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Montagna sostenibile

A San Martino di Castrozza l'energia arriva solo dall'acqua e dal legno

Una delle due dighe nella Valle di Primiero che alimentano i 17 impianti idroelettrici 
Una delle due dighe nella Valle di Primiero che alimentano i 17 impianti idroelettrici  
I dieci Comuni della Valle di Primiero da decenni hanno scelto di sganciarsi da gas e petrolio. Dalle scuole alla risalita, tutto funziona con 17 impianti idroelettrici. "Produciamo 10 volte di più l'energia che consumiamo, il resto la vendiamo e gli utili vanno ai cittadini". La certificazione di Legambiente: territorio al 100% rinnovabile
3 minuti di lettura

Puntare sull'azzeramento e l'indipendenza ecologica è l'obiettivo di tutti i consorzi sciistici. Ma tra i comprensori dove la decisione di sganciarsi dal gas e dal petrolio è ormai un dato di fatto, è l'area di San Martino di Castrozza-Passo Rolle. Al punto che l'intero territorio della Valle di Primiero e Vanoi ai piedi delle Dolomiti è stato certificato da Legambiente come al 100% Rinnovabile.


Una skiarea di 60 chilometri di piste da sci, con 18 mila residenti che hanno raggiunto l'autonomia energetica prodotta interamente da fonti green. Acqua e legno soprattutto. Una comunità virtuosa, ma anche economicamente all'avanguardia visto che i 10 comuni della valle ogni anno incassano utili rivendendo l'energia certificata come rinnovabile: nell'ultimo bilancio sono stati di un milione e 200 mila euro finiti dritti dritti nella casse dei comuni che li hanno rinvestiti in strutture e servizi.

La storia della valle di Primiero e della sua comunità, che ha visto in anticipo e con chiarezza i disastri dell'emergenza climatica, comincia nel 1902 e dalla costruzione di due dighe. Adesso continua ad essere la storia non solo di aziende e amministratori, ma di un'intera comunità che ha capito i danni economici derivanti dalla dipendenza dai combustibili fossili e ha cominciato a parlare di autonomia energetica 120 anni fa.

Tutto è cominciato con due dighe

Ivan Fontana è il responsabile delle risorse umane di ACSM, il gruppo di aziende energetiche nato dalla vecchia società elettrica consorziale di Primiero. Spiega Fontana, nipote dell'ingegnere che costruì le due dighe e da cui tutto è iniziato: "La nostra è un ex municipalizzata nata appunto nel 1902. Fin dall'inizio da queste parti abbiamo sempre fatto più o meno da soli per produrre energia. Usando quello che avevamo sul territorio, acqua e legno. Ora con i nostri 17 impianti idroelettrici produciamo 450 milioni di kilowattora all'anno: dieci volte di più di quello che consumiamo e che si aggira sui 45 milioni. Il resto lo rimettiamo in rete e lo vendiamo: una parte dei guadagni si divide tra i comuni che fanno parte del consorzio, un'altra parte lo investiamo in nuovi progetti". Così ogni anno si aggiunge una nuova iniziativa, sempre sul fronte della sostenibilità.

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"Quali sono gli edifici e gli impianti che funzionano con l'idroelettrico? In questa valle praticamente tutto: dagli hotel, anche quelli storici, agli impianti sciistici; dai rifugi in alta quota alle case private; dalle scuole fino alle strutture sportive" ci tiene a sottolineare Ivan Fontana. E dopo l'acqua, il legno.

Il sistema di teleriscaldamento

A San Martino di Castrozza il 90% degli edifici è collegato all'impianto di teleriscaldamento costruito negli anni Duemila. Centinaia di famiglie da tempo hanno eliminato caldaie a gas e a petrolio. "L'impianto produce 80 gigawattora termici all'anno - spiega ancora Fontana - e viene alimentato scarti sia dagli scarti di lavorazione delle segherie sia dagli scarti boschivi. Le tubature corrono per tutto il paese, ma sono invisibili, perché vengono interrate. Tutti i comuni della Valle hanno infatti deciso che per non deturpare il paesaggio nulla viene messo esternamente. Lo stesso vale per la rete dell'elettricità".


I prezzi del riscaldamento qui a San Martino di Castrozza non dipendendo dalle quotazioni del gas. Al momento, non sembrano risentire della crisi energetica. L'idea del teleriscaldamento è nata pensando ad una soluzione per l'economia circolare delle segherie, da queste parti uno dei settori fondamentali insieme al turismo. "Un tempo, gli scarti della lavorazione del legno venivano smaltiti con costi elevati. Ora il legno, quello non trattato, viene portato alla centrale termica - racconta ancora il responsabile delle risorse umane dell'Acsm - proviene anche dai nostri boschi che per legge antica sono di proprietà dei comuni. Sia chiaro, utilizziamo gli scarti boschivi solo quelli che sono nel raggio di 70 chilometri altrimenti ci sarebbero problemi per il trasporto e dunque di inquinamento".

Un patrimonio, quello delle foreste sulle cime delle Dolomiti, che segue regole antiche e rigide che riguardano la salvaguardia del processo di rigenerazione. Ogni Comune infatti ogni dieci anni, monitora e studia, la propria quota di foresta ed effettua un "Piano di assestamento forestale" dove vengono elencate le zone e le piante che si possono utilizzare per il teleriscaldamento. Nessun pericolo di deforestazione dunque, visto che le foreste di Primiero e Vanoi sono riconosciute con la certificazione  Pan European Forest Certification.

Il libero mercato dell'energia da tempo qui non viene preso in considerazione dai residenti. Almeno finché ci sarà acqua e legno. Una comunita a prova di crisi energetica? Per la maggioranza degli abitanti di questa valle ai piedi delle Dolomiti la sostenibilità fa parte della propria storia.