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L'allarme

"L'innalzamento dei mari causerà un esodo in massa di proporzioni bibliche"

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazion Unite (foto: Ed Jones / Afp)
Antonio Guterres, segretario generale delle Nazion Unite (foto: Ed Jones / Afp) (afp)
L'appello del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres: "L'aumento del livello dei mari è una minaccia esistenziale e sta già creando nuove fonti di instabilità e conflitti". Le misure per contrastare il fenomeno
2 minuti di lettura

Il futuro di una persona su dieci, sulla Terra, sta affondando. Circa 900 milioni di persone oggi vivono in zone costiere basse che entro la fine del secolo, o ben prima, potrebbero finire sommerse. Non si tratta solo di coloro che vivono sulle isole del Pacifico, oggi fra le più esposte all'innalzamento del livello del mare, ma anche a di diverse città e megalopoli che potrebbero presto dover affrontare gravi conseguenze: Il Cairo, Lagos, Maputo, Bangkok, Dhaka, Jakarta, Mumbai, Shanghai, Copenaghen, Londra, Los Angeles, New York, Buenos Aires e Santiago sono fra quelle citate dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

Durante l'ultimo Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è tenuto un dibattito ministeriale, moderato da Malta, proprio sul problema dell'innalzamento del livello degli oceani, una conseguenza dell'emergenza climatica che rischia di minacciare, sconvolgere e destabilizzare diverse società globali a tal punto che "assisteremo a un esodo di massa di intere popolazioni su scala biblica" ha detto Guterres. Presto, ha aggiunto, "vedremo una concorrenza sempre più agguerrita per l'acqua dolce, la terra e altre risorse. L'impatto dell'innalzamento dei mari sta già creando nuove fonti di instabilità e conflitti".

Il flop della Cop27

Da mesi il segretario generale - soprattutto dopo i risultati non convincenti dell'ultima Cop27, la Conferenza delle parti sul clima che si è tenuta in Egitto - sta tentando di spronare i leader del mondo ad intraprendere un cambio di rotta netto nella lotta al surriscaldamento. Per riuscirci è necessario avviare subito il percorso di decarbonizzazione per abbattere le emissioni climalteranti e di pari passo, ricorda Guterres, è necessario implementare i fondi "perdite e danni" per aiutare i Paesi meno sviluppati che dovranno subire epocali cambiamenti.

Senza un "gioco di anticipo" infatti in pochi decenni milioni di rifugiati climatici saranno costretti a fuggire proprio a causa del riscaldamento globale che, amplificando il volume degli oceani, oggi sempre più caldi, sta portando a una crescita costante del livello dei mari.

Onu: "Bangladesh, Cina, India e Paesi Bassi a rischio"

"L'innalzamento minaccia la vita e mette a repentaglio l'accesso all'acqua, al cibo e all'assistenza sanitaria" ha detto Guterres nel suo discorso e, citando i dati dell'Omm (Organizzazione meteorologica mondiale), ha ricordato come "i livelli medi globali del mare sono aumentati più velocemente dal 1900 rispetto a qualsiasi secolo precedente negli ultimi 3.000 anni. L'oceano globale si è riscaldato più velocemente nell'ultimo secolo che in qualsiasi momento negli ultimi 11.000 anni".

In uno scenario di continua crescita del grande blu, territori "come Bangladesh, Cina, India e Paesi Bassi sono tutti a rischio" ha tuonato il segretario. Ad oggi diversi stati insulari del mondo, soprattutto quelli in via di sviluppo del Pacifico, stanno già sperimentando condizioni di vita sempre più complesse a causa del mare che cresce ed entra, portando l'acqua salata, nei campi ormai non più coltivabili. Vale lo stesso per le coste africane: in Somalia l'acqua salata sta impattando sui raccolti e i mezzi di sussistenza. In Asia sono minacciate per lo stesso motivo diverse popolazioni, come quelle che vivono nel delta del Mekong.

I piani di trasferimento di interi Paesi

Nei Caraibi l'innalzamento sta già danneggiando settori come il turismo e l'agricoltura, in Paesi come le Fiji, Vanuatu o le Isole Salomone sono invece costretti a progettare piani concreti di "trasferimento". Per far fronte a queste crescenti minacce, il segretario Onu lancia dunque un appello: affrontare la crisi al più presto attraverso tre punti. Il primo è "evitare di superare i +1,5 gradi, anche se con le politiche attuali ci stiamo avvicinando a 2,8 gradi, una condanna a morte per i Paesi vulnerabili". Il secondo è aumentare gli sforzi e gli studi per combattere tutti quei fattori che "minano la sicurezza globale", insistendo per esempio su "sistemi di allerta precoci per preparare e proteggere le comunità".

Infine, terzo passaggio, è necessario "affrontare gli impatti dell'innalzamento del mare attraverso i quadri legali e dei diritti umani" spiega Guterres rammentando come l'attuale sistema giuridico deve guardare al futuro sia in termini di "diritto internazionale dei rifugiati", sia per trovare "soluzioni giuridiche e pratiche innovative contro l'impatto dell'innalzamento. I diritti umani delle persone non scompaiono perché le loro case scompaiono", ha concluso il segretario generale davanti al Consiglio.