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L'iniziativa

Le firme sono più di 20mila e Fridays for future aderisce all'appello su clima e politica

Le firme sono più di 20mila e Fridays for future aderisce all'appello su clima e politica
(agf)
Crescono ancora le adesioni alla petizione lanciata da Green&Blue dopo la lettera aperta degli scienziati. Il movimento fa appello agli attivisti: "La scienza chiama in causa la politica e ha bisogno anche di noi"
1 minuti di lettura

Sono già oltre 20mila in due giorni (ma il numero cresce velocemente) le firme per la petizione lanciata da Green&Blue dopo la lettera degli scienziati del clima alla politica, perché metta al centro dei programmi in vista delle elezioni del 25 settembre il riscaldamento globale. Con un video sui canali social, anche Fridays For Future Italia ha fatto sua la petizione, facendo appello agli attivisti: "La scienza chiama in causa la politica e ha bisogno anche di noi".

Mentre leggerete questo articolo il numero indicato all'inizio sarà già superato, perché il contatore corre veloce. Tra i tanti firmatari c'è chi sottolinea l'appartenenza a una istituzione scientifica, altri scrivono in maiuscolo il loro appello alla politica: "Bisogna passare dalle parole ai fatti!". Sono tanti, semplici cittadini e personalità della cultura, dello sport e dell'associazionismo, tutti colgono l'occasione per far sentire la loro voce in un momento che percepiscono cruciale per il futuro del Paese.

"Veramente una adesione inaspettata che testimonia, ancora una volta, come i temi legati al clima ed all’ambiente siano molto sentiti dai cittadini e speriamo anche dai politici", commenta il galciologo Carlo Barbante, tra i primi cinque firmatari della lettera degli scienziati con Carlo Carraro, Antonio Navarra, Antonello Pasini, e Riccardo Valentini. “La crisi climatica è la madre di tutte le crisi, un fatto sociale totale. - continua Barbante - Dalla determinazione con cui sapremo affrontarla dipende il  nostro futuro e quello dei nostri figli”.

 

Si uniscono ad autorità assolute come il Nobel Giorgio Parisi, che nei giorni scorsi ha parlato dell'iniziativa degli scienziati sottolineando che "è importante che i partiti mettano in chiaro nei programmi quali sono i loro progetti per la lotta ai cambiamenti climatici", ma che è "altrettanto importante che poi gli elettori decidano chi votare anche in base a quale di questi progetti trovano più convincente". L'accademico e divulgatore Stefano Mancuso ha invece ribadito che "la politica nazionale può fare molto per indicare la via da seguire", mentre fino a oggi si è limitata "a usare il tema dell'ambiente in maniera vuota senza esplicitare i progetti e le misure per la mitigazione dei rischi".

Ha firmato la petizione Giovanni Soldini, velista di fama mondiale da sempre impegnato a diffondere la cultura dell'ambiente,  che ha spronato i cittadini a "rivendicare il proprio ruolo, fare la loro parte e chiedere ai governi regole precise, impegni chiari".

Ora la parola, come ha scritto su Repubblica Luca Fraioli, spetta alla politica e non resta che domandarsi: "Gli schieramenti che affilano le armi per la campagna elettorale, ascolteranno quelle migliaia di voci?"