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Il decalogo

Il manifesto sul futuro circolare

(Energy Dome)
(Energy Dome) 
Dieci regole per diventare un'impresa dal cuore green, individuate da 100 aziende e presentate alla Camera dei deputati dalla piattaforma wwworkers.it
4 minuti di lettura

C'è Energy Dome, la scaleup che ha brevettato un sistema per immagazzinare energia da sole e vento, basato sulla CO2. Ha già creato il primo impianto di stoccaggio a Ottana, in Sardegna. C'è Rice House, società benefit che trasforma gli scarti derivati dalla lavorazione del riso in materiali per la bioedilizia. Ha già costruito 90 case, tra la Lombardia e il Piemonte. Case, in cui tutto, tranne la struttura portante è fatto di riso. C'è Greenhouse che a Cosenza ha creato il primo consorzio di aziende specializzate nella coltivazione di agrumi in serre fotovoltaiche, che immette il 95% dell'energia prodotta nella rete nazionale. C'è Levante a Milano, ha realizzato pannelli solari, prêt-à-porter, pieghevoli, in stile origami, fatti di materiali riciclati e rigenerabili, da poter portare e utilizzare su barche e camper.

 

Sono quattro delle oltre 100 aziende riunite in un hackathon virtuale per creare il primo Manifesto sul futuro circolare. L'idea è della job community Wwworkers.it, fondata dal giornalista Giampaolo Colletti, che con l'Intergruppo Parlamentare Innovazione e il supporto di Opinno Italy, ha deciso di coinvolgere 100 piccole e medie imprese green per scrivere le 10 regole dell'economia circolare.

 

In tre mesi di lavoro, quattro sessioni di co-design, usando anche metodologie innovative come il design thinking, sono stati definiti i valori fondamentali comuni di un futuro sempre più circolare. L'identikit di un'impresa green? Progetta fin dall'inizio in modo sostenibile, usa materiali riciclati e riciclabili, è attenta al packaging, controlla tutta la filiera, usa la tecnologia per ridurre gli sprechi. Valorizza il capitale umano per diffondere consapevolezza. E ha un pensiero circolare: One Health, che significa salute globale. Perché se è in equilibrio il Pianeta, lo è anche l'uomo.

"Il Manifesto vuole essere d'ispirazione sia per chi non ha ancora iniziato un percorso circolare sia per chi vuole perfezionarlo e crescere" ha commentato durante la conferenza stampa alla Camera dei Deputati Silvia Amato, Director of Education, Communication and Culture Transformation di Opinno Italy. "È la cosa giusta da fare perché tutte le Pmi possano capire le buone pratiche e portarle nella loro quotidianità. Quando milioni di nostri concittadini avranno intrapreso questo percorso di transizione, potremo dire di avercela fatta".

L'economia circolare stenta a decollare. Tra il 2018 e il 2020 il tasso di circolarità è sceso, a livello globale, dal 9,1% all'8,6% (Fonte CEN, Circular Economy Network). Negli ultimi cinque anni i consumi sono cresciuti di oltre l'8%, superando i 100 miliardi di tonnellate di materia prima utilizzata in un anno, a fronte di un incremento del riutilizzo di appena il 3% (da 8,4 a 8,65 miliardi di tonnellate). Tuttavia l'Italia è uno dei Paesi che "tiene": è al primo posto, tra le cinque economie europee, per gli indicatori più importanti di circolarità, assieme alla Francia. E un ruolo importante per lo sviluppo dell'economia circolare spetta proprio alle piccole e medie imprese.

"Oggi ci sono in Italia centinaia di Pmi e imprese artigiane che stanno declinando al meglio transizione digitale e ambientale" spiega Giampaolo Colletti. "Lo fanno nell'adozione di materie prime a basso impatto, nell'uso di packaging innovativi, nel ripensamento di una filiera sostenibile di logistica e distribuzione. La chiave vincente? Fare sistema: avranno la meglio reti di imprese, consorzi, network. Le competenze interconnesse messe a sistema sapranno far evolvere queste realtà circolari e digitali in esperienze scalabili e di grande successo".

