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Bambù, le case ecosostenibili grazie alla pianta delle meraviglie

Dalla casa che resiste alle inondazioni fino ai padiglioni per le esposizioni. Architetti e ingegneri riscoprono il materiale già utilizzato dai loro "colleghi" nel medioevo

4 minuti di lettura
ROMA - Si narra che sia la prima specie vegetale rinata sui suoli di Hiroshima e Nagasaki dopo il bombardamento atomico del 1945. Il bambù è la pianta delle meraviglie: graminacea perenne, sempreverde, dalla crescita spontanea, rapida. Non ha bisogno di essere seminata, annaffiata o concimata e si propaga autonomamente, rigenerandosi all'infinito. Il suo fitto apparato radicale costituisce una barriera naturale a rischi di smottamento, frana, dilavamento del suolo. Le foglie di un bosco di bambù assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno come poche altre specie. La sua versatilità era conosciuta fin dall'antichità: il bambù veniva impiegato fin dal Duecento in Cina per realizzare le gomene e le cime delle navi, le funi dei ponti sospesi, il più duraturo dei quali, sul fiume Min (nella provincia del Fujian), è durato oltre 1.700 anni. Il suo legno era utilizzato anche per costruire le tubature per l'irrigazione dei campi di riso, soprattutto nella provincia del Sichuan.
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Il bambù è un alimento fondamentale per il panda gigante e per la scimmia ragno, pianta decorativa nei giardini zen giapponesi e nei parchi romantici occidentali, materiale per l'interior design e per la costruzione di armi e trappole (utilizzate dai Vietcong durante la guerra del Vietnam), per vele, carta, tessuti, telai per biciclette, canne da pesca, farmaci e filtri per aria e acqua. Nella cucina orientale i germogli, ricchi di proteine e di sali minerali, sono gli ingredienti base di molte ricette e dalle foglie si ottengono particolari bevande alcoliche.
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Acciaio vegetale. È nelle costruzioni, antiche e contemporanee, tuttavia, che il bambù esprime tutte le sue potenzialità. Oggi è impiegato in edilizia principalmente in Asia e in America Latina, ma è probabile che in futuro conquisterà anche l'Europa e il Nordamerica. Basta infatti elencare qualche sua caratteristica fisica e meccanica per convincersi che sarà così. In alcune specie lo spessore del culmo (il fusto delle graminacee) può arrivare fino a 30 millimetri e il suo diametro fino a 30 centimetri, con altezze che possono raggiungere i 40 metri. Cavo e leggero, il bambù ha straordinarie proprietà meccaniche: la resistenza a tensione delle sue fibre può toccare i 12.000 kg/cm2, quasi due volte quella dell'acciaio. E supera addirittura il calcestruzzo nella resistenza a compressione. Sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green e per le sue caratteristiche un laboratorio di ricerca di Singapore costituito da un team svizzero-asiatico, il Future cities laboratory, in collaborazione con l'Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo, sta testando il bambù nel calcestruzzo armato, proprio al posto dell'acciaio.

Gli esempi di edifici in bambù sono moltissimi. A Manizales, città colombiana culla dell'architettura in bambù americana, sono ancora abitabili alcune case costruite a fine Ottocento. Architetti e ingegneri di tutto il mondo hanno fatto ricerca sul bambù, dal tedesco Frei Otto allo statunitense Richard Buckminster Fuller, dal giapponese Arata Isozaki a Renzo Piano. In America Latina si sono sviluppate tecniche costruttive rivoluzionarie: in Colombia, per esempio, l'architetto Carlos Vergara ha realizzato a Cali, negli anni Ottanta, la struttura in bambù a pianta quadrata più grande del mondo. In Costa Rica, Ecuador, Perù e Colombia sono stati costruiti interi quartieri di case popolari. Considerato il massimo esponente mondiale per questo tipo di costruzioni, Simòn Vélez ha realizzato ville, capannoni, stalle, ponti e addirittura una cattedrale. A Pereira (Colombia), nel 1999 l'opera venne completata in sole 5 settimane, con un costo pari a 30.000 dollari americani. L'intreccio dello scheletro architettonico a vista rimanda alle ricche e spontanee foreste pluviali colombiane e si inserisce in armonia nel contesto circostante e preesistente. Caratteristica sorprendente di questa architettura è il richiamo diretto allo stile gotico, con accentuati sviluppi verticali e una leggerezza strutturale invidiabile.

