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Clima

Il mare si alza e la terra sprofonda: le zone costiere quattro volte più a rischio

Il mare si alza e la terra sprofonda: le zone costiere quattro volte più a rischio
L'effetto combinato di sudsidenza e aumento dei livelli del mare causato dai cambiamenti climatici quadruplica l'innalzamento per le popolazioni costiere. Tra le zone più a rischio quelle del Sud-est asiatico
2 minuti di lettura

Non c'è solo l'innalzamento dei mari, purtroppo. Le popolazioni costiere sono a rischio anche per l'abbassamento del terreno. Un fenomeno noto come subsidenza e che acuisce gli effetti dell'innalzamento dei mari. Anche quattro volte tanto per chi abita in zone a rischio: nel corso degli ultimi venti anni il livello dei mari per le popolazioni costiere si è innalzato fino circa 10 mm in media per anno, contro una media globale di 2,6 mm. Così racconta uno studio pubblicato su Nature Climate Change che combina le analisi di subsidenza con l'innalzamento dei mari. Un pericolo, spiegano gli scienziati, soprattutto per alcune aree nel sud-est asiatico.

Finora, ricorda infatti il team guidato da Robert Nicholls della University of East Anglia, poco è stato fatto per capire quanto i fenomeni di abbassamento del terreno potessero peggiorare l'innalzamento dei mari indotto dai cambiamenti climatici. Farlo invece è quanto mai essenziale, dal momento che, spiega lo stesso Nicholls “circa il 58% delle popolazioni costiere mondiali vive in prossimità di delta dove la terra sta sprofondando... e gli elevati tassi di subsidenza nei delta e specialmente nelle città sui delta sono anch'essi causati dall'uomo, in gran parte a causa dell'estrazione di acque sotterranee, da quella di petrolio e gas, e il ritorno di sedimenti è impedito da dighe a monte, da strutture contro le inondazioni, dall'estrazione di sabbia o dall'estrazione mineraria”.

Il fenomeno della sudsidenza è sì parte anche naturale ma sono appunto le attività umane ad accelerarlo, scrivono i ricercatori, citando i casi di città come Tokyo da una parte o Shanghai, Bangkok, Jakarta e New Orleans dall'altra, dove nel corso del XX secolo rispettivamente si sono segnalati fenomeni di sudsidenza di 4 metri o di 2-3 metri.

Nicholls e colleghi hanno cercato di avere un quadro globale di tutto questo mettendo insieme dati diversi, dalle stime relative all'abbassamento del suolo, naturali o indotte dall'uomo, in prossimità di delta e piane alluvionali, alle stime di innalzamento dei mari indotte dal cambiamento climatico e alle modifiche nel movimento della terra prodotte per effetti legati ai ghiacciai (il cosiddetto Glacial isostatic adjustment, Gia). Nelle loro analisi hanno considerato anche i dati della popolazione localizzata in prossimità delle coste.

 

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Hanno osservato così che se a livello globale gli effetti geologici (la sudsidenza) pesano poco sulla media di innalzamento dei mari, diversamente è per le aree costiere abitate. Vale a dire: nel corso degli ultimi venti anni la media di innalzamento dei mari è stata circa 2,6 mm l'anno. Il dato pero per le popolazioni costiere varia da 7,8 a 9,99 mm l'anno invece, e a pesare qui sono soprattutto i fenomeni di subsidenza, legati alla presenza di delta e in misura maggiore alle città. Fattori tra loro collegati, ricordano gli autori: i delta sono generalmente zone fertili e hanno da sempre attratto insediamenti, e l'elevata presenza umana favorisce la sudsidenza.

“Speriamo che le nostre analisi servano a migliorare la comprensione su come l'aumento dei livelli dei mari e la sudsidenza vadano a braccetto per la scienza e nella gestione delle aree costiere in tutto il mondo”, ha concluso Nicholls, “Giacarta potrebbe essere solo l'inizio”, ha po' detto riferendosi alla proposta di trasferire la città, intesa come capitale, in grosso pericolo per la sudsidenza, in Kalimantan. A essere particolarmente a rischio sono infatti soprattutto le aree orientali e sud-orientali, lì dove si concentra anche gran parte della popolazione costiera e l'aumento dell'urbanizzazione costiera nelle aree a rischio non potrà che acuire il fenomeno, scrivono gli autori.