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Il documento

Lettera aperta ai leader del mondo: "Tassare i ricchi per una trasformazione economica sostenibile"

Lettera aperta ai leader del mondo: "Tassare i ricchi per una trasformazione economica sostenibile"
5 minuti di lettura

Earth4All (Una Terra per Tutti
Transformational Economics Commission


Cari leader,

Tra pochi giorni, alcuni tra le persone più ricche del pianeta si riuniranno a Davos per discutere i problemi più pressanti per l'umanità. Tuttavia è improbabile che abbiano il coraggio di discutere davvero le cause alla radice di questi problemi. Questa lettera aperta è rivolta a tutti i leader che vogliono costruire delle società democratiche stabili in questo secolo; società capaci di prendere delle decisioni di lungo-termine per il bene comune. I valori e le istituzioni democratiche uniscono destra e sinistra. Ma le crescenti diseguaglianze nei redditi e nei patrimoni che registriamo nel mondo stanno contribuendo all'erosione di questi stessi valori e istituzioni democratiche.


La Transformational Economics Commission dell'iniziativa Earth4All (in italiano, "Una Terra per Tutti") nel corso dei suoi lavori ha concluso che, se non controllata, le diseguaglianze di ricchezza e di reddito continueranno a crescere in questo secolo, determinando crescenti tensioni sociali. C'è bisogno di un nuovo contratto sociale tra cittadini e governi fondato su una distribuzione della ricchezza più equa: politiche fiscali più giuste che tassino la grande ricchezza per diminuire le diseguaglianze.

Perché proprio ora?

Nonostante milioni di persone siano morte durante la recente pandemia globale da COVID19 e miliardi ne abbiano sofferto, i dieci uomini più ricchi del mondo hanno raddoppiato il loro patrimonio (vedi qui). Il 10% più ricco della popolazione mondiale ora raccoglie il 52% del reddito globale e accumula il 77% della ricchezza. La metà più povera della popolazione mondiale guadagna solo l'8% del reddito globale epossiede il 2% della ricchezza (vedi qui). E questo divario si sta allargando.


Nonostante il mondo stia vivendo un'emergenza climatica, l'1% più ricco - 80 milioni di persone - è di gran lunga la fonte di emissioni in più rapida crescita (vedi qui). Questo "consumo di carbonio di lusso" arriva in un momento in cui ogni singolo mese il mondo brucia l'1% del cosiddetto budget di carbonio che rimane se vogliamo stabilizzare il clima nel limite di 1.5°C.

Nonostante il fatto che il mondo non sia mai stato così ricco, la maggior parte delle persone è tenuta in uno stato di insicurezza economica. Il mondo è nel mezzo di una poli-crisi. I cittadini di tutto il mondo soffrono a causa dell'aumento del costo della vita, dei salari stagnanti, di una recessione incombente e di una povertà duratura, tutti fattori che contribuiscono ad un deterioramento della democrazia.


Nonostante il fatto che il mondo sia nel bel mezzo di una crisi energetica acuita dalla guerra in Ucraina, le compagnie di combustibili fossili stanno guadagnando nell'ordine di centinaia di miliardi di dollari (vedi qui).

Il mondo non riuscirà ad uscire da questa situazione senza far nulla. Queste crisi continueranno ad evolversi, si scontreranno tra loro e peggioreranno rapidamente, con sfortunatamente crisi ancora più grandi all'orizzonte: la scienza ha confermato che l'umanità ha già sorpassato sei dei nove "limiti naturali del pianeta" (vedi qui).


Il crescente divario tra una manciata di super ricchi e tutti gli altri è una ricetta per società profondamente disfunzionali e polarizzate. Non può andare avanti. La concentrazione della ricchezza porta inevitabilmente alla concentrazione di potere, dando ai più ricchi un'influenza sproporzionata sulle istituzioni governative.
Questo mina la fiducia nella democrazia, il che rende poi più difficile per i governi prendere decisioni a lungo termine a beneficio della maggioranza delle persone.

Paesi più equi tendono invece ad avere risultati migliori in termini di fiducia, istruzione, mobilità sociale, longevità, salute, obesità, mortalità infantile, salute mentale, omicidi e altri crimini, abuso di droghe, e rispetto e protezione dell'ambiente.

Ridurre le diseguaglianze di ricchezza e di reddito è la chiave affinché le nostre società possano rispondere alle molteplici crisi del nostro tempo e garantire una maggiore sicurezza economica. Una distribuzione più equa della ricchezza e del reddito ridurrà le tensioni sociali e migliorerà il benessere di tutti. Contribuirà inoltre a rendere le democrazie più stabili in modo che siano maggiormente in grado di affrontare gli shock e prendere decisioni razionali a lungo termine per il bene comune.


Se diamo valore alla democrazia, se diamo valore alla stabilità e se diamo valore al nostro futuro, i governi devono ridistribuire la ricchezza e il reddito in modo più equo.

