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L'inchiesta
La prima pala nel golfo: sta nascendo il parco eolico di Taranto

La prima pala nel golfo: sta nascendo il parco eolico di Taranto

La seconda puntata dell'inchiesta sulle rinnovabili in Italia. Il progetto di Renexia è stato avviato nel 2008 e solo ora è stata appena installata la prima turbina delle dieci che sorgeranno a 2 km dalla costa. Beleolico produrrà energia pulita pari a 60mila Mwh per la città

2 minuti di lettura

Taranto punta sulla transizione energetica sfruttando l'energia dal vento. Il primo parco eolico offshore del Mediterraneo sta nascendo nelle acque del golfo ionico, nell'area antistante il molo polisettoriale, a 2 km e mezzo dalla costa. Pochi giorni fa è stata ultimata l'installazione della prima turbina di Beleolico, il progetto che fa capo a Renexia, società del gruppo Toto: sono stati montati i pezzi dell'aerogeneratore. Si va avanti, intanto, con i lavori e tra qualche settimana l'intero parco marino - in tutto 10 turbine - sarà completo.

Beleolico produrrà energia pulita pari a 60mila Mwh per la città di Taranto. Per Renexia, si tratta di "un esempio concreto di transizione energetica", in cui "Taranto diviene il centro di partenza dell'energia del futuro, pulita e sostenibile, grazie al vento e al mare". L'investimento totale è di 80 milioni di euro. L'area di mare interessata è di 131mila metri quadrati. La costruzione del parco eolico rappresenta il primo passo un percorso che il Paese sta intraprendendo in termini di sostenibilità ambientale, verso gli obiettivi del nuovo Piano Nazionale Energetico che prevedono per l'Italia 114Gw di energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
 

Beleolico sarà composto da dieci turbine per una capacità complessiva di 30 Mw in grado di assicurare una produzione di oltre 58mila MWh, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone. In termini ambientali vuol dire che, nell'arco dei 25 anni di vita prevista, consentirà di evitare la produzione di circa 730mila tonnellate di anidride carbonica. L'eolico offshore sfrutta la maggiore forza del vento garantita dal posizionamento in mare delle turbine, rispetto ad un impianto eolico terrestre; ed inoltre, non consuma suolo. Si tratta di "una vera alternativa alle centrali climalteranti, per la produzione di energia pulita e per contribuire alla riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 nel rispetto delle direttive dell'Europa".
 

La storia dell'impianto è lunga e articolata. Il progetto inizia nel 2008 e vive fasi alterne, caratterizzate da cambi societari terminati con l'attuale gestione di Renexia e da un braccio di ferro dinanzi alla giustizia amministrativa tra il Comune di Taranto e i proponenti dell'epoca. Dal 2008 ad oggi, quasi 14 anni di complesse vicende autorizzative che hanno ritardato l'avvio dell'impianto; lo stesso ha ricevuto il parere positivo della Commissione Via e Vas nel 2012, respingendo il parere negativo presentato dalla Regione Puglia e il parere della Sovrintendenza per l'impatto visivo generato davanti alla zona industriale di Taranto. Successivamente, l'allora Comune di Taranto, che si era espresso in maniera contraria all'opera, aveva fatto ricorso al Tar di Lecce rimarcando, tra le motivazioni, l'illegittimità del provvedimento. Il ricorso è stato bocciato dal tribunale amministrativo pugliese e la sentenza è stata confermata dal Consiglio di Stato. Nel 2013, l'iniziativa ha ricevuto l'autorizzazione unica.

Nel settembre 2021, si è giunti alla fase finale, con lo sbarco delle componenti e della nave cantiere Mpi Resolution di Van Oord, che sta supportando l'assemblaggio. Oggi i lavori si sono sbloccati, anche se, ad allungare i tempi, nell'ottobre 2021 c'è stato uno stop ad opera appena iniziata, poi superato, a causa di un problema tecnico. Dopo l'infissione parziale nei fondali delle fondazioni monopalo (400 tonnellate di acciaio, lunghe 50 metri, diametro di 4,5 metri), si è svolto l'assemblaggio delle torri suddivise in quattro segmenti. È stata poi montata la prima turbina ed infine, con un sistema di gru, le tre pale, che si muoveranno con la spinta del vento e trasformeranno questa forza naturale in energia. Le turbine, ultime nel montaggio, sono prodotte da MingYang Smart Energy, tra i maggiori produttori cinesi di queste componenti, al loro primo grosso lavoro in Europa. Non lontana dal parco eolico, a tre km, c'è la sottostazione elettrica che, attraverso un sistema di cavi, riverserà l'energia green nella rete Terna e da qui la stessa sarà poi diffusa sul territorio.

 

Questa tecnologia "riduce tutti i tradizionali elementi di inquinamento", sottolinea Riccardo Toto, direttore generale Renexia, "e nel periodo della concessione, 25 anni, in cui saremo a Taranto, vogliamo avviare un percorso per diventare parte di questa città che ci sta ospitando, a cui siamo grati e a cui forniremo energia. Ci stiamo impegnando per creare una filiera industriale intorno al parco, per valorizzare le risorse imprenditoriali e professionali già presenti e far nascere una filiera italiana per la realizzazione e gestione di parchi eolici offshore, per far diventare Taranto il punto di riferimento di questo settore".