono attraversare tutte le fasi ed evoluzioni della vita e della carriera di Newton, dagli esordi fino agli ultimi anni di produzione.

La vita
Helmut Neustädter nasce a Berlino nel 1920 da una ricca famiglia di origine ebrea ed esprime presto il suo interesse per la fotografia. Inizia la propria formazione all’età di 16 anni affiancando la famosa fotografa di moda Yva, ma presto lascia la città per sfuggire alla persecuzione degli ebrei. Dopo alcuni viaggi in cui lavora come fotoreporter, apre a Melbourne un piccolo studio con il supporto della futura moglie, l’attrice June Brunell. Nel 1956, operando sotto il nome anglicizzato di Helmut Newton, inizia a collaborare con Vogue Australia, Vogue Inghilterra e con Henry Talbot, nel loro studio comune a Melbourne. Il fotografo raggiunge il suo stile inimitabile a Parigi negli anni sessanta: la sua visione dinamica si manifesta, ad esempio, in una serie di fotografie delle produzioni dello stilista André Courrèges che Newton scatta per la rivista britannica Queen nel 1964, o nei suoi lavori per Vogue Francia ed Elle Francia.

Il sodalizio con YSL e Lagerfeld
In questo periodo, Newton sviluppa intense collaborazioni con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld attraverso le quali cattura lo spirito del tempo, segnato dalla rivoluzione sessuale di fine decennio, senza limitarsi alla rappresentazione dell'abbigliamento come accessorio, con una fotografia dal taglio metafisico. A metà degli anni sessanta acquista una casa vicino a Saint-Tropez in Costa Azzurra, luogo che diventerà sfondo per innumerevoli scatti. Si fa strada l'interesse per il tema del sosia, che comincia a elaborare attraverso duplicazioni di immagini e accostamenti di manichini e modelli dal vivo. Le diverse commissioni da parte di riviste internazionali lo spingono a viaggiare a Venezia, Londra, Milano, Roma, Montréal e Tunisi. Negli anni settanta, uscendo dai canoni della fotografia di moda classica, realizza immagini sempre più provocatorie, stravolgendo set e impiegando modelli e stylist in modo non convenzionale. Newton allarga ulteriormente le possibilità creative dei suoi servizi fotografici: in elicottero, su una spiaggia alle Hawaii, in hotel parigini. Con la sua opera, testa i limiti sociali e morali, arrivando a ridefinirli. Le sue modelle appaiono eleganti ed erotiche, anarchiche e giocose. Queste immagini catturano e ingannano l'occhio, solo ad un esame più attento si distingue ciò che è reale da ciò che è una ricostruzione o rievocazione delle sue idee e osservazioni. La sua ispirazione per questi scatti viene dalle fonti più disparate: il surrealismo, i racconti di fantasia di E.T.A. Hoffmann, le trasformazioni viste nel film Metropolis di Fritz Lang.

«Naked and Dressed»
Nel 1981 pubblica l'innovativa serie «Naked and Dressed», che appare nelle edizioni italiana e francese di Vogue e successivamente nei suoi libri. Il nuovo concetto visivo dei dittici consiste nel far posare, gli uni accanto agli altri, i modelli nudi e vestiti, raccontando lo spirito culturale del tempo - come i cambiamenti del ruolo delle donne nella società occidentale. Parallelamente a queste immagini produce i primi cosiddetti «Big Nudes'», sia per la carta stampata che come stampe a grandezza naturale. A partire dal 1987 Newton idea la propria rivista di grande formato, «Helmut Newton’s Illustrated», costituita da quattro numeri pubblicati a intervalli irregolari. Negli anni novanta Newton usa un approccio ancora più innovativo e all'avanguardia, lavorando sia per editoriali di moda che per grandi commissioni e campagne pubblicitarie di stilisti quali Chanel, Thierry Mugler, YSL, Wolford, e clienti come Swarovski e Lavazza. In questo periodo le immagini di moda iniziano ad affermarsi nel mercato dell'arte con quotazioni «stellari» alla luce della crescente consapevolezza del significato culturale del genere. Newton riceve premi in Francia, Monaco e Germania come riconoscimento della sua totale dedizione alla fotografia.
La passione per il ritratto
L’ultima selezione di scatti vede intrecciarsi ancora una volta, nel modo unico di Newton, i principali temi approfonditi nel corso della sua carriera: la moda, il nudo e il ritratto. Si tratta di un’ultima e potente testimonianza del carattere unico e della straordinaria visione del fotografo. Fino alla fine della sua vita Helmut Newton ha continuato a incantare e provocare con la sua singolare interpretazione della femminilità. Il suo lavoro per oltre sei decenni ha sfidato ogni tentativo di categorizzazione. Nessun altro fotografo è mai stato pubblicato quanto Helmut Newton e alcune delle sue immagini più iconiche sono diventate parte della nostra memoria visiva collettiva. Il progetto di allestimento prevede l’impiego di materiali sostenibili - riciclati, riciclabili e riutilizzabili: il rivestimento della pavimentazione è una moquette di nylon rigenerato Econyl realizzato dal Gruppo Aquafil con Radici; le pareti hanno pannellature in MDF rivestite da tessuto di cotone fornito da Tessuti di Sondrio/Gruppo Marzotto. A fine mostra i tessuti diventeranno parte del Best Stock di Cittadella dell'Arte Fashion Best - Fondazione Pistoletto Onlus. 

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