Ben Palmer all’Orchestra San Marco: «Suoneremo classici e contemporanei»
Nuovo direttore a Pordenone, il debutto oggi a Udine, poi a Cordenons: «Dissacreremo Vivaldi»
Cristina Savi
Nel suo programma ci saranno nuovi punti di vista trasversali come “looking back/looking forward” (ovvero classici e contemporanei a confronto), “musica e natura”, una sensibilità“ sociale” verso un ascolto mirato a un pubblico giovane, con uno spazio particolare alle donne: è un vento musicale nuovo quello che porta con sé il direttore e compositore inglese Ben Palmer, da oggi impegnato in un progetto triennale nel ruolo di direttore principale dell’Orchestra San Marco di Pordenone, che da qualche mese vede alla presidenza la giovane Tamara Sacilotto.
Un organico che in questi ultimi anni ha diretto dal podio delle Giornate del cinema muto, («ma certo ora sarà un’altra cosa e il confronto stabile mi appassiona e mi emoziona»), affiancandosi al direttore artistico dell’Orchestra, Federico Lovato. Il suo debutto, con il programma “Sinfonia concertante", è atteso oggi a Udine, al Palamostre, alle 20.45, in replica lunedì 29 a Treviso, con l’Orchestra San Marco, l’Orchestra giovanile Filarmonici Friulani e i solisti dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, su musiche di Mozart, Stravinsky e una nuova composizione commissionata al friulano Renato Miani.
Palmer è protagonista di una brillante attività internazionale che lo vede fra l’altro come direttore principale della Deutsche Philharmonie Merck a Darmstadt e della Babylon Orchester Berlin, oltre che fondatore e direttore artistico della Covent Garden Sinfonia.
Maestro, vista la sua predilezione per compositori e artisti contemporanei, lei pensa che questa sia la strada giusta, in Italia, per avvicinare anche il pubblico giovane alla musica colta?
«Credo che per un’orchestra sia importante suonare non solo Mozart o Bach e non solo musica contemporanea, per questo mi piace l’idea di comporre un programma eterogeneo in cui siano previsti compositori di due o tre secoli fa e autori moderni e trovare una relazione fra loro. Per esempio, già per settembre o al massimo l’anno prossimo penso a un arrangiamento di un autore contemporaneo inglese, Thomas Ades (classe 1971), di alcuni brani del compositore francese barocco François Couperin, ma anche al “Pulcinella” Stravinskij, alle Variazoni di Čajkovskij su un tema rococò (ispirate a uno stile mozartiano e classicista, ma si basano sul tema originale del compositore). L’obiettivo è dare forma a un programma che abbia un senso logico e incuriosisca il pubblico, vorrei si fidassero anche di ciò che non conoscono perché sanno di potersi fidare dell’orchestra e del repertorio che stiamo costruendo».
Nel concerto che terrete il 4 giugno all’Aldo Moro di Cordenons, e che vedrà nel ruolo di “guest star” la violinista inglese Fenella Humphreys, è prevista anche l’esecuzione della riscrittura in forma contemporanea delle celeberrime “Quattro Stagioni” di Vivaldi ad opera di Max Richter. Cosa la affascina di questo insolito intreccio?
«Forse è una delle cose più scioccanti che si possano fare in Italia: dissacrare Vivaldi! Sembra quasi uno scherzo, ma non è propriamente così…Amo moltissimo le “Quattro Stagioni”, dopo la prima volta ho ascoltato questo capolavoro fino all’ossessione, ed è una musica che è entrata in testa a tutti noi, la ritroviamo come sottofondo quando siamo in attesa al telefono, ne conosciamo ogni singola nota. Ho pensato che proporne il bellissimo riarrangiamento contemporaneo (fra l’altro l’ho registrato due anni fa con la mia orchestra, a Londra, e con Febella Humphreys), potesse essere uno “choc divertente”».
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