“Gaudet Aquilegia” con Paolo Fresu: «Un concerto con brani antichi rivisti con rispetto»
Il musicista tra i protagonisti in basilica. «Sto lavorando a un progetto su Pinocchio»
Alessio Screm
Nella Basilica di Aquileia, metti una tromba e un flicorno suonati da Paolo Fresu, il coro di voci bianche VocinVolo diretto da Lucia Follador, Sebastiano Zorza alla fisarmonica, Marko Feri alla chitarra, Giorgio Fritsch a percussioni e timpani, Aleksandar Paunovic al contrabbasso e basso elettrico.
Poi ancora un trio d’archi con Simone D’Eusanio al violino, Margherita Cossio alla viola e Federico Magris al violoncello. Insieme per “Gaudet Aquilegia”, cantata sacra scritta dal compositore Alessio Domini, nostro talento che ha lavorato sul rito musicale patriarchino nell’intenzione di stabilire una connessione tra antico e contemporaneo, coniugando le radici musicali friulane con la modernità.
In prima assoluta, l’opera verrà eseguita venerdì 26 maggio, alle 20.45, evento organizzato dalla Società Friulana di Archeologia Odv. Abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda a Paolo Fresu, artista di nomea mondiale che non ha bisogno di presentazioni.
In Friuli ha moltissimi ammiratori e amici pronti ad accoglierla, una terra che ha più di qualche affinità con la sua Sardegna.
«Vengo spesso in Friuli, è sempre un grande piacere tornarci, sono circa vent’anni che frequento lo studio Artesuono di Stefano Amerio, un luogo meraviglioso da dove escono buona parte delle mie produzioni discografiche.
Inoltre qui ho molti amici musicisti, tra cui Glauco Venier, pronti con un nuovo progetto dedicato a Pinocchio che compie 140 anni. Poi tanti concerti, come al festival More Than Jazz, ed ora ad Aquileia.
Mi sento a casa, questa è una terra fertile in fatto di musica improvvisata. Non mancano le consonanze con la Sardegna: una lingua propria, una cultura genuina, rurale, buon cibo e un vivere sincero».
Già nel 2018 ha collaborato col coro VocinVolo nel disco “A Christmas With Friends”, l’anno dopo in un concerto avete eseguito “Notte de Chelu” e “No potho reposare” negli arrangiamenti di Alessio Domini che ora incontrerà in “Gaudet Aquilegia”. Cosa ne pensa di questo lavoro?
«I bambini e ragazzi diretti da Lucia Follador sono bravissimi, hanno tanta musicalità, come hanno dimostrato anche per il canto natalizio del mio piccolo paese natale, Berchidda. Alessio Domini è un arrangiatore e compositore molto capace e interessante.
Non è facile, come nel lavoro che presenteremo, mettere le mani su brani antichi che poi fanno parte, direttamente o indirettamente, del vissuto musicale di chi queste terre le abita.
Filologicamente rispettoso, nella difficoltà di usare certi termini in repertori come questi, il lavoro si presenta certamente ben pensato e originale.
Con Daniele Di Bonaventura ho realizzato un’idea simile sul recupero in chiave contemporanea di antiche monodie con “Altissima Luce. Laudario di Cortona”. Per cui ben vengano queste operazioni, sono molto felice di farne parte».
L’opera di Domini mette insieme musicisti professionisti e ragazzi, cosa significa per lei?
«È fondamentale mettere in comunicazione generazioni differenti, anche di molto, diverse competenze per un’idea comune. Fare musica significa anche travalicare l’idea di bellezza per la condivisione, lo stare vicini.
Il periodo delle distanze forzate lo abbiamo superato, ora è il momento di ricomporci e ritrovarci, meglio se tra età differenti. Da molti anni partecipo con mia moglie Sonia Peana ed altri artisti a progetti nelle scuole come “Nidi di Note”, “Notelementari”, “Il jazz va scuola”.
Suonare è ancora una pratica reale, dev’essere un messaggio del vivere e non solo per il vivere, il tutto da farsi insieme».
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