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Finanza

Dall'energia pulita al settore idrico: 791 milioni di euro all'Ucraina dalla Banca europea degli investimenti

Dall'energia pulita al settore idrico: 791 milioni di euro all'Ucraina dalla Banca europea degli investimenti
(reuters)
I finanziamenti Bei per la lotta contro il cambiamento climatico sono destinati al paese in guerra per la transizione energetica, la sanità, l'educazione, le connessioni Internet, le infrastrutture idriche e fognarie. Già stanziati 668 milioni di euro
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Entra nel vivo con la discesa in campo della Banca Europea degli Investimenti, la stagione dell'aiuto finanziario a favore dell'Ucraina. "La Russia sta conducendo una guerra spietata e illegale contro Kiev e sta portando avanti atrocità inaccettabili", ha tuonato Werner Hoyer, che della Bei è presidente. "Non possiamo permetterci di rimanere paralizzati dall'orrore ma dobbiamo lavorare strenuamente e senza interruzioni per sostenere l'Ucraina (la cui economia perderà secondo la Banca Mondiale almeno il 45% di Pil quest'anno, ndr) e anche i Paesi circostanti che stanno compiendo lo sforzo di accogliere milioni di profughi".


La Bei ha fisicamente riversato negli ultimissimi giorni nelle casse di Kiev 668 milioni di euro, tagliando corto qualsiasi procedura burocratica, "e altri ne seguiranno", ha puntualizzato Hoyer, per un totale di investimenti pari a 791 milioni di euro.

Come da statuto della Bei, rinnovato l'anno scorso per dedicare l'intera attività della banca alla lotta contro il cambiamento climatico, i finanziamenti sono nominalmente dedicati alle energie alternative, agli interventi nella sanità, all'educazione, al miglioramento delle connessioni Internet, alle infrastrutture idriche e fognarie. Ma è abbastanza fuori di dubbio che anche qualsiasi "fuga" rispetto a questi obiettivi, peraltro abbastanza larghi e adattabili, sarà "tollerata" vista l'emergenza drammatica e senza precedenti che vive il martoriato Paese.

Altrettanto specificamente mirati, e anch'essi suscettibili di qualche adattamento vista l'emergenza umanitaria, sono gli obiettivi di cui parla il presidente della Bei per gli interventi finanziari a favore dei Paesi dell'area. Fra questi, un intervento da 310 milioni per l'espansione delle energie rinnovabili nei Paesi baltici (Lettonia, Lituania, Estonia).

Il contributo della Bei per l'Ucraina si inserisce negli oltre 9 miliardi della campagna Stand Up for Ukraine lanciata dall'Ue (e dal governo del Canada) il 26 marzo. Di questo totale, 5 miliardi sono elargiti dalle istituzioni finanziarie pubbliche europee, e 4,1 miliardi raccolti presso donatori privati. Fra le dalle istituzioni finanziarie, oltre alla Bei c'è la Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa (che ha emesso uno speciale "social bond" da un miliardo di euro appositamente per la crisi ucraina) ed è stata anzi la prima ad arrivare sul territorio con finanziamenti per il trasporto, il cibo, le cure mediche dei profughi. La banca del Consiglio d'Europa è la più antica istituzione del genere avendo 65 anni di attività, e dal 2021 è presieduta dall'italiano Carlo Monticelli, già direttore per i rapporti internazionali del Tesoro.

Ma ancora non è finita. È stata avviata anche l'erogazione di ben due miliardi (il "War on Ukraine - Resilience Package") stanziati dalla European Bank for Reconstruction and Development, creata inizialmente dall'Unione europea nel 1991 proprio per assistere i Paesi dell'ex Urss nel loro sviluppo post-caduta del muro. Primo presidente della Berd fu il prestigioso economista italiano Mario Sarcinelli, classe 1934, già ministro del Commercio estero e direttore generale del Tesoro negli anni '80.


In Italia, tornando alla campagna nel suo complesso, sono stati raccolti già presso donatori di ogni ordine e grado - dai privati cittadini alle grandi aziende, dai cittadini alle scolaresche - 610 milioni, come ha precisato lo stesso premier Mario Draghi il 9 aprile. Andranno, come tutti i fondi, soprattutto alla Croce Rossa internazionale ma anche a una moltitudine di ong e altre organizzazioni certificate, tutte unite dall'impegno di soccorrere le sventurate popolazioni ucraine perché riescano a reggere lo spaventoso impatto dell'aggressione russa. Questi fondi, è bene precisare, sono estranei alle forniture militari. Il rappresentante diplomatico dell'Ue Josep Borrell ha dato la notizia che l'Europa ha speso finora un miliardo e mezzo in armi all'Ucraina, e diverse centinaia di milioni sono arrivati da America e Giappone.

Anche dagli Stati Uniti stanno arrivano ingenti finanziamenti umanitari per tamponare la crisi ucraina. La World Bank ha già stanziato 925 milioni di dollari, dei quali 350 già materialmente trasferiti, per aiutare il governo di Kiev nel supporto umanitario, e ha in programma ulteriori urgenti stanziamenti fino a 3 miliardi.
 

Altrettanto importante il contributo del Fondo Monetario Internazionale, che dispone di una struttura, il Rapid Financing Instrument, pensata proprio per l'assistenza nelle emergenze più drammatiche. Già sono partiti 1,4 miliardi di dollari, e altri stanziamenti seguiranno a breve. Da notare che oltre agli interventi diretti sia la World Bank che l'Fmi dispongono di centri di raccolta dei sostegni dei privati che sono in piena attività e già hanno inviato in Ucraina oltre duecento miliardi di dollari.