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L'iniziativa

Tre amici e un paguro: "Roko", un cortometraggio contro la plastica in spiaggia

Da un'amicizia nata in un liceo foggiano il progetto per ripulire la costa del Gargano dall'inquinamento e una raccolta fondi per fare anche di più. "Ancora non siamo pienamente consapevoli dell'entità del problema"
2 minuti di lettura

Questa è la storia di un'amicizia tra Armando, Rocco e Andrea, nata tra i banchi di un liceo foggiano che evolve, durante gli anni universitari, nella creazione di un cortometraggio per la salvaguardia delle loro amate coste del Gargano dalla plastica: Roko. È un paguro, un crostaceo che vive tra le acque salate nella Cala dei Paguri, una piccola baia di Vieste che può essere raggiunta solo via mare. Nel corto lo scenario è caratterizzato da una montagna di rifiuti. Roko è alla ricerca di una casetta e, anziché rifugiarsi tra le pareti di una conchiglia, è folgorato alla vista di una tazza in plastica. Ne è attratto dai colori e dalle dimensioni, probabilmente apparteneva a un bimbo, e la sceglie immediatamente. La sua preferenza scatena l'ira del mostro di plastica della Cala, che non vuole cedere nulla del suo bottino.


Questo essere spaventoso è la metafora che descrive il nostro pianeta. "Non ci rendiamo conto del cambiamento climatico perché non lo subiamo davvero sulla nostra pelle" racconta Armando Pio Carchia, studente all'Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, nel trailer del cortometraggio. "Non è importante - specifica Armando - quanto sia grande il tuo gesto, l'importante è che tu lo faccia".

Roko, il cortometraggio contro la plastica nelle spiagge


L'ideazione del corto risale ad un anno fa. Il progetto dovrebbe concludersi entro l'estate del 2023. "Roko - spiega Andrea Avantaggiato, studente di Architettura all'Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Pescara - siamo noi. È solo in un mondo che non conosce, perché ancora non siamo pienamente consapevoli dell'entità del problema". Armando, Andrea e Rocco vogliono collaborare con enti e associazioni per pulire una parte della costa del Gargano e raccogliere quanta più plastica possibile. "Su questo tema - aggiunge Armando - ci sentiamo tirati in ballo in prima persona perché parliamo della nostra terra. Ci piacerebbe continuare questa attività anche con altre spiagge. Ho collaborato con il Wwf come volontario e ho visto da vicino il problema. Le aziende devono prendere una posizione netta sul tema, magari offrendo soluzioni semplici alla portata di tutti".

In base ai monitoraggi dell'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, gli oggetti più frequenti lungo i litorali italiani sono monouso e imballaggi in plastica come borse per la spesa, contenitori alimentari, cotton fioc, tazze in polistirolo e bottiglie che da soli rappresentano quasi un terzo dei rifiuti trovati. Tra il 2015 e il 2020, sulle coste Adriatiche sono stati rinvenuti mediamente 161 oggetti monouso in plastica per 100 m di spiaggia monitorata, 121 nel Mediterraneo occidentale e 76 nello Ionio e nel Mediterraneo centrale. Ma c'è una luce in fondo al tunnel della plastica. Dal 3 luglio 2021, anche in Italia è entrata in vigore la Direttiva sulla plastica monouso (2019/904) per prevenire e ridurre la plastica sull'ambiente, in particolare quello marino. La direttiva fissa la percentuale di raccolta differenziata delle bottiglie al 77% entro il 2026 e al 90% entro il 2029.

Roko è il primo progetto sostenuto dalla piattaforma di crowdfunding Eppela, che lo ha selezionato nell'ambito della campagna Stessa Spiaggia Nuovo Mare, attiva dall'estate 2022 per favorire i progetti per la tutela ambientale. La raccolta fondi è partita lo scorso luglio e si concluderà a fine settembre. "Vorremmo - aggiunge Rocco Contillo, studente di Architettura all'Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Pescara - sensibilizzare la comunità per realizzare qualcosa di importante. Credo che questo progetto sia solo un primo passo. Il nostro desiderio è continuare a creare contenuti etici e sostenibili attraverso nuovi progetti, magari creando una startup".

In questo cortometraggio i tre ragazzi uniscono i loro studi nel settore audiovisivo e architettonico e sono supportati da un team composto da altre nove persone. "Credo che la nostra generazione - conclude Andrea - sia più sensibile ai problemi legati alla sostenibilità ambientale. Risolvere queste questioni è un nostro dovere collettivo. Credo nella creazione di strutture ad impatto zero e nella difesa della nostra biodiversità. Non possiamo più procrastinare".