I colori di Udine fra arte e storia: la città raccontata a passo lento
La nuova guida di Elena Commessatti fra itinerari e curiosità. Una raccolta di indicazioni fornite da artisti e scrittori
Alessandra Ceschia
Lo sguardo ai cieli color Tiepolo, presidiati dall’oro dell’angelo segnavento, custode della città, ai corsi rosa e bianchi della Loggia del Lionello, gioiello del gotico veneziano. Udine ha tanti colori, oltre al bianco e nero che orna lo stemma civico e distingue la sua squadra di calcio.
A raccontarli è la scrittrice e giornalista letteraria Elena Commessatti, in Udine una guida per la collana incentro, un racconto corale che si snoda a passo lento e attraverso la voce di scrittori, librai, artisti e operatori culturali.
È il ritratto di una città che custodisce gelosamente le sue bellezze senza ostentarle in un tripudio di sapori, colori, tradizioni ed eventi raccontati tanto per chi la attraversa velocemente e vuole carpirne l’essenza, quanto per chi la vive tutti i giorni senza mai conoscerla fino in fondo. «Udine è anche luogo di poesia, qui si pensa bene, su una panchina, lontano dal rumore del mondo» racconta l’autrice, che torna a scrivere per Odòs e firma una nuova edizione aggiornata e densa di novità.
«Ho sempre pensato che ogni città abbia il proprio respiro e che le si debba trovare un colore per capirla. Certo, gli animi più sensibili lo riconoscono prima degli altri. Udine un colore ce l’ha e ben distinto: è il colore della luce. È la nitidezza dorata e color pesca del raggio di sole» aggiunge Commessatti, scrittrice insider e voce rock che rivela inediti e suggestivi percorsi artistici e letterari, architettonici e gastronomici, narrativi e musicali in un viaggio ricco di leggende, fascinazioni e aneddoti fioriti su percorsi inconsueti e attenti al sentimento dei luoghi, sempre alla ricerca del genius loci.
Commessatti intraprende il suo viaggio in compagnia di Ulderica Da Pozzo, cui si deve un corredo fotografico di rara bellezza, ai conservatori dei musei e ai testimonial Chiara Carminati, Patrizia Moroso, Paolo Patui, Remo Andrea Politeo, il team del Visionario, Francesca Agostinelli, Massimo Bortolotti e Liliana Cargnelutti, Francesca Venuto e Lara Pontoni, udinesi che hanno suggerito i luoghi del cuore nei Top 5 fra panchine, rogge, caffè, scuole, parchi e perfino cimiteri. Visioni personalissime di una città che si svela con garbo e discrezione.
L’ampia digressione storica parte dal terzo millennio avanti Cristo cui rimandano le punte di freccia in pietra rinvenute, traccia di un’antica comunità di cacciatori, si sofferma sul famoso diploma di Ottone II, documento che per la prima volta nomina la città nel 983, per poi documentarne lo sviluppo.
Riferimenti culturali dalla storia, dunque, ma anche quelli forniti dalla contemporaneità che si apre al mondo con Far East Film Festival, Udine design week, Vicino/Lontano ed Ein Prosit in Tarvis, esalta la cultura con il premio internazionale Nonino che ha già anticipato sei premi Nobel della letteratura.
E poi la Notte dei lettori, Udine estate e le giornate Fai. Lunga la scia di friulani illustri cui la città ha dato i natali o la cittadinanza. Letterati del calibro di Novella Cantarutti e Pierluigi Cappello, passando per Carlo Sgorlon, Tito Maniacco, Paolo Maurensig, artisti come Giuseppe Battiston e Tina Modotti, musicisti come Piero Sidoti, Glauco Venier e Josè Bragato in un elenco amplificato nella guida.
Un’infilata di strade e piazze si schiude nei dieci itinerari proposti dalle passeggiate lente, da porta Manin a piazza Libertà, simbolo cittadino dove si fermò la prima pattuglia italiana il 3 novembre 1918 in una comunità liberata dell’occupazione austro-tedesca.
E poi su fino al magico colle del castello, regno dell’angelo dorato che giganteggia a 43 metri di altezza con il suo indice orientato dai venti. La guida conduce il visitatore per mano dentro al castello fra le collezioni d’arte dei Civici musei, entra a Casa Cavazzini, scivola fra la Udine medioevale di via Mercatovecchio, attraversa il cuore della città religiosa e si perde fra le gallerie del Tiepolo in piazza Patriarcato.
Da piazzale Osoppo al Museo della Brigata alpina Julia, e ancora, dalla stazione dei treni all’Odeon si susseguono gli scorci, le suggestioni, i ricordi, da assaporare un passo dopo l’altro. Senza fretta, in una città a colori.
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