Tra architettura e artigianato ecco la storia delle cementine in una ricerca dell’Università di Udine
Venerdì il convegno dedicato alle mattonelle artistiche. Un prodotto di nicchia rilanciato da un progetto locale
Elena CommessattiCementine queste sconosciute, almeno fino a domani, venerdì 31, quando a Udine all’università, nel palazzo di Toppo Wassermann di via Gemona, dalle 9 si terrà il convegno “Con i colori dei marmi e il costo della terra. Le cementine: una storia di arte, architettura e artigianato”.
È in questo contesto che verranno presentate le ricerche sulle caratteristiche di questo manufatto svolte dall’ateneo friulano. Che cosa siano le cementine, lo abbiamo chiesto a Giuseppina Perusini, storica dell’arte, docente di storia del restauro e delle tecniche artistiche all’università di Udine.
È a lei che si deve l’idea e il coordinamento di ricerca in questo ambito, che negli ultimi mesi sta portando a una brillante “cementina-mania”, con il recupero di numerose segnalazioni.
«Sono mattonelle di cemento pressato – ci racconta – utilizzate per pavimenti e rivestimenti di luoghi pubblici e abitazioni. Nascono in Francia verso il 1850. E in Italia? Si trovano a partire dalla fine dell’Ottocento. In Friuli Venezia Giulia poi c’è un’ampia produzione che si sviluppa fin dopo la Prima guerra mondiale».
Stiamo parlando di quelle piastrelline quadrate con motivi decorativi, ad esempio bianco e nero? «Attenzione – ci dice la professoressa, – quelle friulane non sono cotte, a differenza delle coeve mattonelle triestine. Una produzione che ora è diventata un prodotto di nicchia. Sta nel limbo tra l’artigianalità e il mood industriale». Anzi.
Per ridare slancio alla produzione di questo manufatto è nato il progetto “Cementine a Nordest” che coinvolge la giovane impresa sociale “La Gioviale Laboratorio artigianale di cementine” di Udine, del gruppo “Nemesi Cooperativa sociale”. L’iniziativa rientra nel progetto Diva Interreg Italia-Slovenia e si svolge in collaborazione con la società Fare, l’editrice universitaria Forum e l’Ateneo friulano. In parallelo sono nate anche le ricerche dell’ateneo stesso, in un campo in cui «non esiste al momento letteratura a riguardo», commenta Perusini, «e ci stiamo riferendo alla produzione italiana, in particolar modo a quella florida territoriale, che coinvolgeva ditte di pregio, come la Tonini, la D’Aronco, la Bonini di Santa Maria La Longa. ”
E ora il convegno, introdotto da Andrea Cafarelli, Linda Borean, Alessandro Gasparetto. Nella prima sezione, coordinata da Giuseppina Perusini, si tratteranno gli aspetti storico-artistici delle cementine, a partire dalla loro produzione e diffusione in ambito iberico e sudamericano (Javier P. Grossutti), triestino (Giuseppina Perusini e Diana Barillari), viennese (Tina Zickler), bergamasco (Sandro Scarrocchia) e friulano (Chiara Pecile, Gabriella Bucco), unitamente agli strumenti di schedatura e catalogazione di questo patrimonio diffuso (Martina Visentin). Nella seconda, introdotta da Paolo Bon e coordinata da Alberto Sdegno, si affronteranno i problemi legati alla modellizzazione 3D degli stampi (dallo stesso Sdegno), l’introduzione del calcestruzzo nell’edilizia (Alessandra Biasi), i problemi legati al restauro (nel caso della fabbrica Tessieri di Lucca, da Alessandro Baldassari) e al recupero (Livio Petriccione, Francesco Chinellato), gli aspetti dell’impiego solidale e inclusivo in queste produzioni (Monica Gregorat e Christina Conti). Per concludere con le prospettive creative e di sperimentazione artistica (con Giovanni Tubaro, Michele Gortan).
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