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Città sostenibili

A Barcellona la foresta è urbana: nel territorio 17mila ettari di boschi

A Barcellona la foresta è urbana: nel territorio 17mila ettari di boschi
La municipalità catalana spende 10 milioni di euro all'anno per la gestione dei parchi periurbani e dei boschi urbani, 7 milioni per i tre parchi naturali e 1 milione l'anno per il mantenimento delle zone agricole e delle aree fluviali
3 minuti di lettura

Il 71% dell'area metropolitana di Barcellona, che comprende la città e 36 comuni in un territorio molto estesa con montagne e coste, è caratterizzato da spazi considerati di grande valore ambientale, poiché sono costituiti da ben 17mila ettari di boschi e foreste e per il 52 per cento sono spazi aperti. È in virtù di questa ricchezza che il capoluogo della Catalogna ha ottenuto lo scorso maggio il titolo di Città Forestale Europea 2022. La città vincente ha il compito principale di promuovere la consapevolezza del ruolo delle foreste europee, di ospitare l'annuale conferenza dell'Efi, l'Istituto forestale europeo, e di organizzare per tutto l'anno una serie di eventi e attività di approfondimento per ricercatori, addetti ai lavori e per il pubblico sui temi delle "biocities" e su nuovi modelli di progettazione e gestione degli spazi urbani.


Il percorso di Barcellona come Città forestale europea e "biocity" è cominciato con la sua modernizzazione già nel 1992, quando fu sede delle Olimpiadi, ma ha avuto un impulso decisivo nel 2015 con l'elezione a sindaca di Ada Colau. Insieme all'italiana Francesca Bria, scelta come assessora alle Tecnologie e all'Innovazione Digitale, Colau ha basato le sue azioni sull'idea di "ripensare il concetto di smart city dal basso, nel senso di focalizzare la tecnologia su quello che può servire alle persone". E le persone hanno bisogno di una qualità di vita migliore, così, insieme a tecnologie come quella che dota i parcheggi pubblici di sensori sotto l'asfalto, per vedere attraverso una app dove c'è un posto libero, Barcellona ha investito su un ambiente urbano che usi soluzioni basate sulla natura, per promuovere la biodiversità.
 

È il concetto base di "biocity": applicare i principi della bioeconomia circolare con l'obiettivo di diventare città a emissioni zero entro il 2050, secondo la strategia Ue. Il campo di applicazione della bioeconomia circolare comprende l'utilizzo di materiali provenienti dalle foreste (in particolare, il legno per l'edilizia, o come materia prima per il settore industriale), i prodotti marini, lo sviluppo di biomateriali utilizzando le nanotecnologie, lo sviluppo di un nuovo "metabolismo" urbano che usi le energie rinnovabili, l'agricoltura, lo sviluppo della biodiversità (e di altri servizi ambientali legati alle foreste e agli spazi verdi) urbani. Tutte queste iniziative hanno un impatto diretto sul benessere delle persone, sia per quanto riguarda la qualità dell'aria, sia per la salute globale e la responsabilizzazione dei cittadini.


"Come Amb, Area metropolitana di Barcellona abbiamo una serie di competenze in merito, stabilite dalla legge 31/2010 del Parlamento della Catalogna- dice Antonio Farrero Compte, coordinatore generale dell'ufficio tecnico di gestione dell'Amb - che comprendono l'implementazione delle strutture verdi, la loro protezione e conservazione, nonché la gestione integrale dei terreni, la gestione e il mantenimento della zona dei parchi metropolitani, il recupero socio-ambientale dei bacini dei fiumi Llobregat e Besòs e, in quanto l'area metropolitana di Barcellona è parte del consorzio del Parco Naturale Collserola, portiamo avanti un nuovo progetto urbanistico e ambientale che ha come obiettivo quello di potenziare la protezione della natura dell'area protetta".


Come Città forestale, inoltre, Barcellona punta sui suoi oltre 30mila alberi, che diventano veri e propri connettori verdi tra gli spazi naturali e il tessuto urbano. "La maggior parte della nostra massa forestale si trova nelle catene montuose costiere e pre-costiere: Collserola, Serra de Marina, le montagne del Baix, il massiccio del Garraf e Ordal - spiega Farrero Compte - l'Amb sta intraprendendo un percorso di promozione delle politiche forestali nell'ambito delle sue competenze, soprattutto per la gestione forestale come strategia per migliorare l'infrastruttura verde metropolitana e promuovere la conservazione attiva degli spazi naturali. La nostra è una strategia complessiva e trasversale, metropolitana e multidisciplinare, che copre tutte le fasi della vita degli alberi: dalla pianificazione territoriale, alla gestione integrale di parchi e spiagge, attraverso la progettazione dello spazio pubblico tenendo conto delle risorse naturali, o la costruzione di caldaie a biomassa che utilizzano legno locale".

Farrero Compte elenca le azioni pratiche nelle quali si sta impegnando l'Amb: "Intanto investiamo nella gestione attiva del territorio, che promuove il mosaico agroforestale per ridurre il rischio di incendi boschivi e migliorare la salute delle foreste periurbane. Vogliamo però sfruttare le foreste in tutto il loro ciclo di vita, per cui il legno, come altre risorse naturali, viene valorizzato per nuovi usi come la costruzione di edifici sostenibili e più sani, per lo stoccaggio del carbonio, visto che ogni metro cubo di legno utilizzato evita l'emissione in atmosfera di circa una tonnellata di CO2.

La gestione del mosaico agroforestale implica anche la promozione dell'economia verde e circolare, con la presenza delle colture e dell'agricoltura locale, di aziende specializzate nel processo di trasformazione del legno e di un ecosistema di business innovativo, che offra nuove soluzioni per rivalutare il legno. Di fatto l'industrializzazione del legno va promossa come pilastro economico nell'area metropolitana e della sua architettura ed edilizia: l'uso del legno riduce infatti le emissioni di CO2 di oltre il 30 per cento rispetto alla costruzione in cemento".


È un piano ambizioso che ha dei costi: "Nell'area metropolitana di Barcellona vivono 3,2 milioni di persone - conclude Farrero Compte - per la gestione dei parchi periurbani e dei boschi urbani, un totale di 300 ettari, spendiamo 10milioni di euro all'anno, i parchi naturali di Collserola, Serralada de Marina e Garraf, che hanno una superficie di circa 15 mila ettari, ci costano 7 milioni l'anno. La manutenzione di altre aree agricole e delle zone fluviali costa 1 milione l'anno. In tutto sono 18 milioni e per gli abitanti si calcola un costo di 5,6 euro. Ma il ritorno di questi investimenti in termini di servizi ecosistemici va ben oltre il calcolo numerico, perché la qualità dell'aria, il risparmio e la gestione delle risorse idriche, i servizi socio culturali sono alla base di una migliore qualità di vita".