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Lo studio

Come sarà Roma nel 2050 senza un piano climatico: gli scenari

Come sarà Roma nel 2050 senza un piano climatico: gli scenari
Gli scenari elaborati dal Centro Euro-mediterraneo per i Cambiamenti Climatici per sostenere il comune capitolino nella progettazione di interventi di adattamento: "La crisi è in atto, ma si può rallentare"
2 minuti di lettura

Mercoledì 18 gennaio il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha annunciato l'avvio della progettazione del Piano di adattamento climatico della città. Punto centrale del Piano, ha sottolineato il sindaco, è la collaborazione avviata dal Comune con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), ente di ricerca multidisciplinare che realizza studi e analisi del sistema climatico e delle sue interazioni con la società, l’economia e l’ambiente.

La collaborazione con il CMCC mette a disposizione della città le competenze scientifiche per studiare gli impatti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici, individuare le aree a maggior rischio e definire azioni e misure specifiche per rafforzare la resilienza e la sicurezza del territorio, degli spazi urbani e delle infrastrutture.

Un saggio dei dati che il CMCC fornisce per la realizzazione del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici della città è stato appunto fornito durante la conferenza "Clima: le sfide dell'adattamento nella città di Roma" in cui Gualtieri ha fatto il suo annuncio. Paola Mercogliano, direttrice della divisione Regional Models and geo-Hydrological Impacts al CMCC, ha presentato una relazione sugli scenari di cambiamento climatico nella capitale. La scienziata ha sottolineato che il cambiamento climatico è già in atto, ma che "grazie ai grandi progressi tecnologici, soprattutto con l'uso dei supercomputer e le ricerche in questo campo, è possibile elaborare dei sistemi di adattamento, basati appunto su analisi quantitative e valutazioni precise".

Le elaborazioni grafiche realizzate da Mercogliano mostrano con chiarezza che se non si metteranno in atto politiche climatiche Roma è destinata a ondate di calore e fenomeni estremi sempre più gravi e frequenti e a un innalzamento costante delle temperature. Vediamo nel dettaglio.

Innalzamento costante delle temperature

Il grafico a destra indica chiaramente che senza politiche di adattamento l'area metropolitana di Roma vedrà un costante aumento delle temperature, "ma - ha detto Mercogliano - la differenza di andamento se si prenderanno misure basate sui dati scientifici è evidente. Per questo la pianificazione è indispensabile e va fatta di comune accordo tra i decisori politici, la comunità scientifica e una costante azione di informazione dei cittadini".

Un numero sempre maggiore di giorni molto caldi

La comunità scientifica ha spesso sottolineato che a preoccupare non sono soltanto le medie di temperature, sempre più alte, ma l'incidenza di ondate di calore sempre più prolungate. Questa seconda grafica dà appunto l'idea di cosa aspetta chi vive a Roma se non si affettueranno politiche di adattamento. Da qui al 2050 la città è destinata (figura a destra) ad avere periodi sempre più lunghi di calore intenso. la differenza di colorazione all'interno dei tre scenari indica anche che non tutta l'area della città metropolitana sarà interessata da ondate di calore in modo uguale. "Per questo - ha commentato Mercogliano - il Piano di adattamento dovrà tenere conto di quali sono le zone in cui agire prima e con interventi mirati".

Tanto caldo e poca pioggia

Questo scenario fa ben capire come il cambio climatico sia un processo già in atto, perché anche con politiche di adattamento stringenti il numero di giorni con temperature molto elevate e assenza di precipitazioni è in aumento. "Tuttavia - ha osservato Mercogliano - è indispensabile individuare i soggetti o le strutture più fragili proprio per salvaguardarli mettendoli al centro di politiche mirate".

L'allarme siccità

Senza politiche di adattamento l'immagine del Tevere in secca, fulcro del film di Paolo Virzì "Siccità", potrebbe diventare la norma, come dimostra la figura a destra. "Il clima italiano è complesso - spiega Mercogliano -  e le precipitazioni su scala annuale hanno diversi comportamenti a seconda dello scenario. Per questo ci sono incertezze sul dato e serve un'osservazione sul territorio garantita dalla collaborazione con il Cnr per aumentare la nostra capacità di rappresentare il clima".

 L'aumento di eventi estremi

Purtroppo uno scenario sembra acclarato: quando arriverà la pioggia lo farà con eventi sempre più estremi, come dimostrano le macchie blu intenso sulla mappa della città metropolitana di Roma a destra. Questo, è bene ancora ribadirlo, se non saranno adottate politiche mirate, che sarebbero invece in grado di cambiare lo scenario.
 

L'importanza dei dati scientifici per l'adattamento

In questa ultima immagine, Mercogliano ha invece voluto indicare alcuni dei principali strumenti forniti dalla scienza per l'attuazione di un piano di adattamento climatico. "La ricerca può supportare la pianificazione, la progettazione e la gestione dell'adattamento urbano - ha ribadito - ad esempio considerando l'evoluzione dei rischi climatici a livello locale e quantificandone l'efficienza con approcci innovativi".