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Stati Uniti

Con il Super Bowl boom di avocado. "Leggete l'etichetta per un consumo più sostenibile"

In un supermarket a San Francisco, in California, Usa (foto: Justin Sullivan/Getty Images)
In un supermarket a San Francisco, in California, Usa (foto: Justin Sullivan/Getty Images) 
L'appuntamento sportivo dell'anno negli States vedrà un consumo esponenziale del frutto tropicale, a danno dei lavoratori sfruttati nelle piantagioni messicane e dell'ambiente. Ma un'alternativa c'è ed è diventare consumatori consapevoli, fa notare Suzanne O'Connor, esperta di scienze della Terra e ambientali alla Wesleyan University
2 minuti di lettura

Sul divano magari con birra, tacos e guacamole. E' quello che capiterà domenica 7 febbraio a milioni di americani pronti a gustarsi sia la grande finale del Super Bowl, quella fra Tampa Bay Buccaneers e Kansas City Chiefs, sia chili e chili di avocado. Già, perché  in uno dei giorni dove negli Usa si consuma più cibo all'anno, forse secondo solo al Ringraziamento, una delle principali prelibatezze gustate dagli americani è proprio la salsa a base di avocado.


Secondo un calcolo di Hass Avocado Board, quasi 100 milioni di chili di avvocato, tanto quanto 1400 navette spaziali, sono stati spediti negli ultimi mesi dal Messico, zona di Michoacan, agli States, proprio in previsione del Super Bowl. Soprattutto quest'anno l'evento, come ha ricordato anche il virologo Anthony Fauci, andrà seguito da casa e solo in famiglia, per cercare di arginare la pandemia da Covid: in previsione, significa migliaia di famiglie americane pronte a consumare innumerevoli quantità di avocado, una tradizione per molti tifosi.
 

Tradizione che però, come ha ricordato in una lettera al Washington Post Suzanne O'Connell, professoressa di scienze della Terra e ambientali alla Wesleyan University, non è esente da grandi rischi. L'avocado infatti, frutto ipercalorico e antiossidante, sta vivendo negli ultimi anni un vero e proprio boom di consumi, che implica però anche problemi di vario tipo, dalla perdita di biodiversità collegata all'ampliamento delle coltivazioni sino alle minacce dei cartelli della droga.
 
La stessa professoressa O'Connell racconta come ci siano quattro grandi rischi collegati sia al boom dell'avocado, sia all'enorme consumo durante il Super Bowl, e indica alcuni comportamenti corretti a cui bisognerebbe fare attenzione per continuare a gustarsi il guacamole. Quello importato negli States arriva, come esportazioni, praticamente tutto da Michoacán nel Messico, dove il microclima consente di raccogliere avocado tutto l'anno.
 
Lo sfruttamento del lavoro.
Sebbene il business dell'avocado abbia fornito nuove opportunità di lavoro e sopravvivenza per molti messicani, la maggior parte delle persone che raccolgono il frutto vivono in condizioni di povertà. "Il 46% delle persone a Michoacán vive in povertà. Nel 2014, la soglia di povertà era definita come vivere con meno di 157 dollari al mese nelle aree urbane e 100 nelle aree rurali". La grande richiesta di avocado, permette sì di dare più lavoro ai contadini, ma anche di sfruttarli mantenendo la soglia di povertà.


I danni all'ambiente. Inoltre, secondo problema, la deforestazione continua ad avanzare: foreste native vengono distrutte per lasciar spazio agli alberi di avocado, frutto spesso diretto al mercato americano dove il consumo tra il 1995 e il 220 è un aumentato del 620%. "Si stima che ogni anno da 15 mila a 20 mila acri vengano convertiti da foreste a piantagioni di avocado. Con la distruzione delle foreste, la struttura del suolo è compromessa e la biodiversità è persa", spiega la professoressa. Poi c'è un problema di acqua, di cui le piante hanno bisogno di numerosi litri per crescere, e le riserve idriche della zona, oltre ad essere contaminate dai pesticidi usati per coltivare, continuano a diminuire.
 
Infine, le faide fra narcos: i cartelli hanno fiutato il business dell'oro verde e "minacciano ed estorcono denaro agli agricoltori, che devono assumere guardie armate", con vittime e sparatorie che si consumano ogni mese.
 

Le buone pratiche. A questo punto, con tutti i problemi connessi al consumo di avocado, dovremmo boicottarlo? Si chiede la scienziata. "Assolutamente no", è la sua risposta, ma dovremmo considerare "buone pratiche" per consumarlo in modo consapevole. Per esempio, continuando a mangiarlo e assicurando così sostentamento alle famiglie di Michoacán, va sostenuta una "una coltivazione rispettosa dell'ambiente attraverso l'acquisto di avocado certificati per la sostenibilità. Ciò può ridurre l'impatto ambientale e garantire una più equa distribuzione del denaro" scrive Suzanne O'Connell. Ci sono vari prodotti infatti con etichette di una certificazione sostenibile, sia dal punto ambientale che sociale, come quelli di organizzazioni "come Fairtrade e Rainforest Alliance", che ne garantiscono la sostenibilità in tutto il mondo.
 

Inoltre, sempre acquistando avocado sostenibili, che possono risultare più cari rispetto ad altri, si garantisce però una riduzione dell'impatto su ambiente e su risorse idriche e si favorisce un mercato legale e certificato.
 

La stessa O'Connell, in attesa del Super Bowl, ricorda che "per me la scelta è chiara, mangerò il mio guacamole, spendendo 10 dollari a libbra (pari a circa mezzo chilogrammo) per avocado biologici e certificati (da Equal Exchage, ndr). Forse ne mangerò un po' meno, ma di sicuro me li gusterò di più". Sarà il gusto di aiutare anche l'ambiente.