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Salviamo il pinguino africano. A Gansbaai il primo centro di recupero

A fine febbraio aprirà, nella capitale mondiale del grande squalo bianco, un centro di riabilitazione dedicato ai pinguini e agli uccelli marini in Sud Africa. Un progetto innovativo che potrebbe definitivamente salvare dall'estinzione uno degli animali più belli (e interessanti) del pianeta

3 minuti di lettura
SI CHIAMA "The African Penguin and Seabird Sanctuary - APSS" ed è il primo santuario appositamente dedicato al pinguino africano e agli uccelli marini situato vicino all'isola di Dyer Island, riserva marina protetta abitata da 29 specie di volatili, tra cui questa simpatica e fragile specie in via d'estinzione in tutto il Western Cape del Sud Africa. Questo singolare "ospedale" per animali in difficoltà verrà inaugurato ufficialmente il 26 febbraio grazie all'impegno di una cooperativa- gestita da "Dyer Island Conservation Trust" con sede a Kleinbaai, il porticciolo turistico di Gansbaai, presso la "Great White House".

La nascita del centro è di particolare importanza perché rappresenta la prima vera speranza di salvezza per tante specie in pericolo, considerando che la stazione di recupero e cura più vicina si trovava finora a Città del Capo, ovvero a circa due ore di macchina da Gansbaai. Un arco di tempo lunghissimo, durante il quale gli animali feriti o ammalati spesso peggioravano o finivano per morire.
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Dyer Island è universalmente riconosciuta come uno dei più importanti sistemi insulari costieri del Sud Africa ed è considerata, a livello mondiale, una delle? IBA (Important Bird Area) più preziose. Durante l'anno, l'isola ospita oltre 29 specie di uccelli marini, molte minacciate o in via di estinzione, e rappresenta una delle ultime roccaforti del pinguino africano, la cui sopravvivenza, prevalentemente a causa di pesca eccessiva, cattura e inquinamento da idrocarburi, naviga in pessime acque.

L'umanità è dunque in debito nei confronti di questa meravigliosa specie (e di molte altre che vivono sull'isola, il cui tasso di riproduzione ha toccato negli ultimi anni il minimo storico). Costruire un centro di recupero per salvare questi animali era un atto doveroso e necessario, ma se non fosse stato per il conservazionista Wilfred Chivell, già ideatore di un centro pluri-premiato a livello mondiale per l'osservazione e studio del grande squalo bianco (il Marine Dynamics Tours) e dei "marine big five" (le balene australi, le foche, i pinguini, gli squali e i delfini, con Dyer Island Cruises) molto probabilmente le buone intenzioni manifestate da tutti a livello mondiale sarebbero rimaste lettera morta.

Mr. Chivell, appassionato conservatore non solo di uccelli ma di tutta la fauna dell'area, con pochi fondi e molto amore per la natura e accompagnato da un team di persone animate da passione per il mare, è invece riuscito a trasformare i buoni propositi in realtà, realizzando il primo centro di recupero di Gansbaai. "Io credo  -  spiega Chivell - nella sostenibilità in ogni aspetto della vita, dal business al non-profit per le strategie di conservazione. Il mio obiettivo con l'APSS è quello di ripristinare l'equilibrio naturale della fauna selvatica in questa città. Sono sicuro che ce la faremo".

A sostenere economicamente l'impresa vi sono diversi partner importanti tra cui "Volkswagen South Africa" e "Two Ocean Aquarium". L'obiettivo è creare una potente area di salvataggio, utile sia alla cura e alla riabilitazione degli animali che all'educazione della popolazione su come scelte di vita, anche semplici, possano davvero fare la differenza per la natura (non a caso il motto dei centri di Chivell è "Your choice makes a difference", la tua scelta fa la differenza).

A partire dal mese di marzo quindi, grazie alla nascita del centro di recupero, la città sudafricana diventerà un punto nevralgico per la salvezza delle specie a rischio, e presso la struttura non solo si potranno segnalare animali feriti, poi curati, riabilitati e rilasciati in libertà grazie a personale altamente addestrato, ma partecipare a corsi di conservazione ambientale. Senza contare che gli animali troppo malconci per essere reintrodotti nel loro habitat potranno qui trovare rifugio sicuro da morte certa per il resto della vita.

L'APSS, del resto, è nata per necessità. Quando il "Dyer Island Conservation Trust" è stato fondato, la comunità locale ha subito iniziato subito a segnalare e portare esemplari feriti della fauna locale in sede. Ma se le lievi ferite potevano essere facilmente curate dai biologi marini residenti, le situazioni più gravi o con necessità di degenza e monitoraggio più lunghe non potevano certo essere trattate a Gansbaai, totalmente priva di strutture ad hoc. "Spesso  -  spiega Chivell  - è capitato che alcuni esemplari fossero spediti presso le grosse e troppo distanti strutture abilitate di Città del Capo. Una situazione inaccettabile".

Giorno dopo giorno, anno dopo anno, a causa della violenza perpetrata dall'uomo nei confronti della natura, i casi di animali gravemente feriti o malati segnalati dal Ditc centro DICT sono diventati sempre più numerosi, e la notizia si è diffusa rapidamente in tutta la regione dell'Overberg, lasciando intendere ai naturalisti un messaggio chiaro: bisogna fare qualcosa, o molte specie finiranno per estinguersi. "Fu subito evidente -  conclude il fondatore del centro - che l'unico modo reale, utile a fare la differenza per la fauna selvatica in Gansbaai e rispondere così alle crescenti richiesta di aiuto, era quello di costruire un centro di riabilitazione nel cuore della Regione, vicino alla riserva marina di Dyer Island".

Ora il centro è in fase finale di costruzione e volendo si può contribuire alla sua sopravvivenza, edificazione e sviluppo facendo una piccola donazione attraverso il loro sito. Senza dimenticare che, visitando il santuario, si può diventare testimoni e sostenitori preziosi per lo sviluppo e la salvaguardia del fragile territorio ed ecosistema marino. Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per la biodiversità.