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Il report
(Getty Images)
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Africa, buone notizie dal satellite: in alcuni Stati cala la deforestazione

In alcuni paesi si registra un calo, visto dai satelliti, del disboscamento (18%). Ma buona parte del territorio resta la pattumiera del mondo e a pagarne le conseguenze sono le popolazioni più povere

2 minuti di lettura

Occhi dallo spazio che portano buone notizie. In un contesto generale di difficoltà, soprattutto in Asia e Sudamerica, la deforestazione in Africa sembra essere diminuita del 18% in certe aree che interessano oltre venti Stati africani. Sono i Paesi che hanno preso parte al sistema noto come GLAD (Global Land Analysis and Discovery) collegato al Global Forest Watch, un modello di monitoraggio satellitare delle aree verdi che esiste dal 2016 ed è in grado di indicare, con una osservazione dall'alto, l'andamento della copertura forestale.

Una nuova ricerca pubblicata su Nature Climate Change basata sui dati satellitari e portata avanti dalla ricercatrice Fanny Mofette dell'Università del Wisconsin-Madison sottolinea come i satelliti stanno monitorando e contribuendo a ridurre la deforestazione in diverse zone dell'Africa. I satelliti in orbita attorno alla Terra, attraverso GLAD, stanno infatti avvisando i vari Paesi africani che hanno sottoscritto questo servizio gratuito sulla possibile diminuzione della copertura forestale nei tropici.

Grazie a un monitoraggio costante questi occhi dallo spazio avvisano tramite semplici messaggi i governi locali impegnati nelle politiche per ridurre la deforestazione se la condizione di determinate foreste sta cambiando. Secondo i dati raccolti da Mofette, in due anni 22 Paesi africani hanno osservato un calo totale del 18% della deforestazione, calo che permette di evitare emissioni di anidride carbonica e combattere gli effetti della crisi climatica, ma anche di risparmiare, si stima, fra i 150 e i quasi 700 milioni di dollari in termini di danni economici, sottolineano i ricercatori dell'Università del Wisconsin-Madison.

Mentre il sistema GLAD non ha purtroppo osservato un mantenimento o un aumento della copertura forestale per esempio in certe aree dell'Asia o dell'Amazzonia, spesso soggette a incendi, in Africa i dati parlano di uno stop alla deforestazione incoraggiante, nonostante questo continente soffra di gravi problemi ambientali che vanno dagli effetti del surriscaldamento all'inquinamento di ogni genere, fra cui quello legato al traffico di rifiuti elettronici.

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Se il cielo è sufficientemente limpido i satelliti, grazie a questo modello, sono dunque in grado di fornire avvisi sulla copertura forestale ogni otto giorni uniti a coordinate geografiche esatte delle aree in cui sembra preoccupante l'aumento della deforestazione, in modo da avvisare i governi e le comunità locali se e dove si stanno eventualmente operando tagli illegali o perdita di foreste.

Non tutti i Paesi africani sono iscritti a questo servizio legato al Global Forest Watch e utile a intervenire per limitare la perdita di foreste, tanto che i dati raccolti da Mofette e colleghi raccontano solo una visione parziale del fenomeno, ma i ricercatori parlano di cifre "incoraggianti", invitando altri governi a prendere parte al progetto.

La ricercatrice, che insieme ad altri colleghi lavora da diversi anni a questo progetto, spiega che "la prima domanda era verificare se l'accesso a questo sistema di allerta gratuito avrebbe avuto un impatto. Quindi stavamo abbiamo esaminato l'effetto degli utenti che si iscrivono a questi dati per ricevere avvisi per un'area specifica. Ora che sappiamo che questi avvisi inviati ai governi possono avere un effetto sulle politiche legate a frenare la deforestazione, ci sono potenziali modi in cui il nostro lavoro può migliorare e supportare i loro sforzi", afferma Moffette.

Questo sistema in futuro potrebbe avere una nuova funzionalità della piattaforma di monitoraggio, che includa per esempio dati che possano informare sul ripristino delle foreste e altri fattori. Come commenta il ricercatore forestale Giorgio Vacchiano, si tratta di un "lavoro molto interessante. La correlazione non implica necessariamente la causa, ma può essere un indizio molto forte. I metodi dello studio sembrano rigorosi nel provare a escludere altri possibili fattori di confusione e l'unico forse non considerato potrebbe essere l'andamento degli incendi. Per esempio, se in Sud America e in Asia ci sono stati più incendi negli ultimi anni e in Africa invece meno, questo potrebbe risultare nei trend di percentuale di deforestazione trovati dal team del Wisconsin.

Più in generale questo lavoro mi sembra che faccia il paio con altri, come quello su Shara e Shael, che evidenziano le enormi possibilità offerte dal remote sensing per il monitoraggio delle foreste e del loro cambiamento in tempo quasi reale. Possibilità che sono utilissime anche per il monitoraggio dei tagli nelle foreste europee (ma in questo caso non si tratta di deforestazione) e per il miglioramento delle statistiche forestali, che si mostrano ancora troppo inaffidabili soprattutto in Italia, come dimostrato in un lavoro che abbiamo pubblicato di recente".