Simòn Vélez è l'autore anche di alcune tra le prime realizzazioni contemporanee in bambù d'Europa: una casa a basso costo e il padiglione Zeri all'Expo 2000 di Hannover, edificio a pianta poligonale alto 14 metri e mezzo e largo 40 con uno sbalzo perimetrale di 7 metri per proteggere l'interno dal sole e dalla pioggia. E a proposito di Expo, anche a Milano non poteva mancare un padiglione che celebrasse il trionfo del bambù: è quello del Vietnam, ispirato agli stagni di loto, ambiente caratteristico del Paese asiatico. È stato progettato dall'architetto vietnamita Vo Trong Nghia, che ha sentenziato: "Penso che il bambù e il laminato di bambù sostituiranno altri materiali e diventeranno l'acciaio verde del 21° secolo".

Verde e solidale. Numerose le realizzazioni, rigorosamente in bambù, che uniscono l'aspetto sociale alla sostenibilità ambientale ed economica. Lo studio H&P Architects di Hanoi ha progettato la Blooming bamboo home, un prototipo di casa pensato per resistere a inondazioni alte fino a tre metri. Il piano di calpestio è sollevato rispetto al suolo, per permettere all'acqua di scorrere al di sotto del solaio; le pareti e alcune sezioni della copertura si aprono verso l'esterno per consentire la ventilazione naturale. Zona giorno e zona notte occupano il piano principale; lo spazio sottotetto può essere utilizzato per lo studio o la preghiera. Vasi sospesi, sempre in bambù, possono ospitare piante e fiori, creando un giardino verticale sulla facciata. Di notte, l'illuminazione interna si diffonde magicamente all'esterno attraverso le fenditure delle pareti perimetrali. La struttura può essere assemblata in appena 25 giorni. Costo: 2.500 dollari!

E ancora. Una torre in bambù alta nove metri e larga tre produce acqua potabile ricavandola da pioggia, nebbia e rugiada: è la Warka water tower, un'invenzione italiana realizzata dall'architetto Arturo Vittori per contrastare il problema della siccità in Etiopia. L'aria si condensa in goccioline d'acqua che si depositano sulle fibre della rete interna alla struttura; da qui, seguendo i percorsi intrecciati della maglia, le gocce scivolano in un bacino alla base della torre dove l'acqua viene raccolta. Sempre in Africa, in Ghana, il bambù è ancora protagonista. Bamboo bike è la bicicletta nata in collaborazione con un network internazionale per la produzione di bambù e vimini. L'acciaio verde viene utilizzato per il telaio delle bici. Obiettivi: aiutare i produttori a uscire dalla povertà e mettere a disposizione degli abitanti di tutto il mondo un mezzo di trasporto sostenibile. Un'impresa sociale con sede a Kumasi, Ghana Bamboo, assembla le biciclette e le vende nel mercato globale.

Per un lungo periodo l'utilizzo diffuso di materiali moderni ha significato per il bambù la perdita del ruolo che aveva conquistato nelle regioni del pianeta in cui è diffuso. È stato gradualmente sostituito da calcestruzzo, acciaio e legno ed è cosi diventato il legno dei poveri. Ma oggi questa connotazione e l'idea della sua deperibilità sono fattori in parte superati e il bambù è in fase di rivalutazione in tutto il mondo, anche grazie alla sua connotazione ecosostenibile. La pianta delle meraviglie, tuttavia, non è esente da rischi: alcune delle migliaia di specie di bambù sono, purtroppo, a rischio di estinzione a causa della deforestazione. Non sono pochi gli incendi dolosi, provocati per liberare i terreni ad altre coltivazioni, magari più redditizie nel breve periodo ma certamente meno lungimiranti.