Il soldato Kostantin sul fronte ucraino: un diario racconta la follia della guerra
Le considerazioni e le riflessioni di un giovane militare russo. Andrea Romoli rende pubblico il quaderno trovato sul fronte
VALERIO MARCHI
Una foto di Karina Bikbulatova ispirata al racconto del diario del soldato sui cui è incentrato il libro
«Noi siamo solo comparse in un gioco immensamente più grande»: è lucidissima la consapevolezza di Konstantin, giovane soldato russo di cui conosciamo solo il nome di battesimo e il fatto che esso gli fu imposto in un orfanotrofio.
E mentre cerca con tutte le sue forze interiori di rimanere umano nel mezzo di «tutto l’orrore di cui siamo stati capaci», Konstantin sa perfettamente anche questo: i soldati, «trasformati in un’armata di cani impazziti che uccidono per sopravvivere», partecipano a quel massacro «non per proteggere la nostra Russia e la sua cultura», bensì «per la volontà di un’élite lontana da noi più delle stelle in cielo».
«Viviamo di menzogne e per le menzogne uccidiamo», continua, perché «politici e generali mentono alla nazione a schermi unificati» e dal patriarca Khiril «non è venuta una sola parola di condanna di questa guerra».
Grazie a Dio ci sono ancora soldati che, come Konstantin, provano non solo «la vergogna di far parte di tutto questo», ma anche «pena e umana compassione» per i nemici umiliati e massacrati, perché «anche loro hanno la loro verità. Non peggiore, non migliore della nostra».
Altri soldati, però, giungono sino al punto di provare «piacere per il dolore e il tormento inflitto ad altri esseri umani» e riguardo a questi ultimi Konstantin scrive: «Ho paura di queste persone, anche se vestono la mia stessa uniforme, anche se sono i miei compagni, ho più paura di loro che del nemico!».
Konstantin redige un diario proponendosi una missione di verità: «Mi manda in bestia che nessuno racconti la verità... Ogni giorno giuro a me stesso che quando verrà il momento racconterò tutto quanto è successo».
Non solo, ma sogna di potere un giorno - con l’aiuto di Dio, alle cui mani egli si affida con profonda fede - fare il magistrato per «riparare i torti subiti dagli uomini giusti per mano degli empi» e dare così il suo contributo nel «mettere in moto un processo di cambiamento profondo della società russa»: perché, osserva, «non può prosperare un Paese in cui si usano la legge e i tribunali per spegnere la voce del popolo che chiede libertà».
Il suo quaderno, scritto a mano in cirillico poco prima della controffensiva ucraina che aveva liberato Kiev, e raccolto da militari ucraini in un accampamento russo abbandonato, è esposto al museo nazionale di Kiev dedicato all’assedio della capitale.
Nell’estate del 2022 Andrea Romoli, goriziano, inviato del Tg2, lo ha notato, ha potuto leggerlo in forma integrale e, ci racconta, ha subito immaginato «un muto dialogo a distanza tra me e quel soldato, di cui nulla sapevo ma che tanto ho sentito vicino identificandomi con il suo capitano, che per Konstantin è quasi una sorta di secondo padre con cui confrontarsi e, se necessario, scontrarsi».
È nato così “Z. La guerra del soldato Konstantin”, appena edito da Gaspari: un piccolo gioiello ingigantito dalle strepitose fotografie di Karina Bikbulatova, giovane ma già affermata artista russa che ha scelto la dissidenza e che per questo è rifugiata in Italia. I due autori hanno deciso di far tradurre il testo per farlo circolare nei canali Telegram della dissidenza.
Romoli conosce da vicino la guerra: capitano di complemento dell’esercito italiano, ha partecipato a missioni in Iraq, Afghanistan, Bosnia, Libano, Kossovo e Albania.
«Tutto il libro – spiega – si riassume nella dedica “Ai giusti dalla parte sbagliata”: perché dovunque la storia ci metta (e può capitare di essere messi dalla parte sbagliata) possiamo rimanere dei giusti.
Da ogni parte di una guerra ci sono i delinquenti, ma anche le persone per bene, come Konstantin. Noi non sappiamo se egli sia ancora vivo o no, ma di sicuro è stato, e forse è ancora, un giusto. E chissà, magari un giorno lo incontreremo di persona».
I commenti dei lettori