
In base ai dati, nel 2013 abbiamo bruciato 65 milioni di tonnellate di bioetanolo e 21 milioni di tonnellate di biodiesel a livello globale. Alla loro produzione sono stati destinati 41,3 milioni di ettari di campi e 216 miliardi di metri cubici d'acqua. L'Italia è il quinto consumatore mondiale - dopo Usa, Brasile, Francia e Germania - di biodiesel, cui ha dedicato 1,25 milioni di ettari di terreno e 4,3 miliardi di metri cubici d'acqua. Il bioetanolo italiano ha invece comportato l'uso di 39mila ettari di campi e 229 milioni di metri cubici d'acqua. Il bioetanolo è prodotto dalla fermentazione di canna da zucchero e mais, cui seguono grano, barbabietola da zucchero e sorgo. Le risorse agricole che impiega potrebbero essere usate per coltivare cibo per 200 milioni di persone. Il biodiesel è invece ricavato chimicamente da olio di palma, soia e colza.
A colpire è il fatto che alcune delle materie prime per questi biocarburanti di prima generazione "potrebbero essere usate direttamente a scopo alimentare", dice all'ANSA Maria Cristina Rulli del Politecnico, tra gli autori dello studio. "La ricerca sta andando avanti sui biocombustibili di seconda generazione in cui si usano prodotti secondari", come scarti della produzione agricola e oli esausti, "e anche di terza generazione, in cui si impiegano le alghe". Tali soluzioni puntano a "diminuire la competizione tra energia e cibo, ma servirà del tempo prima riescano a produrre la stessa quantità di biocombustibili di prima generazione prodotta oggi".
Nel frattempo la competizione, spinta dalle leggi sulle energie rinnovabili, rischia di acuirsi. Se la produzione di biocombustibili aumentasse, come si prevede, fino a rappresentare il 10% di tutti i carburanti usati nel settore dei trasporti, il Pianeta potrebbe rispondere alla domanda alimentare solo di 6,7 miliardi di persone, a fronte di una popolazione mondiale attuale di 7,4 miliardi. Ci sarebbe cioè un deficit di cibo per 700 milioni di persone. Una situazione destinata a peggiorare col crescere degli abitanti della Terra, che dovrebbero raggiungere i nove miliardi già entro la metà di questo secolo.