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Alberi, piante e fiori ad alta quota

Sulle Alpi ci sono 13 mila specie di piante: circa l'8% sono endemiche, cioè crescono solo in questi ambienti. Ci sono specie che da sempre hanno accompagnato l'uomo sulle montagne come le erbe per i foraggi degli animali o gli alberi da legna che hanno assicurato per secoli una serie di servizi ecosistemici indispensabili allo sviluppo delle comunità di alta quota. Non mancano i relitti vegetali sopravvissuti alle glaciazioni e una famiglia allargata di fiori spontanei che anima i giardini naturali che si formano nelle praterie: alcuni sono così rari che si trovano solo in numero ristretto di valli. In media nell'habitat alpino si possono contare 80 specie diverse, tra flora e fauna, in cento metri quadrati. Molte piante presenti in questo ambiente si comportano da indicatori biologici, offrendo agli scienziati prove e campioni per studiare i cambiamenti climatici. Oggi una parte di queste popolazioni è a rischio estinzione per l'arretramento dei ghiacciai dovuto al riscaldamento globale. Ecco le dodici specie più importanti. LEGGI L'ARTICOLO

a cura di Fabio Marzano 10 Febbraio 2021

La Fienarola delle Alpi
La Poa alpina è la principale erba delle comunità vegetali che si formano nei pascoli pingui, i più pregiati per la qualità del foraggio che forniscono agli animali durante la stagione dell'alpeggio in quota. Spesso è associata alla festuca, pianta in grado di indicare anche lo stato di degrado dell'ambiente.

(Nella foto in alto: la Carlina bianca (Carlina acaulis), pianta erbacea perenne con grandi infiorescenze bianche, che vive al livello del suolo, appartenente alla famiglia delle Asteraceae

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Abete bianco, albero di frontiera
È l'ultimo avamposto prima che la vegetazione bassa delle praterie di alta quota prenda il sopravvento. L'abete bianco arriva fino in fondo alla cosiddetta linea degli alberi. Specie natalizia e da legna, in realtà garantisce equilibrio all'ecosistema del bosco ospitando nelle sue cavità vari animali: dal picchio nero ad alcuni rapaci notturni che si nutrono di roditori.

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L'assenzio italiano a rischio estinzione
Dalla distillazione della pianta aromatica Artemisia genepi si ricava il genepì, un liquore simile all'assenzio e diffuso, con nomi diversi, su tutte le Alpi. Si tratta di una specie a rischio estinzione sia per la raccolta indiscriminata (non è così semplice da coltivare alle nostre latitudini) che per lo scioglimento dei ghiacciai. 

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Una rara succulenta di alta quota
Sempervivum arachnoideum è una delle poche piante succulente endemiche delle Alpi. Non ha l'aspetto di un cactus ma quasi il 95 per cento della sua massa è fatta di di acqua. Ha foglie a rosetta e nella stessa famiglia ci sono specie che arrivano a 40 centimetri di altezza. È una delle piante alpine più minacciate dal riscaldamento globale.

 

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Margherita alpina, bussola dei ghiacciai
La Leucanthemopsis alpina è un fiore simile alla margherita e un ottimo spartiacque vegetale: la sua presenza delimita i confini degli habitat glaciali. Vive in ambienti di detriti rocciosi che condivide con un'altra specie molto rara, il ranuncolo dei ghiacci o erba dei camosci.

 

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Gli sfagni, testimoni del clima
Sono piante simili a muschi, determinanti per la sopravvivenza delle torbiere, archivi naturali che consentono di studiare i cambiamenti climatici del passato per affrontare quelli del futuro. La massa organica prodotta da queste piante è alla base della torba dove rimangono intrappolate testimonianze storiche dell'ambiente come i pollini.

 

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Il giglio più prezioso
È il principe del giardino degli ambienti alpini e si spinge fino ai duemila metri. Forse uno dei fiori più belli di questi habitat di alta quota. Ha petali rosso porpora e può superare il metro e mezzo di altezza: caratteristiche che lo hanno reso trofeo ambito per tutti i collezionisti. Oggi è una specie a protezione assoluta.  

 

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Un relitto vegetale scampato ai ghiacci
La Cortusia matthioli è il panda delle Alpi. Si tratta di un relitto vegetale, memoria di quella flora molto antica sopravvissuta all'epoca delle glaciazioni in poche aree-rifugio. È simile a una primula ma molto rara e a rischio estinzione. Una delle popolazioni più grandi si trova a Pragelato in Piemonte.

 

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I semi che sfamano il bosco
Il pino cembro può arrivare a 25 metri di altezza ed è come arroccato alla montagna. Lo chiamano il guardiano dei ghiacciai. Ha un legno molto pregiato per mobili e sculture. I semi in passato erano parte della dieta dei montanari mentre oggi sono nel menù di alcune specie della fauna alpina come lo scoiattolo, i passeri e il camoscio che ne predilige i germogli.

 

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La spacca-sassi scala il Cervino
La Saxifraga bryoides è una pianta spacca-sassi perché si insinua nelle fessure più strette delle rocce comprese quelle sul granito. È una di quelle specie che rischiano il declino con l'arretramento dei ghiacciai. Un esemplare della stessa famiglia è stato trovato lungo la salita alla cima del Cervino a oltre quattromila metri di quota.

 

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L'ultima specie scoperta
L' Aethionema thomasianum o erba di Thomas è tra le rarità assolute delle Alpi: questa specie è stata scoperta alla fine degli anni Quaranta e pare che cresca solo nei boschi del Parco Nazionale Gran Paradiso che separano il villaggio di Cogne da quello di  Valsavarenche.

 

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L'erba che sballava i gatti
La Nepeta cataria, chiamata erba dei gatti, è un relitto di antiche colture contadine. Oggi cresce in natura su tutto l'arco alpino, soprattutto nelle macerie ma in passato veniva coltivata solo negli orti da dove poi è stata allontanata per i potenti effetti eccitanti e afrodisiaci che aveva su tutti felini. 

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