Proponiamo che entro il 2030 - in tutti i Paesi - il 10% più ricco riceva meno del 40% del reddito nazionale, con una ulteriore diminuzione delle diseguaglianze negli anni successivi. Sappiamo che ci sono molti modi per realizzare una trasformazione così importante - ma tutti necessitano un coinvolgimento maggiore da parte del settore pubblico e della spesa pubblica. Ridurre le diseguaglianze può essere raggiunto attraverso una tassazione più progressiva su reddito e patrimoni per individui e imprese. Il problema è che attualmente la maggior parte dei sistemi fiscali nel mondo è regressivo e sorpassato. Non generano le entrate necessarie, né assicurano che chi è ricco paghi relativamente di più di chi e povero. Ma ci sono modi per aggiustare questa situazione, se ce la volontà politica di prendere le giuste misure. Questo è il motivo per cui chiediamo ai leader mondiali di compiere alcuni passi coraggiosi quest'anno:

Tassare la ricchezza, in particolare i grandi patrimoni, ovunque questa ricchezza sia detenuta, compresi i paradisi fiscali, e rendere possibile ciò sviluppando e condividendo registri nazionali dei patrimoni detenuti in diverse forme.
Tassare il reddito, inclusi i redditi da capitale, in maniera più progressiva.
Tassare le imprese - applicando un'imposta globale minima sulle società nel 2023 che sia vicina all'aliquota media globale del 25% e rendendo le società multinazionali soggette alle stesse aliquote delle società nazionali introducendo la tassazione unitaria dei loro profitti globali sulla base delle singole quote nazionali di vendite, occupazione e beni detenuti in ciascun Paese.
Tassare i profitti eccezionali (n.d.r. windfall profits) in tutti i settori, in particolare i profitti realizzati durante i periodi di scarsità e speculazione quando il resto del mondo è in crisi.
Tassare il "consumo di carbonio e della biosfera di lusso" ed eliminare tutti gli incentivi fiscali per i combustibili fossili.

Infine, i governi devono colmare una volta per tutte le scappatoie fiscali internazionali, eliminare le strutture fiscali perverse di tutte le forme e garantire che le entrate aggiuntive derivanti dall'imposta progressiva sulla ricchezza e sul reddito siano destinate a programmi sociali, all'emancipazione delle
donne, alla decarbonizzazione, e alla trasformazione dei sistemi energetici e alimentari.

I leader del settore private che si riuniscono a Davos questa settimana potrebbero ritenere che questa strategia sia contraria ai loro interessi a breve termine e individuali, ma questa è una visione molto limitata e in definitiva autodistruttiva. Chiediamo loro di sostenere questa agenda e di essere una forza positiva per la democrazia, la stabilità e il futuro a lungo termine dell'umanità.


Lettera della Transformational Economics Commission.

Firmatari:
• Nafeez Ahmed, Direttore del Global Research Communications, RethinkX; e Research Fellow,
Schumacher Institute for Sustainable Systems
• Lewis Akenji, Managing Director, Hot or Cool Institute
• Tomas Björkman, Fondatore, Ekskäret Foundation
• Sharan Burrow, ex Segretario Generale, International Trade Union confederation (ITUC) 2010-2022
• Robert Costanza, Professore di Ecological Economics, Institute for Global Prosperity (IGP) at
University College London (UCL)
• Sandrine Dixson-Declève, Co-Presidente Il Club di Roma, e Project Lead, Earth4All
• Lorenzo Fioramonti, Professore di Political Economy, Direttore dell'Institute for Sustainability,
University of Surrey, y, University of
• John Fullerton, Fondatore e Presidente Capital Institute
• Owen Gaffney, Earth4All Project Lead e Chief Impact Officer Nobel Prize Outreach
• Jayati Ghosh, Professoressa di Economics, University of Massachusetts Amherst
• Tim Jackson, Professore di Sustainable Development e Direttore del CUSP - Centre for the
Understanding of Sustainable Prosperity - presso la University of Surrey
• Garry Jacobs, Presidente & CEO, World Academy of Art & Science
• Gaya Herrington, Autrice di Five Insights for Avoiding Global Collapse e Vice-Presidente presso la
Schneider Electric Sustainability Research Institute
• Andrew Hines, Professore di Environmental Change and Public Health, London, UK
• Steve Keen, Professore onorario presso lo University College London e ISRS Distinguished Research
Fellow
• Julia Kim, Direttrice, Gross National Happiness Centre, Bhutan
• David Korten, Autore, Cittadino attivo e president del Living Economies Forum
• Roman Krznaric, Filosofo e autore.
• Jane Mariara, Economista, Presidente dell'African Society for Ecological Economists
• Chandran Nair, Fondatore e CEO, The Global Institute for Tomorrow
• Kate Pickett, Professore di Epidemiology, University of York
• Carlota Perez, Professoressa onoraria - IIPP, University College London (UCL); SPRU, University of
Sussex e Taltech, Estonia
• Mamphela Ramphele, Co-Presidente, Il Club di Roma.
• Jorgen Randers, Professore emerito, Climate Strategy, BI Norwegian Business School
• Kate Raworth, Autrice del "L'economia della ciambella" e co-fondatrice del Doughnut Economics
Action Lab
• Otto Scharmer, Professore, MIT, e Founding Chair, Presencing Institute
• Stewart Wallis, Executive Chair, Wellbeing Economy Alliance
• Ken Webster, Visiting Fellow Cranfield University e Univ of Auckland Business School
• Ernst von Weizsäcker, Presidente onorario, Il Club di Roma