Il nuovo progetto di Irene Cao per Sky «Raccontiamo il legame tra arte ed eros»
La scrittrice pordenonese ha ideato il format televisivo: «Ecco come guardare con occhi liberi cosa c’è in un’opera»
Gabriele Giuga
Annunciato in grande stile e come si conviene alle iniziative di lusso, il nuovo progetto di Sky Arte “Ars erotica”, nato da un’idea di Irene Cao ha preso forma ed è dal 23 maggio, in esclusiva su Sky Arte alle 21.15 e in streaming solo su Now.
La docu-serie Sky Original “Ars erotica” si sviluppa in cinque puntate, distribuite in quattro sere, nelle quali l’attrice Euridice Axen, voce e volto della narrazione sullo scenario nobile del palazzo bolognese Bevilacqua Ariosti, affrontando in ogni episodio un lato diverso dell’erotismo e del ruolo che emerge in alcune opere artistiche, conduce lo spettatore in maniera ironica, leggera e intelligente alla scoperta di un modo laterale di leggere l’arte.
Detta così potrebbe indurre a confondere il progetto di Sky Arte con iniziative puramente descrittive e leziose, in realtà ogni argomento è trattato con il supporto dell’analisi di tre studiosi. Riccardo Fedriga, storico delle idee, Ilaria Gaspari scrittrice e filosofa, con lo storico dell’arte Giovanni Careri forniscono al progetto lo spessore analitico che lo rende oltremodo interessante.
«Due anni e mezzo fa – ci racconta la scrittrice di Caneva, caso letterario nel 2013 con la trilogia erotica pubblicata da Rizzoli Io ti guardo, Io ti sento, Io ti voglio tradotta in ben 14 lingue – mentre ero in montagna mi è venuta l’idea di raccontare il rapporto tra erotismo e arte. Ragionandoci mi ha stupito il fatto che un tema del genere non fosse stato affrontato prima. Seguo da tempo i Sky Arte così ho mandato una mail con la mia idea»
Cioè, semplicemente una mail e basta?
«È così, guardi ero a Tarvisio, pieno Friuli, e ho scritto la mail. Devo a Roberto Pisoni, all’epoca direttore di Sky Arte, il fatto che ciò che avevo in mente sia stato compreso, poi il progetto è stato seguito da Dino Vannini, davvero con grande cura. La realizzazione è stata complessa, grazie anche al magnifico gruppo bolognese della Bottega Finzioni che ne ha curato la realizzazione video, e a Michele Cogo e Francesca Tancini che hanno scritto i testi, con la collaborazione di Giuseppe Cassaro. Tutto è sviluppato con uno stile, quello celto dal regista Maxim Derevianko, che si muove con eleganza e anche ironia»
L’arte è un po ’il suo campo da sempre, con una tesi di dottorato in Archeologia e Storia dei Paesi del Mediterraneo, e lo sfondo che ha sempre accompagnato i protagonisti della trilogia, per esempio, si coglie il profondo legame che lei ha con l’arte in genere.
«Amo la pittura rinascimentale, ma amo la bellezza in genere. Mi lasci dire che l’idea di “Ars erotica” cerca di far emergere quanto sia profondo il legame dell’arte con l’eros e quanto sia allo stesso tempo sorprendete e curioso che se ne parli così poco. Sui libri di scuola non si accenna minimamente a questo legame ed è il modo con cui guardiamo le opere d’arte. Ars Erotica vuole suggerire di guardare oltre, di guardare davvero con occhi liberi, cosa c’è in un’opera d’arte».
Il primo episodio affronta il tema del voyerismo.
«Infatti, ed è tutt’altro che recente o isolato nel mondo artistico. Pensi a “Susanna e i vecchioni”, quadro del ’600 ripreso più volte nel corso degli anni successivi e dipinto da una mano femminile, quella di Artemisia Gentileschi a soli 17 anni, riprende un episodio biblico dell’Antico Testamento. Sempre nella prima puntata si affronta il tema dei luoghi dell’eros».
Insomma, un bel traguardo.
«Guardi non pensavo che ce la facessimo perché tutto lasciava supporre che la serie sarebbe andata in onda in autunno. Invece con un gran lavoro di squadra andiamo in onda adesso. E sono davvero molto felice che dagli eremi del Friuli, sono arrivata a Milano bussando a tutte le porte possibili, senza nessuno che mi introducesse, armata solo del mio coraggio e provando in tutti i modi a dire che io questa cosa la volevo fare».
Si goda questo momento, ma avrà già in mente qualcosa per dopo?
«C’è un mondo intero di relazioni fra l’eros e altri ambiti da indagare, perché non la letteratura, per esempio. Pensi che il primo letto, con riferimenti molto espliciti, che compare nella nostra cultura letteraria è già nell’Odissea».
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