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Commercio

Distribuzione, cresce l'attenzione alla sostenibilità: l'80% delle imprese si impegna per l'ambiente

La spesa sospesa di Campagna Amica (Coldiretti) a Milano
La spesa sospesa di Campagna Amica (Coldiretti) a Milano (fotogramma)
Il Bilancio di sostenibilità della distribuzione moderna elaborato da Federdistribuzione con l’Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica di Milano per il 2020 conferma il trend positivo nell’adozione di buone pratiche da parte nel settore
2 minuti di lettura

C’è il 91% di aziende che seleziona i fornitori vagliando le certificazioni ambientali e quel 92% che si approvvigiona di prodotti locali o a “km 0”. Poi c’è il trio dell’88%: le aziende che utilizzano l’energia rinnovabile, quelle che hanno ottimizzato percorsi e tempi per il trasporto e quelle che analizzano il rischio corruzione. Il 100% redistribuisce le eccedenze alimentari tramite enti caritatevoli del territorio. Perché la sostenibilità è un valore ambientale e sociale. Lo dimostra il “4° Bilancio di sostenibilità della distribuzione moderna” – elaborato da Federdistribuzione con l’Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica di Milano – che per il 2020 conferma il trend positivo nell’adozione di buone pratiche da parte nel settore.

Il report rendiconta le attività messe in campo tra il 2017 e il 2019, raggruppandole in sei macro-aree (filiera responsabile, servizio alle comunità, impegno per l’ambiente, dipendenti come risorsa, attenzione al cliente, comunicazione e trasparenza) per un totale di 103 indicatori. I risultati sono sintetizzati in un dato, cioè la media – per area e per edizione – della percentuale di diffusione delle strategie comuni: dal 72% registrato nel 2014 si è arrivati all’80% del 2020. E si tratta di un quadro rappresentativo, visto che FederDistribuzione esiste da 60 anni e riunisce circa la metà degli attori della distribuzione moderna in Italia con oltre 60 miliardi di euro di fatturato.

Tutti gli indicatori sono in crescita, a partire da quelli propriamente green. Il 100% delle aziende, ad esempio, ha investito per ridurre i consumi energetici grazie all’illuminazione a led e a sistemi più efficienti di riscaldamento e refrigerazione. Per limitare l’uso della plastica, ecco i programmi di riduzione e riutilizzo degli imballi, gli incentivi per il ritiro dell’usato e le vendite “alla spina”. Il 100% delle associate ha migliorato pure la gestione dei rifiuti; il 69% utilizza veicoli elettrici, a metano o ibridi; il 60% ha contenuto i consumi di acqua e il 94% ha favorito la dematerializzazione dei documenti.

Sono state, poi, potenziate le misure a vantaggio dei clienti – a loro volta sempre più sensibili al benessere del pianeta e dei suoi abitanti – e dei dipendenti, come testimoniano quel +18% di iniziative per garantire le pari opportunità e quei 35 milioni di euro spesi per la formazione nel 2019. Non solo. Si punta su produttori italiani, soprattutto piccole e medie imprese, mentre il 94% delle aziende si è dotato di codici di condotta e il 56% ha introdotto strumenti per comunicare sia le politiche di sostenibilità attuate sia gli obiettivi raggiunti.

"La sostenibilità – osserva il presidente di FederDistribuzione, Claudio Gradara – è percepita come un impegno etico e come una leva per il successo. Sarà il pilastro su cui fondare la ripartenza globale, quando l’emergenza Covid-19 terminerà. Perciò la distribuzione vuole proseguire su questo cammino e diventare un modello virtuoso per l’intero sistema economico del Paese". A proposito di pandemia, nel bilancio sono raccolte le azioni predisposte nei mesi scorsi dal settore: negozi di alimentari sempre aperti, donazioni a istituti sanitari e di ricerca, “spesa sospesa” e consegna gratuita a domicilio alle persone fragili.