C'è però una definizione importante da cui partire. "Economia circolare non significa soltanto applicare un approccio sostenibile ai prodotti quando sono a fine vita - spiega Amato commentando il primo punto del Manifesto - La vera economia circolare si verifica quando un prodotto nasce già sostenibile sia dal punto di vista economico sia da quello ambientale". E ancora: non basta produrre con materiali sostenibili, tutto il ciclo di produzione deve essere sostenibile. Tra i temi più critici c'è invece quello della distribuzione a basso impatto. "È ancora molto difficile soprattutto nelle produzioni di massa". Infine, dedicato a chi pensa che economia circolare sia solo usare materiali riciclati e riciclabili, ecco il punto del Manifesto che vede l'uomo al centro. "Perché sono le persone a fare la differenza. Gli imprenditori devono promuovere un processo di formazione continua che porti i proprio dipendenti a un cambio di mentalità, verso i principi di sostenibilità". Per tutti infine, l'invito a un approccio "One Health".

"Perché la qualità e il benessere della vita dell'uomo possono realizzarsi solo se c'è qualità e benessere nella Terra dove vive".

Ecco i 10 punti del Manifesto del futuro circolare

 

  1. Progettazione circolare

Disegnare un prodotto pensando al suo intero ciclo di vita, e quindi favorendo al suo termine il disassemblaggio, il riciclo e il riutilizzo delle parti. Puntare alla soluzione più ecosostenibile, ottimizzando la vita utile delle risorse che lo compongono.

 

  1. Materiali riciclati e riciclabili

 Puntare sull'utilizzo di materie prime secondarie o, in alternativa, materie prime primarie sostenibili. Incentivare il riciclo degli scarti di produzione. Creare reti sul territorio, perché ciò che è scarto per un'azienda possa diventare risorsa per un'altra.

 

  1.  Produzione sostenibile

Impostare i cicli produttivi facendo un uso sostenibile dei materiali, riducendo gli sprechi e integrando processi che siano indipendenti da fonti esterne. Puntare verso l'autosufficienza energetica segnata da fonti rinnovabili e il raggiungimento dell'impatto zero.

 

  1. Imballaggi responsabili

Oltre il prodotto, pensare a quello che gli sta intorno. Ridurre l'uso di packaging e puntare su soluzioni realizzate con materiali riciclati, riciclabili o biodegradabili, che consentano la migliore conservazione e il totale impiego del prodotto e che siano semplici da usare, facili da disassemblare e riciclare.

 

  1. Distribuzione a basso impatto

 Incentivare il trasporto delle merci con veicoli a basso impatto ambientale. Ove non possibile, attivare politiche di compensazione delle emissioni. Incrementare gli scambi in un'ottica di filiera corta. Favorire la scelta di opzioni di consegna a domicilio più sostenibili.

 

  1. Filiera corta controllata

Presidiare l'intera filiera evitando gli sprechi. Tracciare il percorso del prodotto, anche oltre la vendita, grazie all'uso delle nuove tecnologie. Valorizzare il corto raggio d'azione, investendo sul territorio e sulle comunità. Guardare a visioni globali generando impatti locali misurabili e replicabili

 

  1. Trasparenza che fa la differenza

 Permettere ai decisori e ai consumatori di monitorare, grazie alle tecnologie digitali, prodotti e processi in modo chiaro, semplificato, misurabile, accessibile lungo tutta la filiera. Chi scommette sulla circolarità non ha nulla da nascondere!

 

  1. Capitale umano valorizzato

 Sono le persone a fare la differenza. Promuovere lo scambio di conoscenza tra tutti gli attori dell'ecosistema in modo da favorire consapevolezza e crescita. Generare impatto anche attraverso la comunicazione, puntando alla sensibilizzazione del consumatore in una formazione continua.

 

  1. Capitale tecnologico aumentato

Moltiplicare l'efficacia della circolarità grazie a tecnologie evolute: sistemi di AI, machine learning, blockchain, app e tool di nuova generazione migliorano performance, controllo e efficacia delle soluzioni e dei processi che propone. Alla base c'è la misurazione dell'impatto.

 

  1. Pensiero circolare "One Health"

Pensare a nuovi modelli organizzativi e di business che pongano l'essere umano al centro. Misurare la propria impronta ambientale e sociale lungo l'intero ciclo di vita del prodotto, mantenendo come vision unica la salute e il benessere comune delle generazioni presenti e future.
 

I partner dell'iniziativa che ha redatto il Manifesto sono Amazon, Anas, Edison, ManpowerGroup.