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il festival

Pordenonelegge batte ogni record con 110 mila presenze: «L’edizione della rinascita»

Il bilancio dell’edizione. Villalta: «La parola libertà è tornata ad essere importante». E si guarda all’immediato futuro: dal 6 ottobre Fuoricittà, poi ospiti a Timosoara

Cristina Savi
2 minuti di lettura

Alle 13, l’ora in cui nell’ultimo giorno di festival si tracciano i bilanci, i “numeri” ancora ci sono, e, del resto mancano una decina di ore alla chiusura.

Il presidente di Fondazione Pordenonelegge.it Michelangelo Agrusti, però, non ha esitazioni e parla di «non meno di 110 mila presenze», più tardi confermate dal comunicato ufficiale. «Che poi l’afflusso è importante, ma non è l’elemento distintivo», sottolinea.

E quando, a proposito di afflusso, gli riportiamo alcuni commenti sul fatto che gli incontri decentrati (nei capoluoghi di mandamento, a Trieste e Lignano) toglierebbero pubblico alla città, ci esorta a «sigillare la questione una volta per sempre: le persone che vanno a vedere un evento fuori città, anzi, sono incentivate a venire a Pordenone».

Pietra sopra anche alla questione “libretto”, il comodo programma cartaceo che tanti vorrebbero riavere fra le mani. Non si farà più, «è uno spreco».

Esaurite le domande scomode, il bilancio è il racconto di una manifestazione che non si può non amare, con quell’atmosfera di festa che per cinque giorni avvolge la città creando una “bolla” di effervescenza e leggerezza, e lo fa con i libri, i confronti, gli ospiti dall’Italia e dal mondo (620 autrici e autori, 334 incontri e 65 libri in anteprima assoluta), le strade del centro affollate, alberghi, bar e ristoranti che traboccano di gente, i tanti giovani, gli “angeli” (i ragazzi che si prendono cura di ospiti e pubblico e che costituiscono un unicum nel panorama dei festival).

La 24esima edizione di Pordenonelegge.it va dunque in archivio confermandosi quella “macchina da guerra” che è da diversi anni. Alle soglie del quarto di secolo, ha anche ricevuto il prestigioso imprimatur del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, autore di un video-messaggio che ha reso solenne la serata inaugurale.

Con il prologo a Praga, «città simbolo della libertà – così ancora Agrusti - che ricorda al mondo la forza e il valore della cultura contro le dittature», con lo scrittore ucraino Andrei Kurkov ospite d’onore dell’inaugurazione e con la speranza che nel 2024 l’anteprima possa essere a Kiev, Pordenonelegge.it ha inoltre suggellato la sua vocazione internazionale.

Il direttore artistico Gian Mario Villalta parla di «una piccola città con un grande festival che diventa città-festival», di una manifestazione «che ha puntato su una capillare distribuzione di libri e di persone di grande interesse che portano avanti idee.

E poi la parola libertà oggi torna a essere importante – aggiunge il direttore artistico, tornando sul fil rouge dell’edizione 2023 – anche dove non è per forza occultata dal pensiero politico o dall’oppressione, ma dove i meccanismi della comunicazione ci portano a seguire ciecamente parole senza riflettere».

La conferenza stampa finale fornisce al presidente Agrusti anche l’occasione di ringraziare i curatori (con Villalta, Valentina Gasparet e Alberto Garlini), la direttrice organizzativa Michela Zin e il suo staff, le forze dell’ordine, le istituzioni, gli sponsor, artefici di «dell’edizione della rinascita dopo il Covid».

Intanto, mentre possiamo segnare in agenda le date del festival 2024 (18 - 22 settembre), lo sguardo è già rivolto ai prossimi eventi: il primo, ancora di stampo europeo, il 20 ottobre, quando Pordenonelegge.it sarà a Timisoara, capitale europea della cultura, nell’ambito della Settimana di cultura italiana.

Dal 6 ottobre prenderanno invece il via gli incontri della seconda parte del cartellone Fuoricittà, che fino al 24 novembre porteranno autrici e autori in otto centri della provincia di Pordenone e nelle scuole.

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