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Cambiamento climatico

Così i fiordi regolano il clima della Terra

Così i fiordi regolano il clima della Terra
Come una specie di termostato planetario sequestrano enormi quantità di carbonio durante le fasi calde dei cicli climatici, che vengono rilasciate nei periodi glaciali, propiziando il ritorno di temperature più miti. Ma ora questo meccanismo rischia di incepparsi
2 minuti di lettura

I fiordi sono elementi caratteristici dei paesaggi dell'estremo Nord: vallate profonde e scoscese, in cui il mare incontra la terra in un abbraccio sinuoso. Il loro indubbio fascino non deve trarre in inganno, perché lungi da essere semplici attrattive paesaggistiche, i fiordi sono anche, e soprattutto, strutture di importanza cruciale per il clima del nostro Pianeta. Intrappolano infatti una quantità enorme di carbonio sui loro fondali, lontano dall'atmosfera dove si unirebbe all'ossigeno per formare tonnellate di pericolosa anidride carbonica. E come svela un nuovo studio pubblicato su Science Advances, contribuiscono così a regolare i cicli climatici della Terra, guidando l'alternanza tra periodi glaciali e interglaciali.

Già da qualche anno, in effetti, è stato scoperto che queste profonde vallate scavate dai ghiacciai rappresentano uno dei più ricchi serbatoi di carbonio del pianeta. Gli oceani sono infatti il principale deposito di sedimenti organici della Terra, e i fiordi sono uno degli hot spot marini più attivi: pur costituendo appena lo 0,1% della superficie marina totale del nostro pianeta, intrappolano circa il 12% del carbonio presente nei mari e negli oceani del globo. Si tratta infatti di punti di drenaggio strategici, che raccolgono i sedimenti organici trasportati dalle acque piovane e dai fiumi, e li fissano nei depositi di sedimenti che si accumulano sul loro fondale. Questo, almeno, nei cosiddetti periodi interglaciali, cioè nelle fasi di una glaciazione in cui il clima è più mite (come quella in cui ci troviamo attualmente). Quando le temperature tornano a scendere, la situazione potrebbe rivelarsi molto diversa: i ghiacciai tornano infatti a coprire i fiordi, spingendo in superficie i sedimenti accumulati sui fondali, ed esponendoli così, nuovamente, all'ossigeno.

 

Per comprendere che conseguenze abbia il ritorno dei ghiacci per il carbonio accumulato nei fiordi, un team di ricercatori internazionali coordinato da Brent Rosenheim, della University of South Florida, ha studiato in che modo i sedimenti depositati nei fiordi rispondono al calore, comparando la loro resistenza termica a quella dei sedimenti depositati sui fondali oceanici. I loro esperimenti hanno dimostrato che la capacità di intrappolare il carbonio organico dei fiori è ben più transitoria di quella delle zone più profonde degli oceani: una volta esposti al sole a all'aria dai movimenti dei ghiacciai, i sedimenti provenienti dai fiordi tendono a reagire con l'ossigeno, introducendo nuovamente grandi quantità di CO2 nell'atmosfera terrestre.

In un ciclo climatico normale, i fiordi si comportano quindi come una specie di termostato del pianeta: sequestrando carbonio durante i periodi caldi, contribuendo così a raffreddare l'atmosfera, e quindi reintroducendolo nelle fasi più fredde, aiutando il clima a tornare, col tempo, verso temperature più miti. Con l'arrivo dell'età industriale, e dei cambiamenti climatici causati dalla nostra specie, questo delicato equilibrio potrebbe però non essere più lo stesso. "I fiordi occupano uno spazio tutto sommato limitato, ma svolgono un ruolo significativo nel modulare i cambiamenti di temperatura tra periodi glaciali e interglaciali", spiega Rosenheim. "Il riscaldamento del pianeta causato dall'uomo ha interrotto questo ritmo regolare di cicli glaciali e interglaciali, e per questo comprendere meglio come reagiranno i fiordi e gli altri hot spot in cui si deposita il carbonio si fa sempre più critico".