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Energia

I comuni che hanno abbassato i termosifoni per far fronte alla crisi energetica (in aggiornamento)

I comuni che hanno abbassato i termosifoni per far fronte alla crisi energetica (in aggiornamento)
L'Agenzia internazionale dell'energia ha suggerito di abbassare il riscaldamento per risparmiare gas. Ecco una lista dei provvedimenti presi dalle città italiane, che aggiorneremo in base alle vostre segnalazioni a greenandblue@gedi.it
2 minuti di lettura

Termosifoni spenti in anticipo e temperature più basse: sono le azioni messe in campo dai comuni per far fronte alla crisi energetica e ai rincari legati alla guerra in Ucraina. Numerose amministrazioni locali hanno accolto l'invito del direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale per l'energia Fatih Birol e del presidente della Commissione europea Frans Timmermans di abbassare il riscaldamento di un grado per risparmiare soldi, gas e dipendere meno dalle forniture russe. Un invito ribadito anche dall'Alto commissario europeo per la Politica estera Josep Borrell: "Se ognuno di noi riducesse di un grado la temperatura della propria casa, risparmieremmo il 7% del consumo. Ormai è chiaro che è arrivato il momento di mettere in atto un po' di austerità sul consumo di energia".

In Italia ogni comune può decidere in autonomia l'orario preciso di accensione dei riscaldamenti condominiali, dentro i limiti nazionali. Anche se, come denuncia il sindaco di Grassino Torinese Paolo Cugini, mancano gli organi di controllo verso i privati. Ecco perché la maggior parte dei provvedimenti già presi va verso la riduzione delle temperature dei termosifoni negli uffici pubblici. Qui un elenco dei comuni che hanno già emanato ordinanze in merito o che ci stanno lavorando. Lo aggiorneremo anche grazie alle vostre segnalazioni. Scrivete a greenandblue@gedi.it

  • Imperia riduce le temperature di un grado in tutti gli immobili presenti sul territorio comunale. La temperatura massima consentita diventa di 17°C negli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, e di 19°C per tutti gli altri edifici. Sono esclusi gli ospedali, le cliniche e le case di cura, gli edifici destinati allo svolgimento di particolari attività nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione.
     
  • Torino porta la temperatura degli uffici pubblici a 18°C, abbassandola di due. Un grado in meno nelle scuole e nei centri per gli anziani.
     
  • Roma dispone nuovi limiti per tutti gli uffici di proprietà e pertinenza di Roma Capitale e per le scuole, ad esclusione degli asili nido e delle scuole dell'infanzia. I riscaldamenti potranno restare accesi per 10 ore, due in meno rispetto alle 12 attuali, e la temperatura andrà abbassata di due gradi, da 20 a 18. Il provvedimento segue quello della Regione Lazio: il riscaldamento in tutte le sue sedi viene spento due ore prima.
     
  • Milano sta valutando l'abbassamento di un grado delle temperature negli edifici pubblici e la riduzione di due ore del tempo di funzionamento quotidiano degli impianti di riscaldamento. Il Comune pensa di spegnere i riscaldamenti prima della data del 15 aprile, fatta eccezione per i luoghi di cura, le scuole e gli asili.
     
  • Bologna chiede la riduzione del riscaldamento di due gradi negli uffici amministrativi, nelle biblioteche e in tutti gli altri edifici comunali.
     
  • Firenze anticipa lo spegnimento dei riscaldamenti pubblici e privati dal 15 aprile al 1°. Sono esclusi ospedali, case di cura, cliniche, scuole materne e asili nido. Negli uffici pubblici è stato ridotto di un'ora al giorno l'uso dei termosifoni.
     
  • Bagno a Ripoli (Firenze) anticipa lo spegnimento dei termosifoni nei luoghi di lavoro del comune: alle 16 martedì e giovedì e alle 14 lunedì, mercoledì e venerdì. Sono escluse scuole e strutture sociali.
     
  • Reggello (Firenze) dispone che l'orario di accensione del riscaldamento in tutte le sedi comunali sia ridotto di tre ore al giorno con la contestuale diminuzione della temperatura programmata.
     
  • Figline e Incisa Valdarno (Firenze) stabilisce che i riscaldamenti, sia negli edifici pubblici che in quelli privati, dovranno essere spenti dal 1° aprile. L'orario di accensione degli impianti in tutti gli edifici comunali, comprese le scuole primarie e secondarie di primo grado, è ridotto di due ore e la temperatura programmata abbassata di un grado. Fanno eccezione di ospedali, case di cura, nidi, scuole materne.
     
  • San Giovanni Valdarno (Arezzo) dispone che l'orario di accensione del riscaldamento in tutte le sedi comunali sia ridotto di due ore al giorno, con la contestuale diminuzione di due gradi della temperatura programmata. Su tutto il territorio comunale i riscaldamenti pubblici e privati saranno spenti il 1° aprile e non il 15. Entrambi i provvedimenti riguarderanno anche le scuole primarie e secondarie mentre sono esclusi ospedali, case di cura, nidi, scuole materne.
     
  • Este (Padova) abbassa di un grado la temperatura massima degli ambienti interni e spegne con 2 ore di anticipo la pubblica illuminazione.