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Quando la moda mette un punto allo spreco

Quando la moda mette un punto allo spreco
No al consumismo: tante le iniziative da parte di noti brand per promuovere il concetto di riuso al fine di prolungare la vita agli abiti e ridurre l’impatto ambientale sul pianeta
2 minuti di lettura

Fare shopping è una passione che accomuna uomini e donne di ogni dove: a volte è un bisogno altre un capriccio che sfocia nel consumismo più sfrenato ergo nello spreco. Prima di gettare via vecchi abiti per comprarne di nuovi sarebbe cosa buona e giusta imparare a porsi qualche quesito in più forti del fatto che, per ogni capo riciclato, si può fornire un valido aiuto all'ambiente, alla salute e al portafoglio.



A scendere in campo a favore della filosofia del riciclo è il colosso svedese della moda low cost
H&M
che, insieme all'artista e cantante M.I.A., ha lanciato l'iniziativa ”
World Recycle Week
«, un'ambiziosa attività di raccolta abiti a livello mondiale che, fino al 24 aprile 2016, invita i cittadini a dimostrare la propria sensibilità portando tutto quello che non si usa più in uno dei 3.600 punti vendita del marchio. Obiettivo? Arrivare a raccogliere 1.000 tonnellate d'indumenti usati che saranno poi utilizzati per ottenere fibre tessili riciclate e creare nuovi abiti: in realtà l'idea non è nuova visto che, già dal 2013, H&M con la
Garment Collecting
ha iniziato a muovere i primi passi verso la sostenibilità sollecitando l'attenzione e la sensibilità dei clienti insegnando loro quale il corretto ciclo di vita dei vestiti. Basta infatti dare indietro cose dismesse per ricevere in cambio buoni sconti da applicare sulla nuova merce, una formula vincente in quanto permette di sbarazzarsi di vecchie mise rimaste nell'armadio da chissà quanto tempo regalandogli una seconda opportunità.

L'obiettivo finale è lungimirante in quanto punta ad eliminare totalmente la presenza di abiti nelle discariche e limitare così l'utilizzo delle risorse naturali: basta pensare che, solo con il riciclo di una T-shirt, si possono risparmiare 2.100 litri d'acqua.



Prolungare la vita dei capi è un credo condiviso anche da
Patagonia
, azienda leader di abbigliamento outdoor a livello mondiale, scesa in campo a favore della sostenibilità con il
Worn Wear Tour
il cui interesse è quello di arrivare dritto al cuore dei consumatori invitandoli ad agire in maniera consapevole al fine di tutelare il pianeta e invertire l'attuale corso dell'iper-consumismo. Cosa possiamo fare al fine di non essere solo spettatori ma protagonisti? Basta avere cura dei propri abiti, imparare a ridurre lo spreco lavandoli correttamente e non gettandoli via per un buchino bensì ripararli, evitando così di comprarne di nuovi e generare emissioni di CO², incentivare la produzione di scarti e di rifiuti e il consumo di acqua associati ai cicli produttivi del settore tessile.

Per quel che concerne il Belpaese, tutti sono invitati ”on the road« da Brunico, dove si parte il 3 maggio 2016, passando per Trento, Brescia, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Treviso per incontrare i truck
Worn Wear
, veri e propri laboratori sartoriali mobili equipaggiati di macchine da cucire industriali Juki là dove saranno offerte riparazioni gratuite di cerniere, alette delle zip, bottoni, tessuti bucati o lacerati etc. pronti a fare tesoro di perle di saggezza, ovvero dei preziosi consigli relativi a come aggiustare giacche, pantaloni e maglie in modo autonomo perché a, volte, un semplice kit per il cucito può fare la differenza permettendo di mantenere il pianeta in buona salute. Un esempio? Tenendo in vita ciò che si indossa semplicemente per altri nove mesi è possibile ridurre di circa il 30% la relativa impronta ambientale in termini di emissioni di CO2, rifiuti e consumo idrico.

Quello che davvero conta è dunque prolungare la vita agli abiti, come ha dichiarato Rose Marcario, CEO di Patagonia: ”Vogliamo che i nostri clienti non siano semplici consumatori, ma che si prendano cura in modo consapevole di ciò che acquistano. È un messaggio semplice ma di importanza cruciale: usate e tenete in circolazione quello che indossate il più a lungo possibile per concedere al nostro pianeta un attimo di respiro«.