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La ricerca

Crisi climatica, la mitigazione è possibile: le soluzioni per tagliare il 71% di emissioni

Un impianto a Duisburg (Foto di Manfred Muenzl per Getty Images)
Un impianto a Duisburg (Foto di Manfred Muenzl per Getty Images) 
Secondo un nuovo studio è possibile ancora intervenire contro la crisi climatica. Il "potenziale di mitigazione" più alto nei Paesi che sono i più grandi consumatori e produttori di gas naturale: Usa, Russia, Iran, Arabia Saudita e Giappone
2 minuti di lettura

"Si può fare", come avrebbero detto Barack Obama o il dottor Frederick Frankenstein. È questo l'incoraggiante messaggio che arriva da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della McGill University insieme ai colleghi della Carnegie Mellon, Johns Hopkins, University of Texas at Austin e University of Maryland: gli scienziati hanno infatti stimato che, con opportune misure di mitigazione, sarebbe possibile ridurre del 71% le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla combustione dei gas naturali per la produzione di energia elettrica, che attualmente ammontano a circa 3,6 miliardi di tonnellate l'anno.

Niente male, se si tiene conto che circa un quarto dell'elettricità prodotta globalmente viene dalla combustione dei gas naturali, e che questo processo contribuisce per il 10% alle emissioni di gas serra legate alla produzione di energia e quindi, di conseguenza, ai cambiamenti climatici in atto. Lo studio, in cui sono stati analizzati i dati delle emissioni relativi a 108 diversi Paesi del mondo, è stato pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.


"Noi stessi", spiega Sarah Jordaan, professoressa associata al Department of Civil Engineering e al Trottier Institute in Sustainability in Engineering and Design della McGill University, e prima autrice del lavoro, "ci siamo stupiti dalla quantità di emissioni che sarebbe possibile ridurre entro il 2050, o addirittura entro il 2030. Se nel prossimo futuro il gas naturale continuerà a essere uno dei combustibili usati per la produzione di elettricità, sarà necessario migliorare l'efficienza delle centrali per ridurre le emissioni di metano e per 'ricatturare' e immagazzinare l'anidride carbonica".

Sostanzialmente, gli scienziati hanno cercato di stimare l'impatto di diversi approcci di riduzione delle emissioni, osservando che nella tecnologia attualmente usata dalle attuali centrali elettriche a gas c'è ancora ampio spazio di manovra per miglioramenti dal punto di vista dell'efficienza, e che combinando questi miglioramenti con l'utilizzo di tecnologie per la cattura dell'anidride carbonica - le cosiddette Ccus, la cui diffusione è però ancora troppo limitata rispetto alle esigenze - si potrebbero ottenere riduzioni molto significative.

Non solo. Il team ha calcolato che il "potenziale di mitigazione" più alto, poco sorprendentemente, è quello relativo ai Paesi che sono i più grandi consumatori e produttori di gas naturale al mondo, ossia Stati Uniti, Russia, Iran, Arabia Saudita e Giappone.

"Il cambiamento climatico - ha spiegato Arvind Ravikumar, professore associato al Department of Petroleum and Geosystems Engineering della University of Texas - è una sfida globale, e per ottenere un sistema di produzione dell'energia a bassa emissione di anidride carbonica è necessario ridurre le emissioni in tutte le fasi della filiera produttiva, dall'approvvigionamento del gas alla sua combustione. La nostra analisi dimostra che è necessario mettere in campo sforzi significativi per ridurre i livelli delle emissioni, a anche che identificare quali sono le fasi cruciali può aiutare i governi a prendere le decisioni migliori". Insomma, si può fare. Basta volerlo.