Piero Pelù: "Il mondo ha sostenuto noi, ora tocca a noi aiutarlo"
di Piero Pelù
Piero Pelù con Legambiente durante una raccolta dei rifiuti in Friuli Venezia Giulia
"Sono orgoglioso di raccogliere rifiuti e, per fortuna, non solo solo". Il rocker tra i volontari in prima linea per difendere l'ambiente, con azioni concrete
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Il mondo ha sostenuto noi. Ora noi dobbiamo sostenere il mondo. E’ una cambio di passo, un modo diverso di pensare e, soprattutto, di agire. Con tante azioni quotidiane che aiutino l’ambiente e al tempo stesso servano a compensare l’ignoranza e la mancanza di sensibilità di molti.
Quando io giravo con la cresta viola alla fine degli anni settanta primi ottanta venivo additato come quello strano e questa cosa mi riempiva di orgoglio, mi dicevo ‘meglio diverso che chiuso in un recinto mentale come voi’. Lo stesso faccio oggi, quando davanti a tutti mi piego per raccogliere i rifiuti che qualcun altro ha lasciato. E’ un gesto rivoluzionario, provocatorio: tante persone non pensano che possa essere io davvero a raccogliere i rifiuti di un altro e questa cosa mi inorgoglisce in maniera esponenziale, riesco a 58 anni a fare una cosa che per molti è considerata una follia, un gesto importante e simbolico: pulire la merda degli altri. Per fortuna non sono solo, che ci sono tante altre persone che si muovono e lo fanno, che combattono ogni giorno, quelli che girano intorno a Legambiente, al Wwf, a Greenpeace, e tante altre organizzazioni, tutte associazioni rivoluzionare a modo loro.
Quando ci siamo incontrati sulle spiagge dell’Argentario il 4 gennaio di questo anno si è respirata un'aria meravigliosa: la gente con i sacchetti in mano pieni di microplastica, pezzetti centimetrici, che alla prossima mareggiata sarebbero tornati in mare e sarebbero stati mangiati dai pesci, ogni singolo pezzettino è un veleno in meno sottratto all’ambiente.
E il bello è che più si pulisce e più ci si rende conto di quanto c’è da fare: in 5, 6 ore quel giorno abbiamo raccolto, secondo l’azienda che si occupa della differenziata di Grosseto, sette tonnellate di rifiuti plastici, il giorno dopo sono tornato sulla stessa spiaggia, sono ripassato sui punti che avevamo già setacciato, e ci siamo portati via altri otto chili di microplastiche, un lavoro certosino, incredibile.
Eravamo io e Gianna, contagiata da me, e spontaneamente si sono unite a noi altre setto o otto persone, in una cosa che ricorda gli antichi raccolti, ma in questo caso era un raccolto di sottrazione, noi lo facciamo per sottrarre veleni all’ambiente. E mentre mi chinavo a raccogliere rifiuti, ho cominciato a mugugnare il gospel che c’è all’inizio della mia canzone “Pic nic all’inferno”, un mantra che ripete ‘non sei mai troppo piccolo per fare la differenza’.